dal 20 ott ROMA Favola testo di Sinisi per Piccola Compagnia della Magnolia

Dopo il felice debutto al Campania Teatro Festival e il tour estivo, va in scena da giovedì 20 a domenica 23 ottobre, al TeatroBasilica di Roma, la nuova creazione di Piccola Compagnia della Magnolia “Favola”, con la drammaturgia di Fabrizio Sinisi e la regia di Giorgia Cerruti. Uno spettacolo idealmente dedicato a Pier Paolo Pasolini, nel centenario della nascita, che vede in scena Giorgia Cerruti e Davide Giglio. Una danza a due, un rito laico a partire da un testo visionario, poetico e politico insieme, in cui una giovane coppia, nello specchio della propria relazione, mette radicalmente in discussione la giustizia della società attuale.

La memoria è una questione centrale nella mia vita: perdo sistematicamente il ricordo degli accadimenti negativi, conservo memoria di espressioni o odori remoti, trattengo il ricordo dei copioni per sempre. Ho perso la memoria verso i cinque anni a seguito di un incidente e di un coma; ho smarrito poco passato, è vero, ma credo fossero attimi a me cari vissuti con i miei genitori, i nonni, gli zii, luoghi dell’anima dove si è costruita parte della mia identità.

Giorgia Cerruti

Da giovedì 20 a domenica 23 ottobre, al TeatroBasilica di Roma, va in scena la nuova creazione di Piccola Compagnia della Magnolia “Favola”, con la drammaturgia di Fabrizio Sinisi e la regia di Giorgia Cerruti, in scena con Davide Giglio. È il primo spettacolo del “Progetto Vulnerabili”, una trilogia a cura di Piccola Compagnia della Magnolia, con i testi di Fabrizio Sinisi e la regia di Giorgia Cerruti che, dal 2022 al 2024, indagherà il tema dell’umana vulnerabilità rispetto al tempo, all’ingiustizia, alle apparenze.

Scritto nel 2020, “Favola” viene definito dai suoi autori come “tragedia da camera contemporanea”. Si assiste alla storia di G. e D, una coppia chiusa in una stanza, che intraprende un viaggio nella memoria. Sul palco – luogo del reale – i protagonisti ripercorrono ogni giorno le favole del proprio dolore, i racconti di ciò che li ha segnati, nell’arco esistenziale che sta tra il reale e il rimosso, tra il sonno e la veglia. Lei ha dimenticato tutto, ha rimosso qualcosa di terribile, sepolto tra le pieghe di un dolore inaccettabile; lui invece sa tutto, è il regista di questo esperimento condiviso ogni sera con il pubblico, ricorda ogni dettaglio e cerca di trasportare lei in un viaggio di riacquisizione della coscienza. In questo palcoscenico-mondo, metateatralmente, G. e D. sono macchine di un immaginario tanto crudele quanto liberatorio.

Il soggetto è un libero richiamo al “Calderòn” di Pier Paolo Pasolini, cui lo spettacolo è infatti idealmente dedicato. Il ponte di accesso a questa via oscura è un grande schermo che invade lo spazio, che ha i tratti di un barocco postmoderno e fiammeggiante: siamo dentro al cranio di G., il luogo della trasformazione, il setaccio della memoria di sequenze perdute. La donna inscena tre racconti, tre sogni, ognuno dei quali si verifica in un diverso momento della storia umana: a Londra nel 1617, a Parigi nel 1793, nella contea di Boone nel 1856. In ogni episodio la coppia è protagonista di una violenza, una sopraffazione dell’uomo sulla donna, del potente sull’inerme. Ogni trasformazione è un punto di snodo della modernità occidentale, un momento chiave per capire la contraddittoria identità del presente. Ma ogni sogno è anche un enigma attraverso cui si nasconde la ferita della donna, che attraverso questi racconti prova a toccare il trauma del suo passato: una figlia, nata dall’amore della coppia, di cui fin dall’inizio viene annunciata la presenza, ma che misteriosamente non si vede mai.

“Favola” restituisce l’attraversamento di territori a cavallo tra realtà e immaginazione, tra pubblico e privato, attraverso l’osmosi tra i linguaggi del teatro e del video. Fabrizio Sinisi ha scritto questo testo visionario, poetico e politico insieme a partire da elementi biografici di Giorgia Cerruti e Davide Giglio: una danza a due, un rito laico attraverso cui una giovane coppia, nello specchio della propria relazione, mette radicalmente in discussione la giustizia della società attuale. Lo spettacolo dopo Roma sarà dal 10 al 14 febbraio 2023 al Centro Teatrale Bresciano, il 17 e 18 febbraio al Rossetti, Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, in data di febbraio in via di definizione al Dialma Ruggero di La Spezia, in data di marzo in via di definizione al Teatro della citta di Catania e dal 19 al 21 maggio a TPE di Torino (gli aggiornamenti saranno disponibili sul sito www.piccolamagnolia.it).

Piccola Compagnia della Magnolia nasce nel 2004 a Torino. Il gruppo indipendente, con la direzione artistica di Giorgia Cerruti e Davide Giglio, suoi fondatori, si caratterizza fin dal principio per una rigorosa e appassionata indagine a cavallo tra codici teatrali di diversi maestri (Antonin Artuad, Jerzy Grotowski, Mejerchol’d e Ariane Mnouchkine) e ricerca. Testi classici o scritture originali messi in scena avvalendosi di un’accurata ricerca vocale e dell’uso di video e altri linguaggi, in un amalgama che è frutto della collaborazione tra regista, attori, drammaturgo, videomaker, sound-designer, scenografo. La Compagnia ha portato i propri lavori – tredici, fino ad oggi – in Francia, Svizzera, Ungheria, Macedonia, Polonia, Russia, oltre che in Italia. Accanto al lavoro di creazione, la compagnia si occupa di pedagogia teatrale, conducendo laboratori per attori in Italia e in Europa e organizzando campus di alta formazione con maestri della scena internazionale

“Favola” è prodotto da Piccola Compagnia della Magnolia, in coproduzione con TPE/Teatro Piemonte Europa, CTB/Centro Teatrale Bresciano, Teatro della Città/Catania, Gli Scarti/La Spezia, con il sostegno di TAP/Torino Arti Performative, con il supporto in residenza di Sardegna Teatro, Dracma Centro Residenze (RC), Claps Circuito Lombardo (BS).

Foto dello spettacolo https://www.piccolamagnolia.it/foto-favola

Trailer video dello spettacolo https://vimeo.com/747247862/80214cb8db

FAVOLA

Testo di Fabrizio Sinisi Ideazione, regia, costumi | Giorgia Cerruti In scena e in video | Giorgia Cerruti e Davide Giglio Con la partecipazione video di | Elvis Flanella Assistente alla regia | Raffaella Tomellini

Disegno luci, consulenza scenotecnica | Lucio Diana

Aiuto regia video, fotografia, montaggio | Giulio Cavallini

Musiche, sound design, fonica | Guglielmo Diana

Operatore video | Marco Rossini Tecnico di Compagnia | Marco Ferrero Responsabile organizzativo | Angelo Pastore Segretaria di compagnia | Emanuela Faiazza

Ufficio stampa | Elisa Sirianni

Traduzione inglese dell’opera | Rossella Bernascone

APPROFONDIMENTI

NOTE D’AUTORE

Spesso il lavoro su un testo nasce da una sola immagine. Quella che mi hanno proposto Giorgia e Davide nel nostro primo incontro era la seguente: due esseri umani, un uomo e una donna, chiusi in una stanza, davanti a uno schermo. Poco dopo iniziava la pandemia, il lock-down, il delirio di questo tempo: quella clausura a due perdeva qualsiasi caratterizzazione intima e privata, e diventava metafora della nostra condizione: corpi costretti alla clausura, corpi urgenti, dirompenti verso l’esterno quanto più lo spazio intorno a loro si contrae. Quel movimento verso l’esterno diventa il movimento della fantasia, dell’ossessione, dell’oltranza: della favola, appunto. Due corpi che sognano vite e tempi diversi, variazioni della propria esistenza: tre sogni, tre racconti, tre favole più vere della vita stessa. Come scrive Slavoj Zizek, abbiamo bisogno di “nuovi cliché”: nuove storie, nuove parabole più vere, più impietose e meno consolatorie di quelle che sono in circolazione. La favola, del resto, anche quando è nera, rende facile mettere in scena ciò che credo sia il compito principale del teatro: svelare un meccanismo, metterlo in luce sulle assi di un palcoscenico. Così ho immaginato i corpi di Giorgia e Davide: come le macchine di un immaginario tanto crudele quanto liberatorio. La ripetizione, in tre momenti e in tre epoche diverse, dello stesso schema tragico: la sopraffazione dell’uomo sulla donna, del padre sul figlio, del più forte sul più debole. Così che il palco – sia quello reale che quello dello schermo – diventi il luogo di un rito perduto, l’affaccio su mondi diversi, su una dimensione dell’altrove.

FAVOLA è anche l’esperimento di un teatro politico praticato con gli strumenti della poesia. Pasolini, di cui ricorre il centenario della nascita, e a cui questo lavoro è idealmente dedicato, parlava della poesia come di un modo per trasumanar e organizzar. Provo oggi ad aggiungere un accento alla sua congiunzione:

trasumanare come modo per desiderare oltre e di più, per guardare oltre le prigioni del qui e ora – trasumanar è organizzar. Trasfigurare la lingua e la fantasia: anche questo è un “atto politico”.

Fabrizio Sinisi

Come scrive Pasolini nel Pianto della Scavatrice: “Solo l’amare, solo il conoscere / conta. Non l’aver amato, / non l’aver conosciuto. Dà angoscia / il vivere di un consumato / amore. L’anima non cresce più.”

NOTE DI REGIA

Chiesi ormai tre anni fa a Fabrizio di scrivere un testo per attraversare il tema dell’eresia e dell’utopia attraverso la condizione ciclica del sonno e del risveglio, inseguendo un po’ le suggestioni del Calderòn di Pasolini e dell’Orlando della Woolf.

Poi il tempo di noi tutti si è bloccato a lungo, trasformando i muri di casa propria in un recinto collettivo. Ne è nato FAVOLA, opera monumentale di Fabrizio Sinisi. I protagonisti – G. e D. – sono una coppia. Sul palco – luogo del reale – si inscena una piccola tragedia da camera contemporanea, una favola nera ambientata in una stanza della casa. Lei ha dimenticato tutto, ha rimosso qualcosa di terribile, sepolto tra le pieghe di un dolore inaccettabile; lui invece sa tutto, è il regista di questo esperimento condiviso ogni sera con il pubblico, ricorda ogni dettaglio e cerca di trasportare lei in un viaggio di riacquisizione della coscienza.

L’espediente è il sonno, dove tutti sogniamo, o dove spesso riviviamo noi stessi in altre forme, epoche, identità, alle volte più sopportabili dello specchio reale. Il ponte che dà accesso a questo viaggio catartico (posto che ricordare lo sia sempre…) è un grande schermo – luogo del rimosso, della trasformazione, del caos o setaccio della memoria di sequenze perdute.

FAVOLA ha dunque una piccola storia, una cornice scatenante che abbraccia un’opera in cinque atti (un prologo, tre sogni, un epilogo) dove il braccio maestro è un teatro politico poeticamente incastonato nella tragedia dei perdenti, di coloro che – nella grande Storia – scompaiono affinché sorga una nuova civiltà, in un ciclo inarrestabile di sopraffazione.

L’esito è una favola eretica. In FAVOLA G. e D. siamo io e il mio compagno d’arte, l’attore Davide Giglio, con cui da diciotto anni si indaga la materia teatrale. Il viaggio di lei e lui è un po’ la storia dell’umanità, un percorso claudicante di due esseri umani – chiunque – attraverso l’esistenza; un tentativo di resistenza, tra reale e possibile.

L’architettura di FAVOLA è un’osmosi tra i linguaggi specifici del palco e del video. Oggi più che mai siamo di fronte all’apoteosi dell’impalpabile. E questo attesta e conferma il trionfo anacronistico del teatro e della presenza, ma afferma anche la contemporanea necessità di soggettivare l’oggetto inquadrato per rubarne l’essenza al microscopio del cinema.

FAVOLA è per noi anche un viaggio metodologico per capire come lavorare un teatro d’arte che dichiari i suoi mezzi senza pretendere l’illusione nello spettatore di oggi, col fine ultimo di provare ad abbattere muri.

Giorgia Cerruti

Info e contatti TeatroBasilica Piazza Porta S. Giovanni, 10 Roma (RM)

Contatti / Prenotazione obbligatoria +39 392 97.68.519 – info@teatrobasilica.com

Biglietti 18 euro – Carnet da 4 spettacoli a 40 euro

Orario spettacoli dal martedì al sabato ore 21.00 – domenica ore 17.45

Link utili

Sito https://teatrobasilica.com/

Facebook https://www.facebook.com/TeatroBasilica

Instagram https://www.instagram.com/teatrobasilica/

Telefono +39 331 7294703

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