Cultura e cambiamento climatico giovedì 11 maggio 2023 15.00-17.30

Cultura e cambiamento climatico

giovedì 11 maggio 2023

15.00-17.30

Auditorium Enzo Biagi, Sala Borsa

Piazza del Nettuno, 3 – Bologna

 

nell’ambito del

FESTIVAL DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE 2023

 

Bologna, 11 maggio 2023 – Cosa possono fare il mondo della cultura e il patrimonio culturale per mettere in moto nuove visioni e comportamenti per il contrasto al cambiamento climatico?

 

Nell’incontro dell’11 maggio Cultura e cambiamento climatico organizzato a Bologna, dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviSe dalla Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali nell’ambito del Festival dello Sviluppo Sostenibile 2023, si è svolto un interessante confronto sul tema della cultura e del patrimonio culturale in relazione al cambiamento climatico, con l’obiettivo di:

 

–       condividere la costruzione di nuovi immaginari e diffondere la conoscenza di buone pratiche di adattamento e di mitigazione,

–       confrontarsi su come affrontare i rischi e i danni che il cambiamento climatico sta causando al patrimonio culturale.

 

Gli effetti negativi del cambiamento climatico sul patrimonio culturale sono ormai noti non solo alla comunità scientifiche ma, in maniera sempre più evidente, anche alla collettività. Tali fenomeni hanno infatti un impatto diretto sulla vita quotidiana degli individui, mettendo a rischio il futuro del pianeta, nonché danneggiando in modo irrevocabile l’eredità, in Italia così come all’estero, da consegnare alle future generazioni, eredità di cui il patrimonio culturale è parte integrante.

 

Il dibattito, strutturato in tre sessioni, ha visto la partecipazione di rappresentanti delle istituzioni e di esperti ma anche di artisti e registi che, a vario titolo, riversano il proprio impegno nell’ambito culturale. È stato introdotto da Paola Dubini, Coordinatrice del “Gruppo di lavoro trasversale Cultura per lo sviluppo sostenibile” dell’ASviS e da Alessandra Vittorini, Direttore della Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali. All’incontro hanno preso parte: il regista Luis Ernesto Doñas, Alessandra Veronesi di As.Li.Co, Michele Lanzinger di Icom Italia. Alessandra Piganti, del Comune di Ferrara, Margherita Guccione del Maxxi, Rossana Morriello dell’Osservatorio Aib, Giusella Finocchiaro della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, il ricercatore e artista sonoro David Monacchi ed Emanuela Carpani, Soprintendente di Milano.

 

 

L’evento viene trasmesso in diretta streaming sui canali dell’Alleanza – sito ASviS, sito Festival, pagina Facebook e canale YouTube e sui siti e sulle pagine Facebook di ANSA e di QN-Quotidiano Nazionale, Il Giorno, Il Resto del Carlino, La Nazione.

 

Il programma: https://2023.festivalsvilupposostenibile.it/eventi-a-cura-dell-asvis/281-632/cultura

“Agli occhi dell’opinione pubblica, le organizzazioni culturali sono spesso percepite come soggetti coinvolti solo indirettamente nel dibattito sulla crisi climatica o come soggetti passivi di azioni dimostrative – afferma Paola Dubini, Coordinatrice del Gruppo di lavoro trasversale Cultura per lo sviluppo sostenibile” dell’ASviS -. Vengono inoltre rappresentate talvolta come miopi difensori dello status quo rispetto alle energie rinnovabili o come strumenti di advocacy per progetti di sviluppo sostenibile pensati e realizzati da altri. In questo evento vogliamo invece mettere al centro il ruolo e le esperienze delle organizzazioni culturali nella loro straordinaria varietà rispetto a un tema centrale per il nostro presente e il nostro futuro, sul quale chi fa cultura ha responsabilità e ambiti d’azione specifici”.

 

“Cultura e patrimonio culturale non sono solo un contesto su cui il cambiamento climatico agisce, ma possono essere il motore di un processo di trasformazione a livello sociale, comportamentale ed ambientale. Per fare ciò è necessario promuovere lo sviluppo di specifiche competenze e una nuova e maggiore attenzione al corretto bilanciamento tra le esigenze di tutela dell’ambiente e del  patrimonio culturale, favorendo la costruzione di nuovi modelli culturali, sociali ed economici e lo sviluppo di soluzioni per la prevenzione e la mitigazione degli effetti negativi del cambiamento climatico.” afferma Alessandra Vittorini, Direttore della Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali.

 

Durante l’evento, con la diffusione del video della cantante Elisa, è stato valorizzato il progetto Life Terra – Music for the Planet promosso dall’ASviS con Legambiente e AWorld per raccogliere fondi per la messa a dimora di alberi in Italia e contribuire a raggiungere l’obiettivo europeo di mettere a dimora 500 milioni di alberi entro il 2025.

Nell’ambito dell’incontro la Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali ha presentato i principali risultati del sondaggio “Cultura, patrimonio culturale e cambiamento climatico”, diffuso dal 5 aprile al 2 maggio 2023 attraverso i propri canali di comunicazione, raccogliendo 545 risposte. Se da una parte è emerso che la sensibilizzazione sul tema sia un obiettivo sostanzialmente raggiunto in modo trasversale su tutto il campione (il 98,2% è consapevole dell’impatto negativo che il cambiamento climatico può avere sul patrimonio culturale) dall’altra la ricerca ci indica che le istituzioni nazionali e sovranazionali (il cui contributo alla lotta al cambiamento climatico è centrale rispettivamente per l’ 87,3% e il 70,1 % del campione), oltre alle funzioni di tipo regolatorio e di controllo, possono giocare un ruolo fondamentale anche sul fronte di un’informazione più approfondita sul tema. Il 26,2 % del campione non è ancora a conoscenza della recente modifica dell’art. 9 della Costituzione che introduce la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi alla già presente tutela del paesaggio e del patrimonio culturale.

 

Riguardo al tema dell’attivismo, si rileva che la maggior parte del campione (72,6%) disapprova i recenti episodi verificatisi su scala italiana ed europea, ritenendoli un mezzo totalmente inaccettabile (58,2%) ed inefficace (55,4%). Un dato in linea con quanto emerge anche dall’analisi del cluster “giovani” (under 35), il cui 67% del campione non ritiene tali azioni accettabili e il 72% non le reputa efficaci. Dall’indagine emerge inoltre quanto tali episodi evidenzino la necessità di trovare spazi di confronto e di azione e di aprire dialoghi costruttivi su una tematica così urgente.

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