Confini. Realtà e invenzioni
Marco Aime e Davide Papotti tra confini e frontiere
Mercoledì 22 marzo, per Edizioni Gruppo Abele, esce in libreria e online Confini. Realtà e invenzioni, di Marco Aime e Davide Papotti. Fra limiti invalicabili e barriere immaginarie, Aime e Papotti esplorano le più svariate forme di confine attingendo dall’antropologia e dalla geografia: quante forme e declinazioni di confine attraversiamo ogni giorno? Quante di queste, invece, ci condizionano irrimediabilmente?
Il libro verrà presentato al Salone Internazionale del Libro di Torino sabato 20 maggio.
Organizzare lo spazio
Nel 1977 André Leroi-Gourhan definiva l’uomo come organizzatore dello spazio, poiché per dare valore alle sue azioni dà un ordine spaziale e temporale al mondo che gli sta intorno. «Ogni nostra azione avviene all’interno di coordinate spazio-temporali – affermano Aime e Papotti nel primo capitolo – In questo senso, lo spazio è la concettualizzazione delle relazioni fisiche immaginate che danno significato alla società». Tracciare un confine è il più basilare di questi atti d’organizzazione: per definire il nostro spazio lo chiudiamo e separiamo ciò che sta dentro da ciò che sta fuori. Definiamo prima un io, poi un noi e, di conseguenza, un voi. Quest’azione getta la base per la costruzione di un’identità, di qualsiasi tipo.
Dal riconoscimento di questo atto apparentemente semplice nasce la riflessione di Marco Aime e Davide Papotti – docenti rispettivamente di antropologia culturale e geografia culturale – alla scoperta del significato dei confini per l’essere umano. Trascendendo il solo aspetto cartografico del termine, Confini. Realtà e invenzioni esplora diverse incarnazioni del concetto di confine: la nostra pelle, la lingua che parliamo, il cibo che mangiamo. Ma anche il genere, la religione, la cultura, la nostra età. In un intreccio di conoscenze e saperi diversi, i due autori approfondiscono significati e simboli del confine, fino alla domanda che chiude il libro: si può vivere un mondo senza confini?
Convivenza di diversità
Tenendo fede alla natura proteiforme del concetto di confine, Aime e Papotti ne danno prima un significato di massima, definendo cosa è confine e cosa frontiera – quest’ultima intesa come campo aperto all’esplorazione e non netta demarcazione invalicabile – per poi identificarne forme e funzioni politiche, geografiche, sociali e culturali. Dopo quest’iniziale disamina, Confini. Realtà e invenzioni si sviluppa in una sequenza di 17 schede tematiche, ognuna dedicata all’approfondimento di una diversa tipologia di confine tratta dalla straordinaria complessità della vita umana. Aneddoti e curiosità – come la storia della città di Moresnet, che non apparteneva a nessuno Stato fino al 1919 – ma anche rimandi alla letteratura, all’arte e al mondo accademico accompagnano lettrici e lettori in questo viaggio caleidoscopico. Per giungere infine a una considerazione quasi rivoluzionaria nella sua semplicità: «Non esiste nessun noi definito in natura, così come non esiste nessun altro. Esiste solo la costruzione che ogni gruppo umano fa di ciò che per qualche modo, in qualche forma, reputa diverso». Quando da questa convivenza di diversità deriverà arricchimento, e non pregiudizio e discriminazione, allora potremmo definirci davvero una specie evoluta.
Gli autori
Marco Aime è antropologo, scrittore e docente di antropologia culturale all’Università di Genova. Ha condotto ricerche in Benin, Burkina Faso e Mali, oltre che sulle Alpi. Tra le ultime pubblicazioni: Conversazioni in alto mare (con R. Gatti, Elèuthera, 2021) e Il pensiero bianco. Non si nasce bianchi, lo si diventa, Add, 2021. Davide Papotti insegna Geografia culturale presso l’Università degli Studi di Parma. Ha pubblicato Geografie della scrittura. Paesaggi letterari del Medio Po (Pavia, 1996). Nel 2012 ha pubblicato, con Marco Aime, per Einaudi, L’altro e l’altrove. Antropologia, geografia e turismo.