Biblioteca” di Mario Lattes. Illustrazioni per l’antologia scolastica I temi e i romanzi della narrativa classica negli acquerelli e disegni di Lattes

Biblioteca” di Mario Lattes. Illustrazioni per l’antologia scolastica

I temi e i romanzi della narrativa classica negli acquerelli e disegni di Lattes

A cura di Francesco Poli

 

Da venerdì 14 febbraio a domenica 8 marzo 2020

Inaugurazione: venerdì 14 febbraio ore 18
Orario mostra: lunedì-domenica, ore 10-19.30

Polo del ’900, Torino

Palazzo San Daniele (Via del Carmine 14)

www.fondazionebottarilattes.it

Disegnatore, acquerellista, pittore e incisore, Mario Lattes (1923-2001) ha realizzato tutte le illustrazioni dei tre volumi di Biblioteca, un’antologia di testi letterari e narrativi per le scuole secondarie di primo grado, pubblicata dalla sua casa editrice nel 1992, a fronte di un lavoro di preparazione iniziato nel 1989, e ripubblicata con integrazioni e aggiornamenti nel 1998 e in uso fino 2010.

Per mettere a fuoco l’importanza e la grande qualità di uno specifico aspetto della produzione artistica di Mario Lattes e sottolineare i profondi legami che esistono fra l’anima letteraria e quella pittorica della sua ricerca creativa, la Fondazione Bottari Lattes, in collaborazione con S. Lattes & C. Editori, organizza la mostra “Biblioteca” di Mario Lattes. Illustrazioni per l’antologia scolastica, a cura di Francesco Poli, al Polo del ’900 di Torino (Palazzo San Daniele, via del Carmine 14).

L’esposizione inaugura venerdì 14 febbraio alle ore 18 e sarà visitabile fino a domenica 8 marzo, a ingresso gratuito. Orario: lunedì-domenica, ore 10-19.30.

All’inaugurazione intervengono: Alessandro Bollo, direttore Polo del ’900; Caterina Bottari Lattes, presidente Fondazione Bottari Lattes; Simone Lattes, Amministratore Delegato Lattes Editori; Francesco Poli, curatore della mostra; Rossana Bissaca e Maria Paolella, autrici dell’antologia scolastica; Mario Guglielminetti, direttore marketing Fondazione Bottari Lattes.

Le scuole potranno effettuare visite guidate gratuite (curate dalla coordinatrice della mostra Alice Pierobon) su prenotazione (segreteria@spaziodonchisciotte.it), nei giorni di  martedì 18,  giovedì 20 e martedì 25 febbraio, martedì 3 e giovedì 5 marzo, dalle ore 10 alle ore 13.

Da Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll all’Infinito di Giacomo Leopardi; da Le avventure di Tom Sawyer di Mark Twain e Rosso Malpelo di Giovanni Verga fino Alla ricerca del tempo perduto di Marcel Proust, passando per Le smanie della villeggiatura di Carlo Goldoni e i libri di Primo Levi. Sono numerosi gli argomenti e i testi dei grandi autori classici italiani e internazionali a cui Lattes ha impresso una forte e originale anima visiva.

Per i tre volumi di Biblioteca, scritti da Rosanna Bissaca e Maria Paolella, Lattes ha lavorato diversi anni, producendo oltre cinquecento disegniacquerelli e tecniche miste su tutti gli argomenti del programma scolastico – dalla poesia all’epica, dalla fiaba ai romanzi –  attingendo alla sua profonda cultura letteraria e iconografica e mettendo in gioco gran parte dei temi e soggetti del suo immaginario, che attraversano la sua ricerca pittorica. Lattes ha elaborato e realizzato le illustrazioni con la massima libertà, guidato da un rapporto allo stesso tempo rigoroso e fantasioso fra immagini e testi e una costante attenzione alla funzione didattica dei volumi.

Le opere esposte – un centinaio di illustrazioni, cinque dipinti e alcuni taccuini di appunti –  sono frutto di un’ampia selezione fra le tavole originali conservate presso la Lattes & C. Editori e la collezione pittorica e incisoria della Fondazione Bottari Lattes.

«La mostra – spiega il curatore Francesco Poli – si sviluppa attraverso una serie di sezioni legate alle tematiche che caratterizzano le varie parti dei volumi. Per ciascuna di esse sono esposti gruppi di immagini originali, in stretta connessione con le specifiche pagine dei volumi, messi in relazione ad altri disegni su taccuini, incisioni o dipinti di Mario Lattes che si collegano agli stessi soggetti e tecniche pittoriche.»

Mario Lattes ha sempre amato appuntarsi visivamente le immagini che le sue letture gli sollecitavano. La sua passione per le illustrazioni tratte da storie e racconti ha avuto una naturale evoluzione nei disegni realizzati per l’antologia Biblioteca. Nel 1992 così racconta il suo processo di creazione di immagini, tra entusiasmi e difficoltà. «Su un album da disegno, su fogli foglietti cartoncini grossi così, sono venuto segnandomi le immagini suscitate dalle letture. Fiabe, racconti, pagine di romanzo, poesie. Per dare una versione figurata al testo scritto, o almeno evocarlo. Alcuni, L’infinito di Leopardi sopra tutti, con il sentimento di arrogarmi un’impresa sfrontata, da non aver quasi coraggio, poi, di metterci sotto il titolo di quei quindici versi. Versi non altrimenti esprimibili se non – forse – da un certo guardare di animali che, muti, sembrano dir di sapere una verità cui noi non giungiamo ma possiamo soltanto, negli occhi loro, dubitare che qualcuno, in silenzio, la conosca.»

E nel catalogo della mostra “Mario Lattes. Disegni e acquerelli” del 1974 (Galleria I portici, Torino) l’artista ricordava ricorda idee e pensieri che lo accompagnavano quando si dedicava alla lettura delle fiabe. «Di animali sono popolate favole e fiabe: metafore di vizi, virtù e terrori della vita. Quasi mai sappiamo come sono davvero fatte le bestie: le zampe della rana, il muso del tapiro, il profilo della scimmia. Ricorrevo allora a testi che lo spiegano e lo illustrano, e le mie letture si moltiplicavano. Leggevo anche fiabe di animali mostruosi, che nessun manuale racconta, e allora mi ingegnavo di formarli io, cominciando da un corpo di leone o di cinghiale, cui aggiungevo spini ed aculei, radendo criniere, ingrandendo occhi, prendendo zampe e code da animali diversi: con risultati subito inattendibili ma poi sempre più “veri” della verità cioè dell’irreale quando attinge alla palude notturna degli incubi, alle forme inorridite di una vita resa troppo lunga dalle percosse ricevute: dove l’urlo della vittima assume il volto del persecutore. »

L’esposizione è accompagnata da un catalogo pubblicato dalla casa editrice Lattes, che documenta le opere, con saggi critici del curatore e di altri specialisti, tra cui le autrici dell’antologia Rosanna Bissaca e Maria Paolella.

Approfondimenti

Francesco Poli (Torino, 1949) è storico e critico d’arte contemporanea. Ha insegnato Storia dell’arte contemporanea all’Accademia di Brera di Milano fino al 2014 e all’Université Paris 8 fino al 2016. Dal 2005 insegna Arte e comunicazione nel Corso di laurea magistrale Comunicazione e culture dei media all’Università di Torino. Ha curato mostre in musei e spazi pubblici e privati. Collabora con La Stampa e con riviste specializzate, tra cui Arte. Tra i volumi pubblicati: Giulio Paolini, Lindau 1990; La Metafisica, Laterza 2004; Catalogo generale delle opere di Felice Casorati, con G. Bertolino, 3 voll., Allemandi 2004; MinimalismoArte PoveraArte Concettuale, Laterza, 2014; Il sistema dell’arte contemporanea, Laterza (nuova ed.) 2018; Arte modernaDal postimpressionismo all’informale, Electa 2007; Collezionisti d’arte, 2014; Arte contemporaneaLe ricerche internazionali dalla fine degli anni’50 ad oggi, Electa, II ed. 2011; La Scultura del Novecento, Laterza 2015; Postmodern Art.1945-Now, Harper Collins Publishers, New York 2008; Non ci capisco niente. Arte contemporanea, istruzioni per l’uso, Electa 2014; Mettere in scena l’arte contemporanea con F. Bernardelli, Johan&Levi 2016; Il pittore solitario. Seurat e la Parigi moderna, Milano 2017.

Mario Lattes (Torino, 1923 – 2001), pittore, scrittore ed editore, è stato personaggio di spicco nel mondo culturale del capoluogo piemontese del secondo dopoguerra. Durante il periodo bellico sfugge alle leggi razziali rifugiandosi a Roma e a Rieti unendosi poi alle truppe alleate, tra cui l’VIII Armata Inglese, in qualità di interprete. Rientrerà a Torino, la sua amata e odiata città, nel 1945. Dopo la Seconda guerra mondiale dirige la Lattes Editori, la Casa Editrice fondata dal nonno Simone Lattes nel 1893, una tra le più importanti nel settore dell’editoria scolastica, ma che pubblica anche i romanzi di Il’ja Erenbúrg (Le avventure di Julio Jurenito) e William Faulkner (Questi tredici), i saggi di Filippo Burzio (La nascita del demiurgo) e di Léon Blum (Del matrimonio). Collabora con scritti e disegni alle più importanti riviste culturali del momento, tra cui “Il Mondo”, la “Fiera letteraria” e la “Gazzetta del Popolo”. Con un gruppo di amici (Vincenzo Ciaffi, Albino Galvano e Oscar Navarro) nel 1953 fonda la rivista “Galleria” che dall’anno seguente, con il titolo “Questioni”, diventa voce influente del mondo culturale non solo locale. Vi partecipano intellettuali italiani e stranieri come Nicola Abbagnano, Albino Galvano, Theodor Adorno e molti altri. Nel 1960 si laurea all’Università di Torino con il professor Walter Maturi, discutendo una tesi in storia contemporanea su “Il Ghetto di Varsavia”.

Tra il 1958 e il 1985 pubblica diversi romanzi e racconti, tra cui: Le notti nere (Lattes, 1958), La stanza dei giochi (Ceschina, 1959), Il borghese di ventura (Einaudi, 1975; Marsilio, 2013), L’incendio del Regio (Einaudi, 1976; Marsilio, 2011), L’Amore è niente (Editore La Rosa, 1985), Il castello d’acqua (Aragno, 2004) postumo. Le vicende personali, i sentimenti, le paure, le speranze, la vita di tutti i giorni, sono i temi di cui sono fatti i romanzi di Mario Lattes, che sono spesso opere autobiografiche, scritte con sensibilità profondamente surreale ed epico senso dell’inconcludenza umana. Sopravvive però sempre l’ironia. Nel libretto Fine d’anno, pubblicato nel 1972, sono raccolte alcune poesie di Lattes che ripropongono i temi centrali della sua riflessione e della sua ossessione: la nostalgia per ciò che si è dovuto lasciare, che non c’è più se non nella memoria, il male assoluto, la morte e la natura, l’amore che passa crudelmente, l’esilio. Nel 2015, per volontà degli eredi, vede la luce Il Ghetto di Varsavia, tesi di Laurea di Mario Lattes pubblicata per la prima volta, dopo 55 anni dalla sua stesura, da Edizioni Cenobio, a cura del professor Giacomo Jori.

Del 1947 è la sua prima mostra alla galleria La Bussola di Torino, a testimonianza delle maturate esperienze artistiche, nate durante il soggiorno laziale e coltivate per tutta la sua vita, come artista e collezionista. Fino alla fine degli anni novanta allestisce personali a Torino, Roma, Milano, Firenze e Bologna e partecipa con successo a due edizioni della Biennale di Venezia, della Quadriennale di Torino e di Roma oltre a diverse esposizioni collettive. Il suo lavoro pittorico e la sua attività culturale sono stati oggetto di numerose recensioni e alcuni studi critici.

Dopo la sua scomparsa, importanti istituzioni gli hanno dedicato antologiche e retrospettive. Il Comune di Torino, in data 11 maggio 2017, con una cerimonia pubblica, gli ha intitolato l’area verde di Piazza Maria Teresa, nel quartiere Borgo Nuovo.

La Fondazione Bottari Lattes è nata nel 2009 a Monforte d’Alba (Cn), dalla volontà di Caterina Bottari Lattes. Ha come finalità la promozione della cultura e dell’arte e l’ampliamento della conoscenza del nome di Mario Lattes (1923-2001) nella sua multiforme attività di pittore, scrittore, editore e animatore di proposte culturali. Porta avanti iniziative di studio e di ricerca culturale, curandole direttamente o in collaborazione con altri enti o istituzioni, e organizza progetti e appuntamenti culturali. Tra le principali attività: mostre di arte e fotografia, il Premio letterario internazionale Lattes Grinzane, il Premio biennale Mario Lattes per la Traduzione, i progetti per le scuole come Vivolibro, i concerti e i convegni, le rassegne teatrali e cinematografiche. La Fondazione Bottari Lattes è situata in via Marconi 16, Monforte d’Alba Nel 2015, sempre a Monforte, Caterina Bottari Lattes e l’ex Presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz hanno inaugurato la Biblioteca-pinacoteca Mario Lattes, che custodisce gran parte dei quadri, dei libri e dell’archivio personale di Mario Lattes. Nel 2017 la Città di Torino-Presidenza del Consiglio Comunale ha intitolato a Mario Lattes i giardini pubblici di Piazza Maria Teresa, come riconoscimento all’impulso culturale profuso da Lattes nei suoi tanti impegni nel capoluogo piemontese.

La Casa Editrice Lattes è stata fondata a Torino nel 1893, quando Simone, allora impiegato dell’odierna Libreria Luxemburg, aprì la Libreria Lattes di via Garibaldi 3. Nella seconda metà del Novecento, sotto la guida di Mario Lattes, si è progressivamente concentrata sulla scuola secondaria di primo e secondo grado pubblicando libri di testo che hanno accompagnato milioni di studenti; l’educazione tecnica di Arduino e le antologie di Bissaca e Paolella sono tuttora tra i best seller della scuola italiana. Oggi l’azienda, indipendente e leader di mercato nella scuola secondaria di primo grado, è gestita dalla quinta generazione della famiglia.

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