Venezia celebra Henri Rousseau e il suo candore arcaico

Nella suggestiva cornice di Palazzo Ducale, dal 6 marzo al 5 luglio 2015 Venezia ospita la mostra dedicata al candore arcaico di Henri Rousseau. All’inconfondibile realismo dell’artista francese si ispira la raccolta dei cento capolavori esposti, provenienti dalle maggiori collezioni internazionali. Rousseau Doganiere - Autoritratto
Giungle, nature morte, ritratti e squarci della piccola borghesia, paesaggi bucolici tra avvolgenti atmosfere oniriche che trasfigurano città industriali: una varietà di opere che esaltano la purezza, l’incanto e la fanciullezza dello stile espressivo di Rousseau, attivo tra la seconda metà del XIX secolo ed il primo decennio del Novecento.
La mostra, curata da Laurence des Cars e Claire Bernardi, vuole riportare in auge in termini critici e storiografici il percorso artistico del Doganiere, punto di riferimento all’epoca per grandi personalità delle avanguardie storiche, come gli intellettuali Apollinaire e Jarry, i collezionisti Wilhelm Uhde e Paul Guillaume, e pittori che precedettero e superarono le avventure del cubismo e del futurismo: da Cézanne a Gauguin, da Redon a Seurat, da Morandi a Carrà, da Frida Kahlo a Diego Rivera, e infine Kandinskij e Picasso.
40 capolavori di Rousseau in mostra, posti a confronto con decine di altre opere realizzate da artisti contemporanei e da antichi maestri – da Liberale da Verona al Maestro della Fruttiera Lombarda, da Giovanni di ser Giovanni detto lo Scheggia a Francisco Goya – dai quali l’artista ereditò una vena arcaica, accostandola sapientemente a quella classicista imperante. Tra i principale dipinti trovano spazio l’Autoritratto (1889-’90), considerato il primo ritratto-paesaggio della storia dell’arte, Il cortile (1896-’98), acquistato personalmente da Kandinsky, La guerra o la cavalcata della Discordia (1894), con un’impronta di innocenza ed ingenuità infantile uniche, fino alle raffigurazioni della natura selvaggia nell’Incantatrice di serpenti (1907) e nel Cavallo assalito da un giaguaro (1910).
L’evento rappresenta un’occasione imperdibile per un’ampia rivisitazione dell’artista francese, che è tale da valorizzarne in modo eccellente l’estro e la maestria.

Clara Agostini

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