The Social Network, così nasce un trionfo

2003, è notte fonda e ad Harvard un hacker sta rubando migliaia di dati: foto e profili dagli annuari elettronici dell’università. Inizia con un furto d’identità l’avventura che porterà Zuckerberg a fondare Facebook. Un anno dopo: l’idea era di creare un sito, Facemash, dove poter comparare e votare le ragazze di Harvard. Immediatamente diventa il sito più cliccato, tanto da mandare in tilt i server di Harvard.
A guardare la pellicola non c’è dubbio che Mark Zuckerberg sia un genio, e non solo del PC. Dopo aver appreso i rudimenti della programmazione dal libro C++ for Dummies, già al college realizza un videogame alla Risiko poi Synapse, un mini software che fa memorizzare al lettore mp3 i gusti di chi lo usa. Microsoft e Aol gli offrono un assegno a sei zeri ma lui pubblica tutto in rete, può sembrare un pazzo, ma è solo astuto. Come accadrà anche con Facebook, Zuckerberg ha un senso più alto degli affari: inutile monetizzare per pochi spiccioli un’idea embrionale prima di conoscerne tutte le potenzialità e ricavarne soldi seri. E Mark aveva capito il potenziale. Con l’amico Edouard costruisce tutto il network che si allarga da un’università all’altra, prima in America e poi nel mondo. Esponenzialmente si diffonde ovunque e qui cominciano i problemi. “Per farti 500 milioni di amici dovrai pure farti qualche nemico” così recita lo slogan del film, infatti Zuckerberg viene accusato dai ricchi gemelli Winklevoss di avergli rubato l’idea e di aver tradito anche l’amico Edouard che tanto l’aveva sostenuto e che ne era diventato socio al 30%. Ma il film resta neutrale: “ho troppo rispetto e ammirazione per tutti i protagonisti”, spiega il regista Fincher per prendere le parti di uno o dell’altro. Mark pagherà i gemelli e Edouard dopo una lunga causa, ma ormai Facebook è una tale realtà che è inarrestabile e lui si arricchisce in proporzione, quotidianamente.
Nel film sono rivelati i retroscena di come Zuckerberg, abbia, non solo fondato il più famoso sito di social network, ma sia anche potuto, accidentalmente, diventare uno dei 400 uomini più ricchi del mondo. Il film è tratto dal libro “The accidental Billionaires” di Ben Mezrich, libro a sua volta controverso, ma che ha dato il via al film diretto da David Fincher e prodotto da Kevin Spacey.
Mark è sempre stato un ragazzo diverso dagli altri, considerato uno sfigato per gli standard sociali dei college americani, ma lui è orgoglioso della sua diversità che gli ha permesso di vedere oltre tutto quello che i “normali” non riuscivano neppure ad intravedere. Tutto è iniziato proprio dal suo essere particolare e unico. Genialità o fortuna quindi? Sicuramente intuizione, quella di non essere l’unico isolato, ma che tutti avrebbero voluto connettersi con tutti.

 Mauro  Meleddu

 

Related Posts

di
Previous Post Next Post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

0 shares