Semplicemente Allen Toussaint: a Roma il massimo esponente dell’R&B anni ’70

Un importante storico della musica, Vincenzo Martorella, ha scritto anni fa in un articolo circa il più grande improvvisatore vivente, Sonny Rollins, che un suo concerto nella vita dovrebbe passarlo la mutua; perché è un atto d’amore. Ora, seguendo la medesima linea di pensiero, è possibile sostenere che Allen Toussaint ha saputo trasportare il pubblico romano alla scoperta di un linguaggio straordinario: lo swing. Era il 19 marzo e nella sala Sinopoli dell’auditorium parco della musica un brusio colmo di curiosità precedeva l’entrata del leader.

Produttore, compositore (Lady Marmelade), arrangiatore, session-pianist e cantante, Allen Toussaint ha collaborato, fra i tanti, con Paul McCartney, Lee Dorsey, The Pointer Sister e The Labelle. Il suo lavoro “dietro le quinte” da solo sarebbe sufficiente a far di lui una leggenda dell’R&B di New Orleans. Invece Toussaint al pubblico si concede. Senza trucchi. Il sipario si apre e l’entrata, inconfondibilmente americana, procede a passo felpato di swing nel fragore degli applausi. I primi brani sono due R&B tratti dal suo ultimo lavoro, “The Bridge of Mississipi”, il cui tour lo ha fatto sbarcare nell’edificio di Renzo Piano.

Confezionando due interventi in Piano Solo, Allen ha saputo alternare lo Sride piano, a Chopin; Mozart a Caruso. Rivelando una musicalità straordinaria, capace di unire linguaggi musicali lontani sullo spartito anni luce. Il concerto è stato così un susseguirsi di brani (Sweet Georgia Broown e Saint James Infirmarye) che hanno spaziato dal jazz traditional – quello per intenderci suonato nei primi due lustri del ‘900 a New Orleans dalle Marchin Bands che accompagnavano le cerimonie collettive – al Blues, Funky, Jazz. In un secondo Piano Solo invece ha suonato lo stile Boogie Woogie, per poi sfociare in “Volare”; interpretata con orchestrale consapevolezza.

Fedeli compagni di viaggio (è sufficiente il cenno d’uno sguardo per richiamare l’ entrata repentina ed esatta dei musicisti) erano: H.LeBeaux, batteria; R.Guerin, double bass, cori; R.Poche, chitarra, trombone, cori; B.Cayolle, sax, clarinetto cori. Una formazione composta da polistrumentisti: non potendo portar con se la consueta session di fiati, Toussaint ha scelto di conservare ritmica, dal groove potente e corposo. Sicuro approdo, che gli ha consentito di navigare con assoluta libertà nei suoi diversi stili linguistici.

Nel concerto Allen ha saputo esprimere in mondo interiore d’un musicista che ha fatto contribuito a fare la storia del R&B. Il suo linguaggio ha saputo creare tra musicisti e pubblico quella particolare socialità che è propria dello swing. Ma il lato ancor più sorprendente è la facilità con cui Toussaint passa da uno stile all’altro. E’ il suo swing – questa  pulsazione ritmica che ha musicalmente contraddistinto del secolo appena trascorso dagli altri – a potuto donargli tale libertà. Il sound R&B della Crescent City degli anni ’60, ’70, è stato forgiato da Allen Toussaint. Leggenda vivente.

Viero Menapace

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