Modi di dire

L’inverno è oramai passato, ma il mese di Marzo, si sa, è foriero di pioggia.

Talvolta “pioggerellina che picchia argentina”, talora scroscio temporalesco annunciato da “un bubbolìo lontano”, o ancora “argentea pioggia che monda, il croscio che varia secondo la fronda”.

In Italia la pioggia insistente, copiosa, viene definita “pioggia a catinelle”, dal sinonimo di bacile che, svuotato, pare faccia venir giù secchiate d’acqua.

In Francia si usa invece “il pleut des hallebardes” dallo scintillio metallico della pioggia cadente, a guisa di una lama, di una alabarda.

In tedesco si dice “es regnet Bindfäden” perché lo scroscio è talmente continuo, che le gocce non sono più distinguibili e paiono dei fili, delle corde, appunto…

Ma il modo di dire più ilare e meno facilmente deducibile è l’espressione inglese “it’s raining cats and dogs” che nulla ha a che fare con la caduta dal cielo dei nostri amici a quattro zampe, bensì, pare, all’assonanza fonetica con il greco “cata doxa” che significa inusuale, insolito, così come è la pioggia temporalesca.

Henry Vaughan, nel 1651, usò per primo questa espressione riferendosi ad un tetto sicuro da “dogs and cats rained in shower” ed in molti hanno provato a rintracciarne le origini.

Taluni conducono all’uso medievale di lasciare le bestie morte ai lati delle strade, i cui poveri corpi venivano miseramente trascinati dalla procella.

Oppure credono sia una storpiatura dell’antico inglese “catadupe”, cateratta o cascata, la cui etimologia greca è κατάδουποι.

Altre teorie si rifanno alla mitologia nordica: Odino, dio delle tempeste, accompagnato dai cani, Geri e Freki, simboli del vento e Freyja, la Signora, condotta in cielo dai suoi gatti alati, alla ricerca dello sposo Oor, legati a riti esoterici di fulmini e fortunali. Il gatto è ancora oggi considerato un barometro eccezionale nel segnalare l’arrivo di bufere. Piovere cani (vento) e gatti (saette) indicava quindi un uragano.

Suggestive spiegazioni, divertenti modi di dire, ma, l’importante, in questi giorni, non dimenticar l’ombrello ad evitare lance, catini, spaghi e …cuccioli!

 

Sabrina Cicinasasas

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