Il mondo del “Food”, tra vizi e virtù, in esposizione al MAXXI

 Nell’era di Expo, il MAXXI di Roma indaga il cibo, la sua cultura e le sue contraddizioni offrendo alla capitale un’esposizione composita e suggestiva. “Food, dal cucchiaio al mondo” curata da Pippo Ciorra e in mostra fino all’8 novembre, è un viaggio a 360° nell’alimentazione, intesa nel senso più vasto di corpo, città, paesaggio, distribuzione, tecnologia e tradizione. Le oltre 50 opere inserite, in perfetto stile MAXXI, negli immensi “archi-spazi” offerti dal genio di Zaha Hadid, raccontano la storia del cibo, il problema della distribuzione globale, come esso ha modificato le società e le culture, e il suo rapporto con la modernità e l’innovazione.

Le opere di artisti, fotografi e designer, divise in sei sezioni tematiche, si snodano attraverso il primo e il secondo piano, cogliendo perfettamente l’obiettivo dell’Expo di Milano: si passa rapidamente dalle kommunalka sovietiche, con le famose cucine condivise, alla chashitsu giapponese, la cerimonia nipponica del tè, “ricostruita” fedelmente in grandezza naturale. L’incipit è sconvolgente: il progetto “No seconds” di Henry Hargreaves, esplora il rapporto tra il piacere del cibo e la psiche umana attraverso gli ultimi pasti dei condannati a morte statunitensi. Una serie di gigantografie troneggiano nella sezione “Corpo”: l’assassino Victor Feguer scelse di concludere la sua esistenza mangiando una singola oliva, mentre il pluriomicida Allen Lee “Tiny” Davis optò per un “last meal” decisamente più sofisticato, a base di coda d’aragosta e gamberetti fritti. Gli appassionati di storia saranno appagati dai poster pubblicitari (dei particolari capolavori grafici), commissionati durante la Seconda guerra mondiale dal Ministero inglese dell’informazione, che avevano l’obiettivo di invogliare la popolazione a consumare cibi autoctoni, immuni dal rischio di affondamento mercantile degli U-Boot tedeschi.ZZ

Il curatore Pippo Ciorra ha così descritto le finalità dell’esposizione: “Con questa mostra il MAXXI si assegna il compito di esplorare in profondità e far esplodere le contraddizioni legate allo spazio del cibo, croce e delizia, glamour e miseria dell’umanità. Cerchiamo di farlo mettendo a confronto, senza filtri, le molte visioni del mondo e dello spazio del cibo, che si accompagnano a un tema che mette insieme profitto, moda e lusso con questioni di etica globale, biopolitica planetaria, emergenze sociali e umane che tolgono il respiro”.

“Food” analizza il rapporto tra progettisti e sostenibilità, mostrando le visionarie città ideali di Le Corbusier, Frank Lloyd Wright e Ignazio Gardella. La mostra è un omaggio all’innovazione architettonica: una fedele riproduzione del MarktHal di Rotterdam, tempio moderno del “food”, mostra il progresso estremo nel concetto occidentale di distribuzione. Le contraddizioni che interessano il mondo dell’alimentazione, sono un altro tema affrontato dall’esposizione. Ogni anno in tutto il mondo, un terzo del cibo prodotto (circa 1 miliardo e 300 milioni di tonnellate) è sprecato, di questo larga parte nei paesi industrializzati, mentre quasi un miliardo di persone soffre ancora la fame. Una distanza abissale tra Nord e Sud del mondo, che proprio nei mesi di Expo 2015, non può non farci riflettere. Il cibo, piacere e lusso, ma anche bisogno basilare e problema umanitario. Tra progetti futuristici, sfarzo, sprechi, fame e povertà.

 

Francesco ConsiglioZ

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