Anna Merolle, trasformare il disagio interiore in una voce amica

Anna Merolle, psicologa e psicoterapeuta a indirizzo gestalt-analitico, ha integrato la propria formazione con la Pnl, l’Ipnosi Post Ericksoniana e le Costellazioni familiari. È Presidente dell’Associazione culturale Ancis-Psiche, per la promozione della psicologia nel sociale, e Direttrice del Centro Psicologico Roma, a tutela della violenza di genere.

L’abbiamo incontrata alla presentazione del suo primo libro “Il filo di Anna. Tanti nodi, una sola storia. Trasformare il disagio interiore in una voce amica” ed il dibatto che ne è seguito ha assunto alti livelli di riflessione sull’incomunicabilità dell’uomo moderno che sublima l’esigenza relazionale attraverso un uso improprio della tecnologia.

Dottoressa Merolle, perché scrivere un libro della sua esperienza professionale? Quale fil rouge accompagna le testimonianze? Qual è il Filo di Anna?

La scelta di scrivere un libro con il contributo dei pazienti nasce da un duplice intento; da un lato, il desiderio di condividere un’esperienza elaborata in anni di attività clinica, dall’altro la volontà di permettere ai pazienti di guardare con distanza catartica alle proprie parole. Terapeuta e pazienti legati, dunque, dallo sforzo di dare dignità alla sofferenza e di abbattere il muro eretto da paure, vergogne, identificazioni, sensi di colpa e convinzioni limitanti. Il filo di Anna, rappresenta una traccia per chi decide di entrare, con coraggio, nel proprio labirinto alla ricerca del bandolo della matassa. I percorsi tematici si aprono con i racconti dei pazienti che danno voce al vissuto emotivo, concretizzando la sofferenza in un urlo, ma l’urlo calmo di chi accetta di poter cambiare. Le testimonianze riportate introducono in uno spazio privato che diventa finestra aperta su punti di vista, possibili identificazioni, sassolini di Pollicino portatori di una speranza indispensabile per guardare ai disagi del nostro tempo come a qualcosa che, in un modo o nell’altro, riguarda tutti

Se dovesse individuare il male più grande che affligge l’umanità, in questi tempi di globalizzazione, quale sceglierebbe? E quale medicina?

In questo tempo di globalizzazione e di facile consolazione tecnologica, il disagio psicologico va considerato come attinente alla condizione umana. Secondo i dati provenienti dal Congresso dell’Associazione Europea di Psichiatria (EPA) dello scorso anno a Vienna, sono 164 milioni i cittadini europei affetti da disagio psicologico e, su questi, solo 1 su 3 si cura. Oggi gli esperti parlano di pandemia della malattia mentale, entro il 2030 il disagio psicologico, come male più diffuso, avrà riflessi imponenti sulle malattie fisiche con implicazioni sulla sanità, sull’economia e sulla produttività. Stando alle statistiche, il male più diffuso è la depressione, a cui fa seguito il disagio d’ansia e i disturbi del sonno. Tutti gli approcci di cura, da quello psicologico a quello psichiatrico e al di là delle proprie specifiche metodologie, devono guardare alla prigionia interiore impostaci da una società di facile consolazione tecnologica e di cui la solitudine è il carceriere. Il filo di Anna si pone come una voce amica. Le testimonianze dei pazienti divengono dei piccoli racconti che ci aiutano a non sentirci soli mentre soffriamo e nemmeno quando siamo nella faticosa lotta per uscirne. Ogni disagio esprime e porta con sé una sofferenza che non può essere identificata in una scala di valori. La sofferenza ci rende unici e uguali allo stesso tempo. Nel filo di Anna si affronta il disagio come un urlo calmo, che si esprime nelle sue molteplici sfaccettature e, come una matriosca, ogni capitolo racchiude e porta con sé l’altro. Dal senso di colpa all’inadeguatezza; dalla depressione all’ansia nelle sue molteplici forme; dalla ferita del tradimento alla dipendenza affettiva e dal sesso in chat fino alla violenza di genere.

È direttrice del Centro Psicologico Roma, un luogo ove trovare assistenza psicologica, legale e tutela dalla violenza sulle donne. Abbiamo trovato molto interessanti i vostri aperitivi pensanti. Vuole parlarcene?

Il CentroPsicologicoRoma nasce nel 2012 con l’intento di creare una piattaforma polivalente attenta alle problematiche psicologiche e sociali delle fasce più deboli, con uno sguardo privilegiato all’universo femminile. Per questo abbiamo creato anche uno sportello antiviolenza che offre assistenza alle donne, ma anche agli uomini, vittime di violenza fisica, psicologica, sessuale e di qualsiasi forma di vessazione.

Dal 2015, Il CentroPsicologicoRoma ha lanciato “Gli aperitivi pensanti del CPR” un incontro a titolo gratuito che si tiene un mercoledì al mese, uno spazio che propone di coniugare mente e gola, dove vengono invitati personaggi provenienti da vari ambienti culturali, scrittori, psicoterapeuti, critici cinematografici ecc, per affrontare le tematiche di genere, e non solo, nelle sue varie declinazioni, una sorta di salotto dove poter discutere e dialogare anche con il pubblico in maniera dinamica.

 

Prossime presentazioni del libro:

DOMENICA 27 novembre 2016 – ORVIETO, Libreria Dei Sette ore 17.00

MERCOLEDI 30 novembre 2016 – VITERBO, Libreria Etruria ore 17.30

Sabrina Cicin

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