70° anniversario dell’operazione Dragoon

C’è qualcosa che resta nel cuore degli uomini, quando ormai sono transitati quei momenti di effervescenza collettiva che poi diventa righe e pagine di libri. Restano canzoni, e ricordi a colori da cui togliere la polvere dei giorni che passano in fretta diventando rapidamente mesi, anni, decenni che si posano leggeri a ricoprire ciò che è stato fatto.

Anche a questo serve la rievocazione storica: tenere viva la Storia, scrostando la patina di epicità quando troppo spessa o lucidando eventi troppo spesso lasciati ad invecchiare in un angolo del tempo. A questo ha assistito chi ha partecipato alle celebrazioni del 70° anniversario della liberazione del sud della Francia. Paesi come Aix en Provence, la cui cittadinanza ha affollato i lati delle strade attraverso cui passavano moderni aedi responsabili del legame fra passato e presente. Vedere tutta quella folla riunita con le bandiere in mano, celebrare la libertà e la propria Nazione con orgoglio e sentimento, è stato coinvolgente e commovente per tutti coloro che si sono dedicati all’organizzazione dell’evento; a partire dalle municipalità coinvolte per arrivare alla cittadinanza, senza tralasciare le autorità -anche estere- che sono intervenute in rappresentanza delle unità militari americane, fisicamente sbarcate durante l’operazione Dragoon: quando Il 6º gruppo d’armata statunitense, noto anche come Gruppo d’Armata Meridionale o come Forza Dragoon, comandato dal tenente generale Jacob L. Devers toccò terra negli assolati giorni di metà agosto del 1944. L’operazione ebbe successo grazie anche al lavoro di preparazione messo in campo dalla resistenza francese verso cui l’affetto della popolazione è palpabile anche ai giorni nostri. Di questo ne è la dimostrazione il fatto che viene regolarmente intonato, durante le celebrazioni, il canto dei partigiani subito dopo l’inno nazionale.

 

 

Giampaolo Giudice

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