Si è concluso sabato 19 maggio, BALCANI D’EUROPA

_Lo specchio di noi, il progetto curato da Roberta Biagiarelli, che in 10 giorni di incontri ha visto un susseguirsi di numerosi e prestigiosi ospiti, coinvolgendo più di 2000 persone di cui 1000 studenti.

Più di 2000 persone di cui 1000 studenti: con questo bilancio positivo di pubblico si è concluso Balcani d’Europa_lo specchio di noi, progetto a cura di Roberta Biagiarelli, promosso da Associazione culturale Magazzini San Pietro e Babelia & C. – progetti culturali, realizzato con il sostegno di Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, dei Comuni di Modena, Formigine, Maranello, Sassuolo, della Fondazione Vivere il Sapere/Istituto Sacro Cuore di Modena, con il patrocinio di Regione Emilia-Romagna ed in collaborazione con Istituto Storico di Modena, Consorzio Creativo, Fondazione L’educazione costruisce la Bosnia di Sarajevo, Associazione ADL a Zavidovici Onlus, Associazione Nema Problema.

 

Bilancio positivo non solo nei numeri ma anche nella qualità degli incontri che si sono svolti dal 9 al 19 maggio, tra Modena, Formigine, Maranello e Sassuolo, ricchi di testimoni, riflessioni, approfondimenti storici. I vent’anni di Srebrenica, il monologo di Roberta Biagiarelli sono stati lo spunto dal quale partire per ampliare la riflessione ai Balcani e dai Balcani all’Europa, dai conflitti alle nuove relazioni, da una storia plurale e culturalmente ricca alle difficoltà create da chi, facendo leva su particolarismi e diffidenti rivendicazioni, ha alimentato costantemente e ancora oggi cerca di alimentare divisioni.

 

Jovan Divjak, Paolo Rumiz, Marzia Bona, Ado Hasanovic, Kanita Ita Focak, Agostino Zanotti, Azra Nuhefendic, Mons. Erio Castellucci, Massimiliano Morini, Andrea Rossini, Martino Lombezzi, Marta Fracassetti, Anna Scavuzzo, Giulia Pigoni, Luigi Ottani, Pierluigi Senatore,  Michele Nardelli, Ismail Fayad, Giuliano Albarani, Dario Terzic, Melita Richter, Massimo Tesei, Nicole Corritore, Monica Bardi Rastello, Giorgio Morbello, Maria Costi: gli ospiti con i quali si è riflettuto di multiculturalità, dell’affermarsi dei nazionalismi, di mafie nostrane e mafie balcaniche, di Europa.

 

Nucleo del progetto è stata l’attenzione nei confronti delle nuove generazioni con gli incontri riservati agli studenti e ai docenti (gli incontri sono stati validi ai fini formativi) che hanno avuto l’occasione di riflettere, a partire dalle vicende dei Balcani, che ancora si irradiano in tutta Europa, sulla contemporaneità e comprendere meglio le ragioni dei linguaggi del presente, imparando a decifrare la complessità della società in cui vivono.

Esercizi di cittadinanza per capire il nostro presente: era il sottotitolo della manifestazione. E in effetti così è stato perché, attraverso l’arte e le testimonianze dirette, il progetto ha promosso l’acquisizione di competenze chiave di cittadinanza, sociali e civiche, e contribuito alla costruzione di una realtà lontana dalle divisioni, dagli stereotipi culturali, dalle diffidenze e dalle chiusure causate dall’ “ignoranza dell’altro”.

 

 

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