MARIO PERNIOLA, VITA DI UN OUTSIDER

Un anno fa moriva il filosofo e teorico dell’arte contemporanea, Fondazione Micheletti lo ricorda con un convegno a Brescia.

Dalle 9 di Venerdì 11 gennaio, presso la biblioteca della fondazione di Via Cairoli 9, storici, filosofi e saggisti di livello internazionale insieme per una giornata in onore di Mario Perniola, scomparso il 9 gennaio del 2018. Un confronto aperto al pubblico sul rapporto tra estetica, critica e realtà sociale, snodi essenziali della sua riflessione, che continua a mostrarsi acuta quanto attuale.

Filosofo, scrittore e saggista, Mario Perniola è considerato uno dei pensatori più innovativi e una delle voci più originali del panorama italiano contemporaneo.

La sua opera si muove tra l’estetica, la politica e la letteratura passando per le avanguardie del Novecento, la postmodernità, il postumanesimo e la teoria critica.

La filosofia di Perniola si declina come un pensiero del conflitto e dell’opposizione, nella ricerca di percorsi alternativi rispetto alla tradizione metafisica occidentale, intesa come scienza della realtà eterna, stabile e assoluta.

Nello specifico, è dalla combinazione dello stoicismo, del barocco e delle avanguardie artistiche e letterarie degli ultimi due secoli che Perniola sviluppa i suoi concetti cardine. Contro le imposizioni omologanti di una comunicazione onnipresente, Perniola prospetta un’estetica dell’agire e del sentire capace non soltanto di interpretare ma anche di orientare l’esistenza dell’individuo contemporaneo. Il “simulacro”, il “transito”, l’“enigma”, l’“inorganico”, il “rito senza mito” e l’“arte espansa” sono alcune delle nozioni chiave sviluppate dal filosofo astigiano che permettono di indagare gli orizzonti esperienziali della società attuale, e che nella giornata di studio saranno approfondite. Esse mettono in luce numerosi elementi che caratterizzano il sentire presente: dalla crisi del rapporto di coappartenenza tra sapere e potere alla caduta dei miti e delle ideologie; dall’alienazione artistica alla violenza della soggettività; dalla banalizzazione del quotidiano alla riduzione della cultura a semplice decorazione.

A questo panorama, che appare in prima battuta desolante, Perniola oppone una filosofia che recupera e valorizza tutta una ricchezza ancora recuperabile dal presente, dai nuovi mondi dell’arte, dal sentire neutro e impersonale, dal fiorire del virtuale e soprattutto dall’effettualità di un agire esteticamente orientato. Per tali ragioni la filosofia di Perniola possiede una grande risonanza soprattutto in questo momento di rivolgimenti politici e sociali, seguiti sempre più spesso da una forte sensazione di malessere e smarrimento.

Essa non prova infatti nessuna nostalgia verso sistemi istituzionali decaduti né promuove alcune soluzioni utopiche ma si dichiara allo stesso tempo in favore della presenza e del presente

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