Vendemmia Asti: una storia italiana

La “Vendemmia Asti 2011″ vede quest’anno una serie di manifestazioni spettacolari a Canelli, tra cui carri trainati da buoi, con contadine in costume d’epoca che offriranno grappoli di uva ai turisti, visite alle cantine dove l’uva viene lavorata. Ricordiamo che la storia dei vini spumanti italiani passa dal Piemonte ed in particolare per la città che per antonomasia viene considerata la capitale dello spumante: Canelli. Proprio nelle cantine delle Case spumantiere di Canelli sono state sviluppate a partire dal 1850 le tecniche di vinificazione che, con costanti miglioramenti, permettono tutt’oggi di produrre uno spumante fine e delicato come l’Asti. Le conoscenze acquisite dagli enologi delle aziende, l’applicazione di innovazioni tecnologiche e gli studi scientifici mirati sviluppati da ricercatori “incuriositi” dalle caratteristiche dell’Asti, hanno portato all’ottimizzazione il processo di produzione, conservando comunque in alcune fasi le esperienze del passato. Alcune importanti applicazioni, indispensabili per assicurare una qualità elevata e costante dell’Asti nel tempo, come ad esempio i processi di stabilizzazione o conservazione delle caratteristiche di freschezza e fragranza del prodotto, derivano da un bagaglio tecnico tramandato nel corso dei decenni. E’ inoltre una terra vocata al Moscato bianco, straordinaria per qualità e personalità, la zona di origine dell’Astidocg è stata ufficialmente delimitata sin dal 1932. Un territorio vasto che comprende 53 Comuni ed interessa le province di Alessandria, Asti e Cuneo. La superficie totale del vigneto a Moscato bianco è di quasi 10.000 ettari, suddivisa tra oltre 6800 vignaioli. Sulle colline di Langhe, Roero e Monferrato la vite regna sovrana, prospera in filari ordinati, curati, preziosi, capaci di rendere inconfondibile e irripetibile lo straordinario paesaggio del sud Piemonte. Sin dalla sua fondazione, nel 1932, compito del Consorzio è “svolgere tutto quanto è ritenuto necessario per la tutela e la valorizzazione dell’immagine sia dell’Asti e del Moscato d’Asti che del Consorzio in Italia e nel mondo”. Il successo internazionale di queste uve è testimoniato anche da importanti citazioni letterarie che tramite l’Asti Spumante hanno portato l’Italia tra le parole di autori quali Ernest Hemingway che conobbe la Langa nel 1948, quando arrivando dall’America si trasferì in auto da Genova a Stresa, facendo tappa nei dintorni di Asti per assaggiare i migliori vermouth della zona. Troviamo la citazione anche tra le parole di Gorge Orwell, di T.S. Elliot, fino ad arrivare al grande William Shakespeare che lo cita ne “La Bisbetica Domata”.

Mauro Meleddu

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