Sua Maestà la Pizza ed il Re Vino

Pochi giorni fa è stata la giornata mondiale della Pizza. Di Sua Maestà la Pizza che tanto in alto porta da sempre il nome dell’Italia e ne caratterizza una riconoscibilità a livello mondiale quasi unica. Come sempre queste pagine on-line sono spesso strumento per noi di approfondimenti con cui ci piace entrare nei meandri del non scontato per ottenere visioni parallele alternative che possano destare una sana curiosità in voi lettori. Alzi la mano chi non ha mai preso una birra per accompagnare una pizza! Probabilmente non lo hai mai fatto solo chi non ama o non può bere la birra. Questo binomio rappresenta un grande classico intramontabile. Si genera quasi una combinazione scontata, automatica. Eppure si sta facendo strada, nel corso del tempo, una tendenza che sta prendendo sempre più piede e che può essere gestita meravigliosamente a seconda del condimento principale che caratterizza la Pizza ordinata: il vino, infatti, si sta insinuando sempre con maggior forza tra le due componenti, iniziando ad emarginare la classica “bionda” che per una vita è stata la fedele compagna di Sua Maestà. Se una buona media ghiacciata non passerà mai di moda, dall’altra parte la tendenza ad abbinare bollicine, un rosso strutturato o un rosè è in netta crescita. Badate bene, quanto segue non è un’azione mirata a denigrare la birra, anzi potremmo apire (magari dedicandone un altro approfondimento più in là) esaltanti scenari legati all’altissima qualità nella produzione di questa bevanda a base di malto d’orzo e luppolo che sta crescendo nel tempo. Non solo, mi piace anche aggiungere, a scanso di equivoci, che rimarrà un grande eterno classico che difficilmente vedrà un tramonto! Varie sono le motivazioni che stanno introducendo un nuovo compagno da accostare alla Pizza. La prima che ci viene in mente è, che in un mercato che presta sempre più un occhio di riguardo agli aspetti salutistici dell’alimentazione, le intolleranze alimentari (ricordiamo che la birra contiene glutine) iniziano ad essere sotto una lente d’ingrandimento utilizzata sempre più frequente. Ci sarebbe poi da dire che l’associazione pizza-birra non sarebbe “formalmente” la più corretta per la presenza in entrambi gli alimenti di lieviti che rischiano di fermentare assieme nello stomaco. Ed ecco che, seguendo una tendenza sempre più frequente nelle pizzerie italiane, quella del gourmet, il Vino inizia a spadroneggiare anche davanti ad una Pizza grazie alla versatilità di questo prodotto che a seconda della tipologia (bollicine, bianco, rosso) prescelta, consente abbinamenti molto gradevoli con le varie pizze esistenti e soprattutto con i condimenti che ne costituiscono l’essenza. Dato però che quella del corretto abbinamento con le materie prime, non è una tematica “masticabile” da tutti (e qui fatemi gridare un grosso “aihmè”!), diventa molto importante che questa nuova avventura gastronomica a tavola sia instradata dai ristoratori suggerendo almeno un Vino in abbinamento ad ogni pizza disponibile o che venga suggerito ad arte da chi gestisce le ordinazioni al tavolo. Proviamo ad individuare alcune pizze e a spiegare il perché scegliere quel vino piuttosto che quell’altro facendo subito una distinzione fondamentale tra le due tipologie di pizze esistenti: a base rossa e a base bianca. Per quelle a base rossa, il pomodoro è l’elemento base. Un ingrediente la cui tendenza acida non deve essere accentuata dal vino, ma allo stesso tempo non si può propendere nemmeno per tipologie di vino troppo cariche di alcol o tannino. Per questi motivi la soluzione più appropriata è il rosato. In Italia ce ne sono una grande varietà come ad esempio il Lagrein altoatesino, il Bolgheri toscano, il Montepulciano vinificato in rosato, quelli non troppo strutturati della Puglia fino ad arrivare a quelli siciliani. Più complessa è la pizza, più si può azzardare con vini strutturati, ma il consiglio è di non propendere per vini troppo invecchiati che potrebbero risultare aggressivi nei confronti della stessa. Barbera d’Asti, Montepulciano, Aglianico o Refosco sono delle buone alternative fino ad arrivare ai classici Cabernet Sauvignon smorzato con Merlot o Cabernet Franc per le pizze più audaci. Mozzarella, formaggi e latticini sono invece i protagonisti invece delle pizze bianche che esaltano la dolcezza e la grassezza degli ingredienti. Il vino in questo caso ha quindi lo scopo di pulire la bocca, grazie ad una vena di acidità e freschezza. La soluzione? Le bollicine, meglio invece evitare i bianchi da invecchiamento. Alcuni esempi? Beh, un Valdobbiadene millesimato, oppure l’Oltrepò Pavese o la Falanghina di Benevento. Non ci dimentichiamo però dei vini bianchi fermi, soprattutto quelli aromatici come il Riesling o il Müller -Thurgau. Esistono ai giorni d’oggi molte varietà di pizze (anche troppe in alcuni casi) che vengono proposte nei ristoranti e sarebbe troppo complesso analizzarle in toto snocciolando abbinamenti e motivazioni. Tuttavia ricordatevi sempre che è fondamentale partire da un’analisi della base da cui è costituita, rossa o bianca che sia. Sua Maestà ha trovato il suo Re, sta a noi ora suggellare questo matrimonio!

 

 

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