STORIE RITROVATE MANDRAROSSA E IL PASSITO DI PANTELLERIA DOC SERAPIAS.

Pantelleria, Figlia del vento, la Perla Nera del Mediterraneo, è un’isola tra la Sicilia e la Tunisia sorta dall’eruzione di un vulcano sottomarino. Le sue caratteristiche sono le alte scogliere di pietra lavica a picco sul mare battute costantemente dai venti, i faraglioni, i muri a secco, i dammusi (tipiche abitazioni), i fichi d’India, i capperi, l’alberello pantesco patrimonio dell’UNESCO, le uve di Zibibbo dalle quali si ricava il pregiato Passito di Pantelleria Doc e l’asino pantesco, autoctono; una delle rarità dell’isola è l’Orchidea Serapias Cossyrensis dall’antico nome greco dell’isola Cossyra ed è anche detta Orchidea Pantesca, vive solo qui, fiorisce ogni anno tra marzo ed aprile e ha sfumature rosa antico e violacee.

Il clima dell’isola è tipicamente mediterraneo con estati calde ed inverni miti ed una piovosità scarsa. I terreni hanno origine vulcanica prevalentemente sabbiosi e sono poveri di sostanza organica, azoto, fosforo e calcio ma molto ricchi di potassio. La viticoltura ha origini antichissime, forse furono i Fenici a introdurla. I terreni vitati sono disposti prevalentemente a terrazza da pochi metri sul livello del mare per arrivare fino ai 200/300 metri in collina; da ciò ne deriva che i tempi di maturazione e vendemmia variano da una contrada all’altra dell’isola con uno scarto temporale che può arrivare ad oltre un mese.

In questo paradiso terrestre, in questa terra meravigliosa dalle bellezze naturali e dalla natura selvaggia, Mandrarossa con il progetto delle Storie ritrovate ha deciso di produrre vini da uve autoctone siciliane; partita dalla sua terra natia Menfi, in provincia di Agrigento, ha analizzato i suoli calcarei individuando un terroir perfetto per la produzione di due varietà autoctone per eccellenza, il Grillo e il Nero d’Avola. Da lì sono nati i suoi Vini di Contrada: dalle contrade del Menfishire (Menfi), alle vigne ai piedi del MonsGebel (Etna), alle terre incontaminate di Cossyra (Pantelleria), Mandrarossa è andata alla ricerca di storie antiche producendo il Bertolino Soprano che racconta un momento legato all’infanzia di Santo, la cui famiglia si prende cura del vigneto di Grillo (sentori di pesca bianca e cedro) e le Terre del Sommacco, da Nero d’Avola, che narra un fatto storico intersecato nella vita privata del bisnonno del proprietario dei vigneti in cui nasce il vino (sentori di ciliegia, mora e viola). Mandrarossa è quindi un Brand senza confini che nel 2016 è andato alla ricerca di altri territori da esplorare iniziando un percorso che quest’anno ha visto nascere i Vini dell’Etna Mandrarossa, vale a dire un Nerello Mascalese e un Carricante, entrambi figli del suolo vulcanico. Per realizzare le etichette delle Storie Ritrovate Mandrarossa si è rivolta a Nancy Rossit, grafica e illustratrice dallo stile unico e inconfondibile che realizza dei veri e propri quadri in cui immergersi sognando ad occhi aperti, già autrice di altre quattro etichette (i due Vini di Contrada Sicilia DOC e le due etichette Sentiero delle Gerle Etna DOC).

Nel 2019 c’è stata la prima vendemmia a Pantelleria, la terra dello Zibibbo. La coltura dello Zibibbo su circa 500 ettari di terreno ha rappresentato una fonte sicura di benessere per Pantelleria tant’è che l’isola è conosciuta in tutto il mondo per i suoi vini a base Zibibbo, in particolare il Passito. In alcune zone però c’è una diversa precocità di maturazione delle uve che può arrivare fino a 30-40 giorni tra le zone di “primizia” e quelle più tardive. La vite ad alberello dalla tipica forma a cespuglio permette alla rugiada della mattina di accumularsi sul terreno ed essere protetta dalle foglie; l’altezza varia da 10 a 30 cm. E’ consuetudine inserire l’alberello al centro di conche profonde circa 20 cm per difendere le piante dai forti venti di scirocco e di levante, per modificare il microambiente e far maturare meglio il grappolo, per convogliare le piogge e le rugiade notturne verso le radici e, soprattutto, per evitare che i grappoli tocchino terra (questa tecnica è seguita anche per la coltivazione degli ulivi). Le conoscenze e le competenze dei coltivatori e professionisti si tramandano nelle famiglie attraverso l’istruzione orale e pratica nel dialetto locale. Nel 2014 l’UNESCO ha riconosciuto l’importanza e l’unicità della Pratica agricola della vite ad alberello iscrivendola nella Lista del Patrimonio Orale e Immateriale dell’Umanità. E’ la prima volta, e fino ad oggi l’unica, che una pratica agricola consegue questo riconoscimento.

Lo Zibibbo di Pantelleria è uno dei tantissimi sinonimi del Moscato di Alessandria. Furono forse gli arabi a introdurlo in Sicilia intensificando anche la produzione di uva passa detta zebib. Solo però nei primi anni del XIX secolo lo Zibibbo divenne il vitigno pantesco più coltivato grazie al potenziamento dei collegamenti commerciali con i mercati della Sicilia.

Parliamo adesso del Passito di Pantelleria DOC Serapias. Questa nuova etichetta fa parte (assieme ai due vini a denominazione Etna DOC di Mandrarossa Sentiero delle Gerle e ai menfitani Vini di Contrada, lanciati nel 2019) della linea Storie Ritrovate. Nasce da uve coltivate su una superficie di due ettari fra le contrade Bukkuram, Monastero e Piana di Ghirlanda, è prodotto con uva Zibibbo (Moscato d’Alessandria) in purezza. Dopo la fase di appassimento che dura 20 giorni circa, la vinificazione e l’affinamento sono effettuati in acciaio e in bottiglia per un totale di 13 mesi. L’etichetta riprende l’immagine della rara e delicatissima carnosa orchidea autoctona chiamata Serapias con tutte le sfumature del rosso a richiamo di un’isola unica al mondo per il suo paesaggio, la flora ed il vino che qui si produce. Le uve destinate al Serapias sono vinificate presso la cantina della famiglia Minardi in contrada Karuscia. Tutte le parcelle destinate a Serapias sono seguite e monitorate dagli agronomi di Mandrarossa, così pure la vinificazione che è gestita da enologi aziendali guidati da Mimmo De Gregorio con la consulenza di Alberto Antonini. Le uve Zibibbo sono raccolte a mano nella quarta settimana di agosto e riposte in piccole cassette; una parte è lasciata ad appassire per circa 20/22 giorni e successivamente l’uva passa viene aggiunta al mosto in fermentazione proveniente da uve fresche. La fermentazione avviene in serbatoi di acciaio e ad una temperatura compresa fra i 16 e i 18 gradi centigradi. Il vino viene poi affinato per circa 10 mesi in silos di acciaio e per circa tre mesi in bottiglia. Il vino presenta una buona gradazione alcolica ed una decisa mineralità che deriva dalle origini vulcaniche dei terreni panteschi. Ha colore giallo intenso con forti profumi di agrumi, gelsomino e uva passa; al gusto ha un’impronta di pietra focaia. Il finale è lungo ed estremamente persistente. Il Passito di Pantelleria DOC Serapias è stato immesso sul mercato dal mese di ottobre 2020; il numero di bottiglie è limitato a circa 6.000.

“Mandrarossa è una realtà senza confini. Mossa da un’anima che va alla ricerca di nuove storie da raccontare. Storie che affondano le radici in territori da scoprire… i vini delle Storie Ritrovate raccontano la vera essenza della Sicilia, pura e innovativa”. Il Passito di Pantelleria DOC Serapias, è “autentico come l’orchidea pantesca figlia dell’isola del vento”…

 

 

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