LA MASSERIA TORRICELLA ENOZ DI SESSA AURUNCA (CE) DOVE LA VINIFICAZIONE AVVIENE IN ANFORA…

Oggi mi parlerà della Masseria Torricella Enoz il suo proprietario, Roberto Zeno.

 

Roberto ci parli della sua attività.

“Alla base del nostro lavoro c’è una lunga tradizione familiare, fatta di tradizione e amore per la terra. Coltiviamo viti per produrre vini sani e naturali attraverso l’utilizzo esclusivo di lieviti indigeni e con bassa solforosa nel rispetto dei consumatori, del nostro territorio e della nostra tradizione. Ogni giorno ci impegniamo con integrità e passione per offrire prodotti che siano ecosostenibili e di qualità, che siano per noi motivo di orgoglio e che ci permettano di stringere un rapporto schietto e sincero, proprio come i nostri vini, con i nostri clienti. L’azienda si estende sulle pendici del complesso vulcanico spento di Roccamonfina, nel territorio di Sessa Aurunca in Campania e si affaccia sul golfo di Gaeta. Le vigne, condotte secondo le regole dell’agricoltura biologica e biodinamica, si estendono nel cuore di quella che fu la Campania Felix, terreni vulcanici affacciati sul mare a circa 260 mt s.l.m”.

La vostra è una Azienda biodinamica vero?

“L’Azienda ha terminato nel 2019 il periodo di conversione in biologico, mentre nel 2018 ha iniziato ad utilizzare pratiche biodinamiche. Abbiamo creato un sistema di recupero delle acque piovane che utilizziamo nei trattamenti in vigna e negli uliveti. Secondo le buone regole della coltivazione biologica utilizziamo il principio della rotazione delle coltivazioni e l’utilizzo del sovescio per la concimazione dei suoli. Abbiamo scelto di non essere un’azienda monocolturale ma a ciclo differenziato con produzioni di vino, olio, frutta, castagne, cereali e legumi e con allevamenti autoctoni di api. Tutto questo per assicurare all’ecosistema la biodiversità necessaria per ottenere equilibrio ed avere grande qualità nelle produzioni e nei prodotti. Siamo certificati in biologico con ente certificatore CCPB mentre per la biodinamica siamo seguiti da AGRIBIO PIEMONTE. Per la consulenza enologica in vigna e in cantina ci si avvale della collaborazione del Dott. Gennaro Reale del gruppo di consulenti enologi VIGNAVIVA mentre per gli altri aspetti burocratici siamo seguiti dall’ Agronomo Salvatore Martino”.

Come gestite il suolo?

“Le pratiche agronomiche sono ispirate ai principi dell’agricoltura biologica e biodinamica e non sono utilizzati concimi e diserbanti chimici. Per una corretta gestione dei suoli in autunno seminiamo a spaglio tra i filari avena, orzo, favino, trifoglio, senape, veccia, rafano e questo ci aiuta a ridare forza al terreno. In autunno e primavera facciamo un trattamento con il preparato 500 e 501; il suolo viene rigenerato e rivitalizzato attraverso i metodi della biodinamica e tenendo conto delle fasi lunari e solari. Limitiamo le rese produttive che, unitamente alla crescita continua di microorganismi utili e grazie all’esclusione di pesticidi, ci permettono di avere uve di alta qualità che daranno vita a vini di grande espressività che raccontano il territorio. L’utilizzo dei metodi biodinamici è un ritorno alle pratiche contadine dei miei nonni e di mio padre, pratiche già familiari a loro che permettevano di mantenere e accrescere la fertilità dei terreni”.

Ci parli del territorio.

“Siamo nelle terre dell’Ager Falernus (Falerno) dove si produceva il vino più pregiato per i Romani e precisamente nel Comune di Sessa Aurunca nel cuore della Campania Felix. I terreni si trovano alle pendici del complesso vulcanico spento di Roccamonfina. I suoli sciolti di origine vulcanica sono ideali per la vigna che fin dall’antichità è stata coltivata qui. La morfologia del territorio permette di avere delle condizioni climatiche eccellenti con una buona escursione termica tra giorno e notte che ovviamente influenza positivamente la qualità delle uve. La vicinanza al mare con le sue brezze è una ulteriore caratteristica del territorio. Il particolare rapporto terreno-microclima, in cui il castagno e la macchia mediterranea riescono a toccarsi magicamente, punto d’incontro tra mare e terra, dà ai nostri vini delle caratteristiche uniche e inconfondibili”.

Cosa mi dice dei vigneti?

“In questi terreni di origine vulcanica a 280 mt s.l.m., abbiamo impiantato le nostre vigne di Primitivo, Aglianico, Piedirosso e Ciliegiolo per i vini rossi e Fiano, Falanghina e Traminer Rosa per i vini bianchi. L’Azienda si estende su circa 22 ettari di cui 5 destinati a vigneti mentre i rimanenti sono destinati a uliveti, grano e leguminose. Nel 2019 l’azienda ha completato il periodo di conversione in biologico, mentre nel 2018 ha iniziato ad utilizzare pratiche biodinamiche ottenendo la certificazione nel 2020. Abbiamo creato un sistema di recupero delle acque piovane che utilizziamo nei trattamenti in vigna e negli uliveti. Secondo le buone regole della coltivazione biologica e biodinamica utilizziamo il principio della rotazione della coltivazione e l’utilizzo del sovescio per la concimazione dei suoli”.

So che effettuate la vinificazione in anfora…

“Abbiamo scelto di vinificare esclusivamente in anfora perché vogliamo, per i nostri vini, un “contenitore” che possa esaltare le uve lasciando inalterati i profumi ed i sentori. È per noi una scelta naturale di rispetto dell’ambiente perché l’anfora è eterna a differenza del legno ma è anche un ritorno al passato, siamo nelle Terre del Falerno, il vino dell’Impero Romano e nel nostro territorio si realizzavano le anfore come dimostrano alcuni ritrovamenti di fornaci”.

A questo punto vorrei sapere come effettuate la vinificazione…

“In cantina sono vinificate solo le uve provenienti dai vigneti aziendali con lieviti indigeni e senza il controllo della temperatura. Al momento della raccolta manuale delle uve si selezionano solo i grappoli più sani e genuini che permettono una vinificazione naturale, cioè viene fatto un “accompagnamento” naturale della trasformazione degli zuccheri in alcol esclusivamente con lieviti indigeni, mantenendo tutto il corredo naturale di profumi e sapori. In tal modo vogliamo ottenere un vino che sia l’espressione più fedele possibile dell’annata, del terroir e di tutto quanto è avvenuto in vigna. Il lavoro in cantina è dettato dalle condizioni climatiche dell’annata che facendo maturare i grappoli determina le fermentazioni e tutti i passaggi successivi. Vinifichiamo esclusivamente in anfora sia nelle macerazioni che durante il periodo di affinamento con brevissimi passaggi in acciaio tra una fase e l’altra. Non sono praticate chiarifiche, stabilizzazioni e filtrazioni. I nostri vini sono dei testimoni sinceri di una scelta innovativa e coraggiosa allo stesso tempo: quella di una vinificazione secondo natura in cui l’ebbrezza della sperimentazione e la sicurezza della tradizione trovano il giusto equilibrio in un percorso carico di entusiasmo e tenacia. La vendemmia 2019 è stata la prima per i bianchi con uvaggi di Falanghina, Fiano, Traminer Rosa ed una piccola quantità di Malvasia recuperata da una vecchia vigna di circa 1500 mq”.

Che tipi di vino producete?

“Dalle uve di Fiano nasce il nostro vino bianco La Monade di buona struttura e consistenza, al naso ricorda frutti a pasta gialla e fiori di gelsomino ed acacia. In bocca è fresco, agile ma deciso, molto gastronomico e versatile. Vuole essere l’espressione spontanea della vigna, dell’annata, del vitigno e soprattutto del territorio vulcanico di Sessa Aurunca, sistema di allevamento Guyot, vendemmia manuale in piccole cassette, epoca di raccolta prima settimana di settembre, alcol 12,10% , acidità totale 5,20 gr/l in acido tartarico solforosa totale < 50 mg/l zuccheri < 1gr/l ph 3.55.

Il vino rosso Il Chaos di medio corpo e non troppo strutturato, al naso ricorda la piccola frutta rossa quali more e lamponi, con sfumature di fiori di sambuco. In bocca è snello, agile e deciso, molto gastronomico e versatile. Vuole essere l’espressione spontanea della vigna, dell’annata, del vitigno e soprattutto del territorio vulcanico di Sessa Aurunca, Uve 100% Primitivo, zona di produzione Sessa Aurunca (CE), fermentazione spontanea in anfora, affinamento 9 mesi in anfora + 3 in bottiglia, sistema di allevamento Guyot, vendemmia manuale in piccole cassette, epoca di raccolta prima settimana di settembre, alcol 16 % acidità totale 6,40 gr/l in acido tartarico solforosa totale < 45 mg/l zuccheri < 1gr/l ph 3.43″.

E la cantina?

“Recuperando una antichissima grotta tufacea (dove abbiamo trovato delle tracce di passate vinificazione preservando il microclima grazie ad un accurato recupero) abbiamo realizzato un luogo unico per la vinificazione e l’affinamento dei vini”.

Qual è il suo rapporto con la sua terra?

“Serve equilibrio fra tutte le cose, mi piace plasmare la natura perché accolga la vigna. E’ un mettersi in gioco costante, anche quando ti logora dentro. E’ il sogno di una generazione, la mia, che germoglia nell’altra, quella delle mie figlie, con uno sguardo fiero verso un passato contadino che abbiamo capito quanto sia stato importante per capire il valore della famiglia. Non fai il vino perché hai sete, dentro c’è arte, poesia, per farlo devi essere un po’ artista. Voglio interpretare la natura, la terra. Dentro c’è il racconto degli anziani che incontro ed a cui chiedo consiglio ogni giorno, ci sono i consigli dei miei nonni, dei miei zii e soprattutto di mio padre. Non abbiamo mai pensato di creare business perché fare business significa capire cosa vuole in un certo momento il mercato ed offrirlo. Noi qui in Masseria Torricella ci siamo fatti una domanda diversa, ci siamo chiesti cosa potesse offrire il territorio, abbiamo fatto esperienza e lo abbiamo capito. L’intesa con l’enologo Gennaro Reale è stata perfetta, da subito, a me interessava capire la terra, sono figlio di contadini e io e le mie figlie abbiamo creduto nel territorio dall’inizio con forza. Stiamo provando a scrivere una storia, una storia fatta di cultura, dedizione, lavoro, un gran numero di ingredienti che da soli non bastano. Il vino è fatto da persone. Se metti le stesse uve in mano a persone diverse, il vino sarà diverso. Ogni persona ha la sua storia, la sua vita, le esperienze che trasmette. Noi lavoriamo una materia viva. Fare vino richiede tantissime conoscenze, ma non è una scienza esatta. Facciamo vino biologico secondo le leggi della biodinamica perché ci piace sapere quello che beviamo, portiamo il nostro vino in tavola e sappiamo quello che c’è dentro. Natura, lavoro, amore e basta. Il vino fin dai tempi antichi nasce dal bisogno di incontrarsi, di condividere, di emozionarsi insieme e i vini di ENOZ hanno il tema dell’incontro nel DNA, un incontro che significa scambio dialogo, crescita”.

Roberto è proprio vero quello che dice: la natura attraverso il clima lascia vivere le stagioni e ripropone vini sempre diversi tra loro…

“Sì, è proprio così”.

 

Related Posts

di
Previous Post Next Post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

0 shares