Goretti: la storia di una famiglia che ha fatto della sua passione per le vigne, il simbolo di qualità e prestigio dei loro vini

“A coloro che vengono a farci visita, raccontiamo sempre la storia del nostro luogo e la storia della nostra famiglia e della tradizione che orgogliosamente tramandiamo”: con queste parole di una delle due nipoti della famiglia Goretti esprime la sua passione per il mondo dei vini della Cantina Goretti.

“Il Vino è esperienza, e come tale va vissuta: andare ad individuare i vitigni che lo compongono, i sapori che lo caratterizzano. Ma non solo, diventa anche il momento in cui affiorano ricordi o altresì momento per crearne di nuovi, poi da ricordare. Sono i ricordi di ieri a stimolare la passione di oggi di Sara e Giulia Goretti, l’ultima generazione attuale della cantina. Ed è proprio la storia di questa famiglia, il ripercorrere le loro esperienze di vita, i loro aneddoti, a farla diventare simbolo di produttori di un vino di qualità, riconosciuto da esperti del settore e dai turisti.

La vocazione della Famiglia Goretti nell’arte del vino è ispirata dall’amore del proprio territorio: la Tenuta Goretti si estende intorno alla torre del XIII secolo, che oggi rappresenta il fulcro dell’ospitalità oltre ad essere simbolo che li contraddistingue, dove all’interno ci sono sale di degustazione.

“Entrando nella torre, sapientemente ristrutturata, rispettando nelle sue spoglie originarie, si possono ammirare cunicoli, il tunnel sotterraneo, le feritoie che la caratterizzano. Oggi è il complesso multifunzionale dell’azienda, fulcro della cantina per degustazione e tour”- racconta Giulia. Nell’ingresso della torre è posta una statua, riproduzione dell’originale, raffigurante Aulo Metello, cosiddetto “Arringatore”, con il braccio alzato per richiamare l’attenzione del popolo e poter compiere un’arringa, rinvenuta nel 1566 nelle attuali tenute della famiglia Goretti, vino di punta dell’azienda.

“La cura delle nostre uve è per noi fondamentale. Ogni nostro vino è il risultato di un lungo studio e di molte sperimentazioni del nostro team guidato dall’enologo Emiliano Falsini, da me e da mio fratello, Stefano. Il lavoro si concentra rispettando le tecniche tradizionali ma con dinamicità verso i cambiamenti naturali e le tendenze del mercato” – puntualizza Gianluca Goretti.

“L’utilizzo e la tipologia dei legni, per i nostri vini rossi è disciplinato in modo da non andare a sovrastare l’identità territoriale che il nostro territorio esprime. Con l’Enologo Emiliano Falsini abbiamo rinnovato la barriccaia con l’obiettivo di mantenere ed esaltare il “terroir” e il frutto che i nostri vini esprimono.”- spiega Gianluca Goretti.

L’Arringatore, DOC Colli Perugini, blend di Sangiovese, Ciliegiolo e Merlot affina circa 14 mesi in legno, è un vino rosso dal colore rubino con leggeri riflessi violacei che si apre al naso con una leggera spaziatura ammiccante, noce moscata e ancora cacao amaro, su un frutto croccante, tanta freschezza e mineralità e al tempo stesso tanta fibra e struttura. Deciso, schietto e pulito anche all’assaggio con un tannino ancora pungente ma non preponderante e un frutto che ritorna sulla marasca. La freschezza e il corpo vanno a sostenere l’eleganza e la struttura che invitano al prossimo calice.

Le Cantine Goretti si trovano nel cuore dell’Italia, nelle due zone dell’Umbria più vocate per l’agricoltura, Montefalco e Colli Perugini, immerse nella natura e nel verde delle vigne e qui che sorgono i vigneti, della

Cantina Goretti: si estendono su un territorio collinare, rigoglioso e soleggiato dove sole, pioggia e vento sono in perfetto equilibrio e l’antico legame con le tradizioni tramandate di generazione in generazione. Realtà umbra sul territorio con produzione di vino, olio, miele e balsamico già dagli anni 1940: ma è con il “Nonno Gisberto Goretti” e il grande supporto della moglie oggi conosciuta come -Nonna Marcella- che l’azienda Goretti diventa simbolo di tradizioni e storia, proseguito con i figli Stefano e Gianluca ed attualmente anche con le nipoti Sara e Giulia.

“La Nonna Marcella è diventata un po’ la nonna di tutti i nostri turisti e wine lover che vengono in cantina. E’ la nonna dei vini Goretti. Ci piace pensare che quando tornano a casa, diventano dei veri e propri Brand Ambassador dell’azienda e dell’Umbria”- racconta Giulia. E’ con questo spirito che oltre alle degustazioni vengono proposte delle vere e proprie cooking class con la direzione magistrale di Nonna Marcella ed il suo libro di ricette tradizionali umbre, tradotto in 14 lingue. Uno strumento, un anello di congiunzione tra territorio, storia e cultura: all’interno vi si trovano le ricette di Nonna Marcella, l’abbinamento con i vini Goretti accompagnati anche da suggerimenti di musica italiana, oltre a dare indicazioni salutari.

“E’ stata un’evoluzione graduale, dalla produzione di vino sfuso, all’imbottigliamento con step qualitativi via via sempre più impattanti ed incisivi che ci hanno portato negli ultimi decenni al raggiungimento dei nostri obiettivi, oltre che ad una vera e propria escalation di riconoscimenti, che hanno avvalorato le nostre ambizioni e confermato il duro lavoro che c’è dietro ad ogni bicchiere di Vino Goretti “-prosegue Giulia.

Negli anni ’90, oltre alla storica cantina di Pila, a Perugia, la famiglia Goretti ha realizzato uno dei suoi più grandi sogni: ha costruito a Montefalco un’azienda moderna e tecnologica, caratterizzata dal marchio “Le Mura Saracene” e specializzata nella produzione di due importanti vini rossi: il Sagrantino di Montefalco DOCG e il Rosso di Montefalco DOC. Il raccolto è fatto a mano il personale altamente qualificato lavora per raggiungere un obiettivo comune: produrre grandi vini sempre nel rispetto del territorio. L’ area di fermentazione è vicina ai vigneti, questo permette che la raccolta e il processo di fermentazione possano essere eseguiti nel modo più rapido ed efficiente possibile. L’azienda, ha selezionato i terreni dove coltivare i propri vigneti in zone specifiche, selezionando quelli con le caratteristiche pedo-climatiche ideali per portare a maturazione le proprie uve. Una caratteristica interessante che li contraddistingue è che tutti i vigneti hanno esposizione solare “Est-Ovest” , oltre che una pendenza e tipologia di terreno ideale per la viticultura stessa. La tipicità, più volte ripetuta da Stefano Goretti, è la forza principale dello sviluppo dell’intera zona.

Tra le peculiarità dell’azienda è stata il valersi di etichette termolabili, ovvero termosensibili alla temperatura, presente sui bianchi più rappresentativi, dove le scritte e parti di etichetta cambiano colore dal bianco, al rosa al rosso in base alla temperatura di servizio del vino stesso. “L’idea nasce da un’esigenza di mercato, soprattutto per Il Moggio, grechetto molto strutturato sicché la temperatura di servizio diventa fondamentale per apprezzare a meglio il prodotto. L’idea è stata molto apprezzato all’estero, soprattutto nel mercato giapponese, grande consumatore di questo vino. Abbiamo poi deciso di estendere questa particolare caratteristica dell’etichetta anche agli altri bianchi. Siamo molto attenti a -leggere- le esigenze del mercato, per poter meglio suggerire il prodotto ideale tra le diverse tipologie dei nostri vini e ad offrire il supporto di marketing in base ai diversi bisogni.”- spiega Stefano

È l’amore per il proprio territorio e la loro attenzione nella tutela dell’ambiente a ispirare ogni scelta aziendale al fine di ottenere la migliore qualità delle uve senza ricorrere all’utilizzo di trattamenti eccessivamente stressanti sia per quanto riguarda la pianta della vite, che per il terreno. Un’attenzione che nasce dalla consapevolezza che a fare la differenza nella qualità dei prodotti è la tutela dei territori da cui nascono. La sostenibilità ambientale è per le cantine Goretti il modo migliore per trasferire ad una nuova generazione un territorio non impoverito ed eccessivamente sfruttato ma, ancora ricco di risorse naturali e umane tanto da ottenere, il 9 luglio 2013 il premio Cifo “Excellent Footprints: tecniche agronomiche sostenibili per una viticoltura di pregio”, dedicato alle buone pratiche ambientali in vigna e in cantina. Oggi le produzioni Goretti sono definite “Lutte Resonée” (significa lotta ragionata: i coltivatori che praticano questo tipo di viticoltura scelgono di utilizzare prodotti chimici più raramente e in modo meno aggressivo rispetto ai coltivatori convenzionali), seguendo il modello disciplinare di produzione integrata della Regione Umbria (Sezione “Fitofarmaci e controllo delle infestanti” – Anno 2018-2019,

approvato con la Determinazione Dirigenziale n. 3288 del 08/04/2019): utilizzano prodotti meno aggressivi e in generale meno chimici rispetto a un produttore convenzionale. A testimonianza della continua ricerca per l’innovazione nel rispetto dell’ambiente, le cantine continuano ad investire in energie rinnovabili attraverso un impianto fotovoltaico e operando nel mercato locale con erogazione elettrica al 100%.

Una curiosità della cantina è la produzione della linea cosmetica di Vinoterapia, denominata Winetherapy, la quale sottolinea la parte rosa all’azienda. Prodotti derivanti dall’estrazione del polifenolo, antiossidante naturale del vino. “Un prodotto eco-friendly dal momento che dell’uva e dei suoi componenti non viene scartato nulla, ma riutilizzato il tutto con sapienza, come appunto in questo caso”.

Se volessimo proiettarci nel futuro della Cantina Goretti, tra i progetti non possono non annoverarsi la continua sfida per il raggiungimento di qualità sempre maggiore, e ancora la conquista di nuovi mercati, sperimentazione di nuove tecnologie per la vinificazione come con la “criomacerazione”, volta a migliorare l’aromaticità del vino, ma ancora la tipicizzazione del prodotto e la caratterizzazione del territorio tutto questo continuando a ripercorrere la storia di una famiglia che è stimolo per nuovi progetti e curiosità per i turisti che sono sempre più entusiasti di scoprire aneddoti, novità ma soprattutto gustare un ottimo calice di vino.

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