Chiara Lungarotti il suo amore per il vino, il suo vino amorevole.

Torgiano è un borgo fortificato in provincia di Perugia, posto alla confluenza dei fiumi Chiascio e Tevere ed immerso fra colline ricche di uliveti e vigneti.

Dire Torgiano è dire Lungarotti…

Chiara (Amministratore Delegato) ci parli della Lungarotti.

Le cantine Lungarotti sono state fondate da mio padre Giorgio Lungarotti negli anni ’60 e rappresentano un punto fermo e indiscutibile nella scena vitivinicola dell’Umbria e di tutta l’Italia centrale. Mio papà è stato uno sperimentatore che, oltre all’opera di recupero e valorizzazione dei vitigni autoctoni, ha selezionato e adattato nuove varietà anticipando per molti aspetti le più moderne tendenze dell’enologia. Mio papà, inoltre, ha segnato una svolta storica nella promozione del vino italiano fondando nel 1981, a Torgiano, il Banco di Assaggio dei Vini d’Italia (BAVI) in collaborazione con il Ministero dell’Agricoltura e la Regione Umbria che ne è diventato poi il principale gestore”.

Ma i pilastri della Lungarotti sono tre donne.

Sì, siamo io, Chiara, Amministratore Delegato, Teresa, mia sorella, responsabile marketing e comunicazione e Maria Grazia, mia madre, che guida la fondazione e gestisce il Museo del Vino di Torgiano e quello dell’Olio (due realtà molto conosciute nel mondo; il Museo del vino è stato dichiarato tra i più completi dal New York Times). Ci sono donne che rappresentano le loro aziende in maniera esemplare dimostrando quotidianamente che nel mondo del lavoro, e quindi anche nel nostro settore, la differenza non la fa il genere, ma le competenze e la professionalità”.

Cosa significa per una donna portare avanti un’eredità così importante.

E’ indubbiamente una bella responsabilità; l’azienda è gestita e amministrata con lo stesso entusiasmo delle origini, innovando costantemente ma senza stravolgere la storia e la tradizione; è grazie a me e Teresa che Lungarotti può vantare una splendida tenuta nel cuore di Montefalco, dove viene prodotto il Sagrantino. E’ sempre grazie a noi che i vini di Torgiano raccolgono da decenni apprezzamenti in tutto il mondo risultando eleganti, raffinati, longevi, freschi… in una parola sono vini del cuore”.

La vostra è una realtà che ha reso possibili vini indimenticabili

Sì, esatto, dal “Rubesco” al “Torre di Giano”, dal “Vigna Monticchio” al “Vigna il Pino” per non dimenticare il mitico “San Giorgio”. Il nostro lavoro è votato costantemente all’eccellenza in modo da coniugare i la qualità alla quantità”.

Quanto vino producete?

Su una superficie vitata di circa 250 ettari che comprende la tenuta di Torgiano e quella di Montefalco, la nostra produzione annua si aggira sui due milioni di bottiglie e ci avvaliamo della preziosa professionalità agronomica di Attilio Persia, mentre in cantina la firma enologica è quella di Vincenzo Pepe”. Le due cantine producono in tutto 29 etichette, tra cui il Rubesco Riserva Vigna Monticchio- Torgiano Rosso Riserva DOCG, tra i migliori vini rossi italiani e il Rubesco- Rosso di Torgiano DOC, profonda espressione dell’Umbria.

Ci parli della vostra sostenibilità

Le nostre scelte sono ispirate dal desiderio di ottenere la migliore qualità delle uve sempre nel massimo rispetto della pianta, della biodiversità del suolo e di quanto circonda i vigneti e a tal fine abbiamo realizzato vari progetti, sia in campagna che in cantina. Nel 2018 ci è stata riconosciuta una corretta gestione sostenibile per tutti e 4 gli indicatori previsti dal disciplinare (territorio, aria, vigneto e acqua) dopo una serie di verifiche iniziate circa 2 anni prima. Lungarotti è la nona organizzazione italiana a conseguire la certificazione VIVA (Valutazione dell’Impatto della Vitivinicoltura sull’Ambiente) e la prima in Umbria.

La sostenibilità è seguita non solo nella cantina principale di Torgiano ma anche in quella di Montefalco dove si producono vini bio”.

Anche Montefalco quindi.

Sì, dopo 4 anni di regime di conversione, dalla vendemmia 2014 nella tenuta di Montefalco siamo certificati “bio”. Il regime biologico in vigna richiede l’uso di concimi naturali, sovescio e trattamenti con prodotti a base di rame e zolfo. In cantina abbiamo abbattuto ulteriormente l’utilizzo dei solfiti e intensificato l’utilizzo di lieviti indigeni”.

Che cos’è la Fondazione Lungarotti?

La Fondazione Lungarotti, costituita nel 1987, è un istituto specializzato nella promozione e valorizzazione del patrimonio agricolo italiano in ambito culturale”.

Ci parli del Museo del Vino.

Ideato e realizzato da mio padre Giorgio e mia madre Maria Grazia , il MUVIT Museo del Vino è stato aperto al pubblico nel 1974 ed è gestito dalla Fondazione Lungarotti Onlus. Il museo ha sede a Torgiano, nella pars agricola del monumentale Palazzo Graziani-Baglioni, dimora estiva gentilizia del XVII secolo. Nato a sostegno dell’economia vitivinicola internazionale, il predominante interesse volto al dialogo tra vite e arti decorative – costantemente presenti e raccolte in sezioni – lo rende a tutti gli effetti un museo interdisciplinare. Il percorso museale, sviluppato lungo venti sale, propone oltre 3000 manufatti esposti secondo criteri museografici rigorosi e scientifici. Reperti archeologici (brocche cicladiche e vasi hittiti; ceramiche greche, etrusche e romane; vetri e bronzi), attrezzi e corredi tecnici per la viticoltura e la vinificazione, contenitori vinari in ceramica di età medievale, rinascimentale, barocca e contemporanea, incisioni e disegni dal XV al XX secolo, edizioni colte di testi di viticoltura ed enologia, manufatti di arte orafa, tessuti ed altre testimonianze di arti decorative documentano l’importanza del vino nell’immaginario collettivo dei popoli che hanno abitato, nel corso dei millenni, il bacino del Mediterraneo e l’Europa continentale£.

E il Museo dell’Olio?

Creato da mia mamma, Maria Grazia Marchetti Lungarotti, su desiderio di papà Giorgio, il MOO Museo dell’Olivo e dell’Olio conferma una continuità di intenti con il MUVIT. Il museo è situato in un piccolo nucleo di abitazioni medievali all’interno delle mura castellane ed è gestito dalla Fondazione Lungarotti Onlus.

Il percorso si snoda lungo undici sale e si apre con informazioni redatte dal C.N.R. sulle caratteristiche botaniche dell’olivo, sulle cultivar più diffuse in Umbria, sulle tecniche tradizionali e d’avanguardia di messa a coltura e di estrazione dell’olio, affiancate da mappe sulla diffusione storica dell’olivicoltura. Le sale successive, ambientate nei locali che furono già sede di un frantoio attivo fino a pochi decenni fa, ospitano una ricca documentazione relativa alla storia e all’evoluzione delle macchine olearie: dai primi mortai in pietra del V millennio a.C. all’introduzione del trapetum (la vasca di origine greca, utilizzata dai romani, in cui si muovono le due ruote emisferiche), sino al richiamo ai più moderni impianti e all’invenzione del sistema “a ciclo continuo” che ha segnato l’avvio per la nuova elaiotecnica. Il percorso prosegue nei due piani superiori, dove la presenza dell’olio e dell’olivo nel quotidiano, gli usi e le valenze ad essi attribuiti nel corso del tempo sono documentati in sezioni: l’origine mitologica della pianta, il rilievo dell’olivicoltura, dall’economia romana alla ripresa medievale sino ai secoli recenti, l’olio come fonte di illuminazione, nelle religioni monoteiste mediterranee, nella medicina e nell’alimentazione, nello sport, nella cosmesi, come fonte di riscaldamento e come elemento significativo di un immaginario popolare che alla pianta e al prodotto derivato dal suo frutto ha attribuito – e in parte ancora attribuisce – valenze simboliche, propiziatorie, apotropaiche e curative”.

So che avete ricevuto un lusinghiero riconoscimento…

Sì, la Lungarotti è stata nominata da Wine Spectator-Operawine 2021 tra le 34 migliori cantine d’Italia che“producono vini di livello mondiale; hanno detto: sono leader nelle loro regioni; e testimoniano la diversità, il patrimonio e l’autenticità che sono i tratti distintivi del vino italiano”.

Che progetti avete?

Sono tanti i progetti che stiamo portando avanti, sia in vigna sia in cantina. Inoltre, ci stiamo preparando a ripartire con grande entusiasmo con le nostre attività che riguardano l’ospitalità, l’enogastronomia e la cultura. Quando sarà possibile, la gente potrà finalmente di nuovo fermarsi a dormire nel cuore dell’Umbria scegliendo di soggiornare presso gli agriturismi Poggio alle Vigne o Il Poggiolo, immersi tra i vigneti della Tenuta di Torgiano. Inoltre, nella tenuta di Montefalco, in una villa dalle antiche architetture circondata dai vigneti, ricominceremo ad ospitare eventi e wine wedding. Un posto magico per festeggiare i momenti più belli con i propri cari”.

Molto emozionante è la Lungarotti experience…

Non vediamo l’ora di poter di nuovo accogliere i nostri ospiti a cui offriremo l’opportunità di vivere una “Lungarotti Experience” fondata su wine tour, degustazioni dei nostri vini e dei prodotti tipici del territorio e visite guidate al Museo del Vino e al Museo dell’Olivo e dell’Olio di Torgiano”.

 

 

 

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