Vini Murales, lo stupore in bicchiere nato dall’incontro tra Sardegna e “continente”

Quando, Piero Canopoli, stimato enologo e sommelier, e sua moglie Giuliana Dalla Longa si trasferiscono da Varese ad Olbia, in Sardegna, per ragioni familiari, devono reinventarsi. Nel mondo del vino da sempre, decidono di avviare una produzione che attinga dalla loro nuova casa ma in cui i procedimenti di lavorazione siano completamente diversi dalla tradizione locale, per provare a sperimentare, innovare, stupire. Così, nominati dall’impatto che i colori sgargianti sulle colline granitiche della Gallura hanno avuto su di loro, nascono i Vini Murales, dei quali oggi si può decisamente affermare: esperimento riuscito. Bianchi, rossi, spumanti e dolci: le proposte Murales sono decisamente variegate, ma tutte prendono spunto dalla natura, dai suoi ritmi, dall’attenzione verso i dettagli e dalla volontà di farsi riconoscere con creazioni di grande qualità

«La Sardegna è una terra dai vini eleganti, strutturalmente forti e longevi. Per questo abbiamo sperimentato e abbiamo attualmente diverse produzioni in atto dalle più classiche ad altre decisamente più nuove», dicono i fondatori della cantina.

Come il Viognier, un bianco: «La Cantina Murales è l’unica a produrlo in Sardegna da un vitigno che ha origine della Valle del Rodano, nella Côte du Rhône francese, che ha delle caratteristiche territoriali simili a quelle sarde, come i grandi massi di granito che in Gallura abbondano e che restituiscono ai suoi vini una mineralità preziosissima. L’aggiunta, infatti, rispetto alla valle francese, del disfacimento granitico, si traduce in grandi sentori aromatici. Così il Viognier, che di solito è un semi-aromatico, in Gallura e, dunque, nell’offerta della Cantina Murales, ha potenziato il suo ventaglio di aromi».

Anche Arcanos, il cannonau DOC, è decisamente diverso da quelli classici: «Nasce da una vendemmia leggermente tardiva e da lunghissime fermentazioni, entrambi procedimenti non tipici per questo vino, ai quali abbiamo aggiunto un’altra novità: una piccolissima percentuale di uve passite».

 

Anche Arcanos, il cannonau DOC, è decisamente diverso da quelli classici: «Nasce da una vendemmia leggermente tardiva e da lunghissime fermentazioni, entrambi procedimenti non tipici per questo vino, ai quali abbiamo aggiunto un’altra novità: una piccolissima percentuale di uve passite».

Ma ciò di cui i coniugi Canopoli vanno più fieri è sicuramente il vino “Ai Posteri”, «il nostro “amarone sardo”, che mi ha consentito di fare una sperimentazione davvero speciale, con un appassimento fatto in pianta». Le uve sono quelle Cannonau, Merlot e Sirah e il risultato è un vino di grande struttura, complesso, elegante, vellutato. Difficile da produrre, verrà ripetuto solo in particolari annate ed in piccole partite.

L’attenzione a tutta la filiera e ad ogni dettaglio è sacra alla Cantina Murales. Dalla pianta alla tavola tutto deve seguire rigorose direttive che puntano ad un prodotto di alta qualità: «Il vino per me è un ingrediente a tavola, non un semplice accompagnatore, ecco perché le materie prime che lo compongono devono essere di grande livello – afferma Canopoli – E la Sardegna è una terra che fa ottenere risultati straordinari con semplicità».

Sì alle moderne tecnologie, dunque, ma è la passione per il vino a dare il via a tutto. Senza di essa e gli obiettivi che si prefissa, i Vini Murales non sarebbero arrivati dove sono oggi, sulla bocca di tutti anche “sul continente”.

Così, Veneto e Sardegna, con le loro tradizioni diverse ma ugualmente storiche, si tendono la mano e si fondono in nettari divini che riempiono calici, e danno il via ad uno dei momenti preferiti dagli uomini di tutto il mondo: un buon bere, dove ad essere sorseggiato non è soltanto un vino ma un vero e proprio microcosmo. E quello della Cantina Murales ha davvero tanto di sé da raccontare…

Infatti, Murales non è solo produzione, ma anche ospitalità, perché la Sardegna non è solo spiagge e movida, è soprattutto ritorno alla natura. Annessa all’azienda, infatti, c’è anche una splendida Locanda, dove è possibile gustare piatti tipici accompagnati – naturalmente – dai vini prodotti in loco, ed è anche possibile soggiornare in una delle splendide camere della tenuta per esplorare i dintorni, dopo aver seguito Piero e Giuliana in un tour guidato della cantina e dei vigneti. Perché esiste un altro tipo di turismo, quello

che vuole assaporare il territorio che visita e scoprirlo nelle sue radici, conoscerlo e non solo passarci distrattamente.

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