RISO GOIO 1929: LA QUALITA’ “DOP” DELLA COLTURA ITALIANA

Uno dei cibi più consumati al mondo e tra i cereali più antichi della storia ,il riso. Originario della Cina e largamente coltivato in molte parti del mondo ma solo al Riso Goio ,orgogliosamente italiano è stato riconosciuto il marchio DOP.Lunga la storia del riso e lunga quella del Riso Goio che dal 1929 viene coltivato nella Baraggia Vercellese. Inizia tutto grazie al suo fondatore Ernesto che da Novara si trasferì a Rovasenda dove diede vita all’attività affittando i terreni agricoli dei Conti di Rovasenda, nel cuore dell’area pedemontana detta Baraggia Vercellese, terreni argillosi che si prestano alla coltivazione del riso grazie a questa caratteristica naturale. Da subito si capì che questo riso era di qualità superiore e la convinzione fu pagata quando nel 2007 gli venne conferito la valorizzazione “Dop riso di Baraggia Biellese e Vercellese”. Clima areato e fresco, terreno argilloso e le acque che derivano direttamente dal Monte Rosa conferiscono al chicco una importante particolarità: presenta una minore dimensione in volume, peso, lunghezza, una maggiore compattezza dei tessuti cellulari e una superiore traslucidità. Questo permette una cottura eccellente perché manifesta una migliore consistenza e una minore collosità evitando anche panna o burro per ottenere la “cremina” a fine cottura.

Ovviamente la Famiglia Goio nella persona di Emanuele attua nella coltivazione tutte quelle migliorie che gli permettono di rendere ottimale la coltivazione del loro amato riso. Viene coltivato infatti con la rotazione dei terreni ovvero dopo due anni di coltivazione di soia si semina il riso. Questa pratica lascia il terreno ricco di azoto naturale e libero da infestanti, quindi limita l’ uso di diserbanti e concimi. E’ seminato “in asciutta”. Con la tecnica di semina a file interrate si ha un minore utilizzo di acqua e pesticidi: la pianta cresce più sana perché il terreno e la stessa rimane più ossigenata. Riso Goio sceglie di portare i difetti di lavorazione dei chicchi di riso vicino alla soglia del 0%, benché il disciplinare permetta il 5%.

Serietà, tracciabilità e legame con il territorio hanno dato l’opportunità a questo riso di avere il riconoscimento DOP, ma sopra ogni cosa c’è la grande passione della famiglia Goio che da più di ottant’anni si dedica al terreno e alle piantagioni per confezionare un riso di eccellente qualità.

 

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