Rino de Feo: ora conquisto l’Italia. La pretendo!

Adesso voglio l’Italia, la voglio conquistare! Promessa di un giramondo sognatore, grande conquistatore, l’uomo che da Castellammare di Stabia negli ultimi 15 anni quale ambasciatore di gusto, ha esportato la nostra cucina nel mondo mettendoci anima e core. Sotto l’egida del rispetto amorevole per la tradizione sino agli angoli più remoti dell’Indonesia, facendo una lunga tappa in Cina dove ha aperto ben 6 ristoranti, raggiungendo la Russia, l’Inghilterra e la Francia. Ed ora come tutti coloro che per necessità o diletto si allontanano dalla terra natia, progetta il ritorno a casa in grande stile, animato da quello spirito partenopeo che lo contraddistingue da sempre, dove la genialità, la creatività e una sana follia costituiscono l’ordito di una trama chiamata vita.

Ne ha di aneddoti da raccontare Rino de Feo, collezionati nei luoghi che ha visitato, negli incontri e nelle esperienze lavorative, una serie inesauribile che profuma del nostro Sud, perché tutte le storie nascono dai profumi e dai sapori italiani per poi raggiungere l’oltre e conquistare territori, persone e culture diverse. L’executive chef Rino de Feo ce li racconta nei suoi due libri: “Uomini, viaggi, ingredienti” e “Chef sarà lei”. Nel libro intervista “Uomini, viaggi, ingredienti” Rino dialoga con il giornalista Luigi D’Alise e ripercorre l’esperienza in Cina ed Indonesia con una carica d’entusiasmo che anima il racconto e ci svela quello che appare in vero come il segreto di Pulcinella, alla matrice del suo successo e del come sia stato possibile per un napoletano conquistare il mercato orientale.

Rino non cucina solo, nei suoi piatti risplende il sole di Napoli, il cielo e il mare di Castellammare di Stabia, la città delle terme incastonata nel Golfo di Napoli, tanto è vero che in tutti i locali aperti mai nessuno degli autoctoni ha chiesto le bacchette e nessuna fusion è stata mai ricercata, parola d’onore. Chiunque abbia assaggiato un suo piatto, si è alzato da tavola con il sorriso, scambiando anche qualche battuta con lui, convinto cultore della propria lingua oltre che dei piatti della tradizione, spesso esaltati dalla personale visione artistica. E se nell’Oro di Napoli si celebrava quella atavica, ereditaria pazienza napoletana, la resilienza partenopea, l’inesauribile volontà di rialzarsi nonostante tutto, ora possiamo confermare l’audacia, la professionalità e il giusto pizzico di mattità dell’unico chef del sud che da molti anni fa parlare e mangiare napoletano gli abitanti del Sol Levante e gli indonesiani tutti.

Correva l’anno 2005 e spinto dalla sua intraprendenza con solo una valigia ma carica dell’oro verde del sud, pomodori e farina sfida anche il periodo storico denso di accadimenti importanti come la bestia indomita del sisma al largo dell’isola indonesiana di Sumatra, gli echi degli attentati terroristici a Londra e Sharm el-Sheik, la rabbia di un intero paese a prevalenza musulmana seguita alle caricature di Maometto e vince. Rino de Feo in questi anni sperimenta, si diverte, gioca ma rimane fedele ai piatti della nostra tradizione italiana, proponendoli alla sua clientela orientale a Giacarta, Bali e nella sua osteria Il Matto di Guangzhou, dove Marcello Lippi e Fabio Cannavaro sono ospiti fissi. Dall’Italia arrivano i pomodorini del piennolo, l’olio extravergine d’oliva, la pasta, il vino. Il resto lo chef Rino se lo fa da sé nelle sue cucine laboratorio: pane, lievito e prodotti caseari. Celeberrimi anche i suoi mozzarella show che gli sono valsi la continua attenzione degli avventori e addetti ai lavori ed ulteriori riconoscimenti. Con giusto orgoglio ci piace ricordare che durante il capodanno cinese del febbraio 2018, nella città di Chengdu dove è stata ricostruita in un sito archeologico la nostra misteriosa Pompei, proprio a lui fu affidato il compito arduo di preparare piatti dell’antica Roma che l’executive chef ha portato a termine egregiamente, preparando le mitiche polpette ripiene d’uvetta e pinoli, cotte nel mosto e intrattenendo i partecipanti con una carrellata di piatti tipici della street food senza dimenticare la nostra regina, la pizza emblema di italianità, universalmente conosciuta e ricercata. Un altro attestato di riconoscenza e termometro del successo meritatissimo, Rino lo ha avuto quando alti funzionari della sezione cinese dell’Adidas lo hanno scelto per tenere una lezione di creatività ai dipendenti. Ancora oggi quando ne parla si commuove e ricorda con affetto come gli stessi avevano organizzato che durante la sua lezione il proiettore facesse visionare delle immagini della sua Castellammare a tutto l’auditorio. Neanche il fermo imposto dall’emergenza pandemica è riuscito a domare il vulcano De Feo che arrivato in Italia direttamente dalla Cina per presentare il suo secondo libro “Chef sarà lei”, impossibilitato dalle restrizioni atte a contenere la diffusione della Covid19 a fare rientro in quella che ormai è diventata la sua seconda casa, inizia a cucinare in diretta e sperimentare il potere di condivisione planetaria dei social. Finché un giorno la telefonata di un amico da Firenze che gli svela i piani di un gruppo di facoltosi uomini d’affari russi, lo prepara all’ennesima avventura, lui ambasciatore di Castellammare nel mondo, con un’unica missione: fare amare il suo paese come lo ama lui. Archiviata in pochi mesi la tappa russa con in attivo 4 attività, l’indomito chef partenopeo conquista anche Bourgogne con i suoi piatti che sanno di casa e famiglia, all’interno del locale che ha chiamato La Delizia e che di Amalfi racconta la storia. Potenza dei colori delle ceramiche di Vietri e Positano dove il blu del mare, si illumina del giallo dei limoni, che rifulge dell’oro del sole nel bianco che amplifica e dilata dei villaggi dei pescatori. Sapienza della tradizione culinaria tramandata di generazione in generazione, cultura italiana nel mondo.

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