Michele Cioce.La vita autentica di un artista della cucina

Alcune storie di vita, di passione e d’arte non si limitano alle sole persone che le hanno vissute. Si espandono a ritroso nel tempo, affondando le loro radici profonde nella tradizione, nell’odore e nel sapore di gesti antichi, di consuetudini immutabili e restituiscono l’aroma di qualcosa di ancestrale, che è sempre stato e sempre sarà uguale a sé stesso. Questo è ancora più vero per la cucina e la gastronomia che si fondano sulle diversità locali e regionali, soprattutto in un Paese come il nostro e in maggior misura in una regione comeFranco Tafuni, Cioce Michele e le loro cime di rape (2) la Puglia, ricchissima di tradizione gastronomica e “patria” di eccezionali interpreti della cucina. È davvero eccezionale ripercorrere questi flussi di conoscenza ancestrale, che attraversano le mani e la sapienza di giovani e appassionati chef che perpetuano, quasi come fossero sacerdoti, l’arte e la sacralità di tale conoscenza. Michele Cioce è uno di questi moderni lari. La sua avventura, la sua “storia infinita” inizia a sei anni, quando il nonno, anche lui di nome Michele ed esperto delle terre di Murgia, oggi protette all’interno del parco nazionale omonimo, insegna al piccolo nipote le basi del suo futuro mestiere. Proprio come nell’Antichità i padri trasmettevano la conoscenza ai figli, nonno Michele mostrava al giovane la maniera di vivere semplicemente, sfruttando le straordinarie risorse della terra pugliese. Verdure selvatiche, erbe eduli spontanee, funghi, tuberi, straordinaria cacciagione di ogni tipo, stupenda frutta, fresca e secca, sono le basi della gastronomia di questa terra meravigliosa. La prima importante lezione fu questa: la natura deve guidare la vita dell’uomo e dunque anche la sua alimentazione, essa sa quando è il momento giusto e quando non lo è. Questo ha fatto nascere in Michele (il ragazzino divenuto adulto) il desiderio di riappropriarsi di quella visione culturale, che sta ormai sparendo, fatta di rispetto per la terra e per le tradizioni culinarie che da secoli accompagnano chi abita quei luoghi. Ma dalla Puglia, il suo amore si espande e lo porta ad attraversare l’Italia e il mondo, a lavorare a Milano, Firenze, Monaco di Baviera e New York, ampliando le su conoscenze e imparando tre lingue, il tedesco, il francese e l’inglese. Cioce sente che il suo talento personale è proprio quello di offrire la sua arte e la sua conoscenza attraverso i suoi piatti, che uniscono alla perfezione modernità e tradizione. Questo gli dà vere emozioni. Ma è l’umiltà a distinguere Michele e la si nota quando viene il momento dei ringraziamenti. Tanti sono i maestri a cui deve il suo successo, coloro che gli hanno permesso di lavorare e di accrescere la sua esperienza perché per lui, veramente, non si finisce mai di imparare. In particolare si sente grato a Franco, Giuseppe e Vito Tafuni, proprietari del Ristorante del Corso, dove attualmente lavora, a Giuseppe Barile mastro fornaio e attuale presidente del Consorzio per la tutela e la valorizzazione del pane DOC di Altamura, allo chef Domenico Silvestri e allo chef Michele Panzarini, a Pasqua Chironna, Domenico Casillo e Sabrina Merolla. Inoltre, Michele Cioce ha potuto apprendere anche tutti i segreti della lavorazione e delle tecniche per i prodotti ittici. Infine, durante una manifestazione culinaria ad Otranto, nel 2014, lui e il suo team hanno partecipato al progetto del video ufficiale del Parco Nazionale dell’Alta Murgia e a diversi coking show. Un altro straordinario alfiere della cucina italiana e pugliese, che con la sua storia, rappresenta quella della grande tradizione gastronomica italiana.

Box informazioni:
Chef Michele Cioce
Ristorante del Corso – Corso Federico II di Svevia, 84 Altamura (Ba)
Info: 0803142695
Email: info@ristorantedelcorso.it
ciocemichele81@gmail.com
www.ristorantedelcorso.it   

 

Manuela PacelliORECCHIETTE DI GRANO ARSO ALLE CIME DI RAPE, MOLLICA FRITTA IN STILE FEDERICIANO

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