Marco Anselmi: una sfida in campo

“Ci sono nel calcio dei momenti che sono esclusivamente poetici: si tratta dei momenti del «goal». Ogni goal è sempre un’invenzione, è sempre una sovversione del codice: ogni goal è ineluttabilità, folgorazione, stupore, irreversibilità. Proprio come la parola poetica”.Così recitava Pier Paolo Pasolini, grande scrittore e regista italiano.
Ognuno di noi cerca nella propria esistenza il suo goal, la sua autoderminazione, il suo talento che come una stoffa si dispieghi nel suo avvenire, e ciascuno di noi cerca un suo perchè… un perchè dell’essere venuto al mondo e cosa raccontarsi e raccontare. Lo sa bene Marco Anselmi, oggi Chef della realtà Konnubio a Firenze, ma con il cappello da cuoco dall’età di 15 anni.
La prima partita vera Marco l’ha giocata frequentando la prestigiosa scuola alberghiera a Senigallia, essendo lui marchigiano di origine, e portando con sè il suo sogno,sapendo che prima o poi il vero goal sarebbe arrivato.

Molti i viaggi intrapresi, tanti i sapori annusati, tante le persone incontrate, e importanti soste, come in un lungo viaggio, davvero notevoli; una fra tutte la sua seconda casa, Mauro Uliassi e la sua prestigiosa cucina non ancora in odore di 3 stelle, ma con la fame e la grinta unita all’umiltà propria di Mauro, che ha capito che di li a poco il successo, quello vero, sarebbe giunto.

Lisbona, Kansas City, sono alcune delle località dove la vivacità e la passione di Marco hanno trovato una giusta dimora, un perchè della sua crescita professionale, un tastare ogni giorno che il suo era davvero il lavoro dei sogni, quello che disegni da bambino, osservando la nonna, rubando con gli occhi, assaggiando con il palato e accostando il tuo cuore al suo,  per avvertire i battiti di una vita che non si ferma, corre e tu con lei, per afferrare l’essenza e il brivido.

Poi come ogni partita che si rispetti arriva anche il momento di sedersi in panchina e aspettare, riflettere, e masticare il tempo e con il tempo, attraverso delle cadute o delle ferite, capire ancora di più se stessi.

Ed ecco che Marco anche grazie all’aiuto della sua famiglia e della sua amata sorella, che aveva intrapreso prima di lui il percorso alberghiero come operatrice di sala, arriva il momento di fare goal, arriva l’incontro con Beatrice Segoni, e con la partenza di lei per Dubai, arriva il matrimonio tra lui e Konnubio; diventono così una cosa sola e Marco diventa Chef di una realtà che non è solo ristorante ma un palcoscenico di sapori e di momenti dalla colazione alla sera.

La sua è una cucina tradizionale e innovativa, ponte tra mente e cuore e diario dei suoi viaggi, memoria della sua infanzia e treno a vapore del suo presente, dove vige umiltà, rispetto per un lavoro di squadra con tutta la sua brigata  con il sommelier, il maitre di sala, e non solo, e dove regna sovrano molto molto amore, quello stesso amore che oggi li fa accarezzare la vita con la consapevolezza maggiore rispetto a tanti uomini, e con una spinta audace che però non dimentica il qui ed ora.

Oggi Marco non dà nulla per scontato, ha tanti sogni, progetti, e coltiva sempre il suo  mestiere investendo sulle lancette della sua bravura e sull’orologio del suo talento, insieme a tutta la squadra, e come 11 campioni in campo, fa  il suo goal più grande, e lo espleta ogni giorno accarezzando ogni piatto, che entra poi nella porta o meglio nel palato di ciascun suo ospite.

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