La storia del pastificio “La Rustichella d’Abruzzo” inizia con Gaetano Sergiacomo, nonno materno degli attuali titolari Gianluigi e Maria Stefania Peduzzi, entrati nel 1989 come soci della “Rustichella d’Abruzzo s.a.s.” avente come soci Gianluigi e Maria Stefania Peduzzi, figli di Piero e Nicolina.
Sotto la guida paterna, i due fratelli Peduzzi – che nella loro produzione di pasta seguono la medesima ricetta del 1924 – hanno concentrato le loro energie per garantire all’azienda un’immagine di qualità ed eccellenza, partendo da un attento lavoro di consolidamento di una rete commerciale di professionisti e gastronomi, tra i quali figuravano anche personaggi che in quella fine di anni ’80 si distinguevano come scopritori di artigiani del buon mangiare, come ad esempio Giorgio Onesti, nel tempo divenuto ambasciatore della pasta prodotta dalla Rustichella. Contestualmente si iniziavano ad esplorare anche alcuni mercati esteri,e proprio uno di loro, quello statunitense, regalò importanti soddisfazioni all’azienda abruzzese: tra i primi scopritori di Rustichella d’Abruzzo ci furono proprio i fondatori di Dean & DeLuca a New York, che fecero visita agli stabilimenti produttivi dei Peduzzi; ancora, sempre a New York Gianluigi incontrò Rolando Ruiz Beramend, autentico artefice del successo del marchio abruzzese, testimoniato, tra le altre cose, dal fatto che, nel 1991 – anno in cui in Italia la pasta di semola di farro della Rustichella fu novità dell’anno – a San Francisco il loro distributore ne terminava le scorte appena due ore dopo l’uscita sul New York Times di un articolo che ne parlava. Sul rapporto con i mercati esteri, gli stessi titolari sottolineano il ruolo di “ambasciatore del Made in Italy nel mondo” svolto dal loro pastificio.
Nel 1998 arrivò poi la decisione di trasferire il pastificio a Moscufo, in un’area che, insieme al frantoio preso contestualmente in gestione, godeva e gode di una collocazione geografica invidiabile, nel cuore del paesaggio agricolo abruzzese.
Nei quasi cento anni di esistenza, Rustichella d’Abruzzo ha comunque mantenuto fermi l’impegno ad utilizzare solo le migliori semole di grani duri selezionati, con un tenore di glutine maggiore, impastate con acqua pura di montagna per conferire un sapore e una tenacità unica alla pasta. Le preziose trafile in bronzo rendono la pasta ruvida al punto giusto per catturare ogni tipo di condimento. Il processo di essiccazione si compie lentamente e a bassa temperatura, anche fino a 50 ore e intorno ai 35/40 gradi, al contrario di quello industriale che avviene a circa 90 gradi per 4/5 ore.
A questi elementi di tradizione si affiancano comunque significative innovazioni – dalla creazione di un settore di ricerca e sviluppo dedicato alla costante scoperta di nuovi modi di valorizzare le proprietà delle materie prime lavorate alla gestione in house delle attività di comunicazione e marketing – che contribuiscono a rendere Gianluigi e Maria Stefania Peduzzi dei veri e propri, amano dire loro stessi, “artigiani 4.0”. Tra le linee che più rispecchiano simile approccio si possono ricordare quella dei paccherini alla frutta, ideata da Stefania Peduzzi e pensata per le donne e per un’alimentazione sana con condimenti leggeri.