Erik Lavacchielli: il vice-Barbieri di Fourghetti, giovane e talentuoso

Un nome che significa “maccheronicamente” (ci perdonerete il gioco di parole) “quattro spaghetti” e che strizza l’occhio all’inglese to forget, dimenticare, perché l’invito è ad entrare, gustare e dimenticarsi – almeno momentaneamente – di tutto ciò che c’è fuori dalle sue porte. Fourghetti è il ristorante di Bologna che porta una firma prestigiosa, quella di Bruno Barbieri, chef collezionista di ben 7 Stelle Michelin (l’unico ad aver eguagliato Gualtiero Marchesi) e ormai noto al grande pubblico per la sua partecipazione in veste di giudice al programma di grande successo “Masterchef Italia”. E questo è quel che tutti sanno e che carica di aspettative quando ci si reca a provare i piatti del bistrot o i cocktail dell’angolo bar. Quel che, invece, conoscono in pochi, è che l’executive chef di questo luogo è il giovane e talentuoso Erik Lavacchielli, resident della sede bolognese e – immaginiamo – futuro punto di raccordo degli “spin-off” che Barbieri ha già dichiarato di voler realizzare di questo suo primo, riuscitissimo nuovo esperimento.

Una responsabilità non da poco quella dello chef originario di Pavullo, in provincia di Modena, che nonostante le tante critiche positive al lavoro compiuto finora, resta con i piedi per terra e non dimentica dove tutto è cominciato.

«La mia passione nasce già da quando avevo circa 14 anni, dato che la mia famiglia è proprietaria di un forno-pasticceria e, quindi, volente o nolente, ero sempre a contatto con dolci e pane. Poi la mia nonna grande cuoca ha fatto il resto, facendomi appassionare ancora di più al mondo della cucina in generale».

Dopo la scuola alberghiera, Lavacchielli inizia a seguire Barbieri, diventandone prima allievo e poi assistente stretto. Di lui, oggi, è proprio Barbieri a usare la definizione: «un mio collaboratore storico». Ha convinto lo chef bolognese a sostituirlo ai fornelli per la sua cucina contemporanea, ma che strizza l’occhio anche al passato rivisto in chiave moderna. I suoi piatti forti sono i tortellini, le lasagne croccanti, il bollito, la zuppa imperiale, le tagliatelle, ma non mancano tocchi di internazionalità gastronomica con l’uso di spezie libanesi, la preparazione di chutney o le varianti di polpette che si ispirano alle cucine etniche e allo street food.

Tanti, infatti, i complimenti che Lavacchielli riceve: «Quello che preferisco è quando le persone mi dicono che nonostante la giovane e età ho già tanta esperienza e responsabilità. Ma anche i vari complimenti che ricevo per quello che riguarda i piatti che ogni giorno escono dalla nostra cucina non possono che farmi piacere».

Cosa riserva il futuro a Lavacchielli? Il giovane cuoco resta sul vago: «Non amo fare grandi progetti sono sincero. Preferisco vivere le giornate e godermi quello che il presente, in questo caso il Fourghetti, mi dà sempre il massimo perché mi impegno ogni giorno. Poi si vedrà!».

Doverosi alcuni ringraziamenti che Erik sente di fare a questo punto della sua carriera: «Ci sarebbero tante persone da ringraziare. In primis, la mia famiglia per tutto l’appoggio che mi ha sempre dato fin dal primo giorno in cui ho deciso di intraprendere questo lavoro. Per quello che riguarda il momento che sto vivendo, sicuramente lo chef Barbieri e la famiglia La Sala che ogni giorno credono in me per quello che faccio. E poi tutta la “brigata” del ristorante: Stefano,Vincenzo e Laura in primo piano. Lavorare fianco a fianco ogni giorno non è facile e avere accanto persone che amano quello che fanno rende tutto più semplice. Non dimentico anche tutti i ragazzi che si occupano della sala, dell’american bar e della cantina. Siamo una squadra».

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