Trump in visita alle truppe: “il nostro compito qui è finito!”

In modo del tutto inaspettato e repentino, nel pieno della crisi sul bilancio che ha fatto scaturire lo shutdown governativo di natale, il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump – assieme alla First Lady Melania – ha organizzato nella giornata di ieri una visita alle truppe statunitensi d’istanza in Siria, nell’ambito dei suoi poteri di comandante in campo delle truppe. È la prima visita del 45° presidente ai soldati USA, e la tempistica dell’avvenimento è peraltro piuttosto insolita: basti pensare che tutti i precedenti POTUS avevano effettuato la visita di rito durante i primissimi mesi dei rispettivi mandati. L’Air Force One presidenziale è decollato poco dopo la mezzanotte dalla base aerea di Andrew atterrando nella base Al Asad, nella provincia siriana di Anbar, poco dopo le 19 (ora locale).

Fra gli argomenti trattati da Trump c’è stata la strategia militare statunitense all’estero, con la conferma dell’intenzione di procedere al graduale smantellamento dei contingenti americani all’estero, incluso quello siriano. Va sottolineato come questo tema sia stato particolarmente rilevante nel dibattito politico interno negli USA, tanto da creare molto malcontento nell’opinione pubblica e da portare alle dimissioni il segretario alla Difesa Jim Mattis. Per Trump non c’è più motivo di continuare lo sforzo bellico: «Avevo detto in modo chiaro che la nostra missione in Siria era quella di togliere all’Isis i suoi avamposti militari». Tale obiettivo è ormai da considerarsi come raggiunto per il Presidente statunitense, vista la caduta della maggior parte delle roccaforti dei miliziani dell’Isis in Siria. Per ciò che concerne la ricostruzione del Paese, Trump ritiene non sia da considerarsi una responsabilità degli Stati Uniti. Ai suoi soldati ha infatti dichiarato: «I Paesi dell’area devono farsi avanti e assumere una maggiore responsabilità». Con l’espressione “Paesi dell’area” si pensa che il Presidente alluda ad Arabia Saudita – ancora scossa dagli strascichi del caso Kashoggi – e Israele – che dopo le dichiarazioni di smobilitazione di Trump inizia a sentirsi accerchiata.

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