La nomina di Gozi: perché Meloni e Di Maio hanno “ragione”

C’è un detto popolare molto noto che afferma che “anche un orologio rotto segna l’ora giusta due volte al giorno”. Considerando come giorno l’intera durata della legislatura a trazione gialloverde, sembra essere scoccata la prima coincidenza temporale per due cronografi molto malandati come Giorgia Meloni e Luigi Di Maio: entrambi, nonostante il grande solco che li separa sul terreno politico, concordano infatti sulla necessità di prendere delle iniziative nei confronti di Sandro Gozi, che dopo essere stato Sottosegretario agli affari europei nel governo Renzi e nel governo Gentiloni si appresta ad assumere un analogo incarico di governo in Francia.

Va sottolineato che i toni utilizzati dai due malridotti misuratori del tempo nostrani fanno oscillare il loro pendolo fra il grottesco e il ridicolo: questi propongono per Gozi la revoca della cittadinanza, misura che, per quanto prevista nel nostro ordinamento, risulta però impraticabile per vari ordini di ragioni, come per esempio il fatto che tale misura renderebbe l’ex sottosegretario un apolide. Tuttavia, Di Maio e Meloni hanno indirizzato le rispettive lancette verso una tematica di fondamentale importanza: è giusto che un funzionario di alto livello dello Stato italiano lavori per un altro Stato? A questa affermazione si potrebbe opporre una lunga serie di obiezioni, come il diritto di un singolo individuo di lavorare liberamente per chi ritiene o il fatto che Italia e Francia siano due Paesi entrambi parte della grande famiglia dell’Unione Europea. Nonostante questi due assunti siano entrambi corretti, va ricordato come Gozi abbia avuto accesso a documenti riservati di uno Stato sovrano che, al di fuori della cornice europea ma anche all’interno della stessa, ha obiettivi diversi e spesso confliggenti con il suo vicino d’Oltralpe. A titolo meramente esemplificativo, si pensi alle due diversissime posizioni sullo scenario libico: in sede europea, quando si sceglierà fra lealisti e Haftar, Italia e Francia arriveranno inevitabilmente allo scontro!

La questione Gozi è stata ben centrata, fra gli altri, da Carlo Calenda, che a riguardo ha sottolineato come Gozi “sa un sacco di cose sulle nostre posizioni, sulle nostre idee, su dossier riservati, relativamente a quelle materie per cui andrà a lavorare con i francesi”. L’eventuale correttezza della nomina dell’ex sottosegretario [che peraltro è primo dei non eletti per la Francia ed entrerà nel Parlamento Europeo post Brexit, N.d.R.] non è quindi, come sostengono gli orologi rotti, un problema di italianità, ma un problema di tutela degli interessi strategici nostrani che deve essere trattato da tutti, sinistra compresa, senza nascondersi dietro un vessillo posticcio di libertà.

Related Posts

di
Previous Post Next Post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

0 shares