Maurizio Toni: semplicità e genialità per raccontare la vita con scatti di colore.

La fotografia nasce nella prima metà dell’Ottocento grazie alle scoperte di due scienziati francesi: Louis Jacque Mandè Daguerre e Joseph Nicéphore Niépce; da allora questa tecnica si è evoluta sempre più e ha permesso a milioni di persone di immortalare momenti importanti, opere d’arte e molto altro, diventando un eccezionale mezzo di divulgazione di informazioni e sapere.

Oltre ai vari utilizzi storici, scientifici e di cronaca, la fotografia ha conquistato anche il mondo dell’arte diventando un linguaggio espressivo a tutti gli effetti. Con uno scatto, infatti, si può catturare un mondo e trasmettere un’infinità di emozioni; il grande maestro della fotografia Henri Cartier-Bresson sosteneva: “Fare una fotografia vuol dire allineare la testa, l’occhio e il cuore. È un modo di vivere”. Uno scatto si cattura, si crea non si scatta, si elabora con un filo che si tesse dall’oggetto da ritrarre, sino alla nostra anima, passando per la retina; un’immagine da immettere poi nel circuito dei fruitori, per regalare emozioni, sorrisi, sussulti e frammenti di vita. 

Maurizio Toni, fotografo, reporter di Ancona, ricalca tutto questo e molto di più: le sue foto raccontano grandi momenti storici, come il conflitto serbo/bosniaco della fine del secolo scorso, alcuni dei più recenti cambiamenti politici, quelli climatici ed anche quelli sociali, tanto da ricevere nel 2009 la menzione d’onore al “Gran-prix” della fotografia di Parigi.

Maurizio non è un semplice fotografo, ma un pittore di immagini, un cesellatore di emozioni che riesce, con la sua abilità ed il suo sguardo, non soltanto a vedere, ma ad osservare, penetrare profondamente nel momento, nella cartolina che gli si prospetta di fronte e trascrivere, con la sua macchina, il tocco e la poesia.

“La cosa fondamentale è riuscire a vedere oltre quello che si vede: allora si può raccontare qualcosa di diverso – ci spiega l’estroso fotoreporter che poi aggiunge – Negli ultimi anni c’è stato un cambiamento molto importante nella fotografia, soprattutto quella di reportage, perché ormai c’è un business importante dietro a questo mondo che è frutto di quella che è la società attuale: finta, artefatta, costruita, in cui la gente spesso ascolta solo ciò che vuole sentirsi dire.”

L’arte ha sempre, in un certo qual senso, fatto parte della vita di Maurizio che ha anche un passato da vignettista e che ha scelto di diventare fotografo sviluppando la sua attitudine, circondandosi delle persone giuste e credendoci con tutto se stesso.

Tutto ciò ha contribuito a renderlo un narratore di immagini, uno scrittore di scatti che si traducono in pagine vere di vita vissuta per lui e per i suoi committenti o spettatori finali; anche una semplice cerimonia o un evento elegante viene trasposto nella sua poesia e nel suo incanto, assurgendo ad una dimensione senza tempo, eterna.

Nel suo studio, con i suoi allievi e collaboratori, Maurizio trasferisce ogni giorno la passione e l’amore per questa professione, il proprio credo, sviluppando questa sua pellicola di vita anche attraverso numerosi corsi con cui plasmare nuovi fotoreporter e trasferire nel prossimo la propria passione ed un po’ del suo essere…

Formazione, libri, cataloghi, esposizioni, tanti progetti fatti e da fare: questo è Maurizio Toni che oggi, a 60 anni, può dire di aver realizzato molti dei suoi obiettivi e di continuare a fare quello che ama, circondandosi delle persone giuste, viaggiando e mantenendo comunque un profilo basso, umile, perché la grandezza non ha bisogno di proclami o di essere urlata.

“Se cambi il modo di vedere le cose, le cose che vedi cambiano”: è in queste sue parole che ritroviamo tutta l’essenza del suo pensiero, tutta la sua voglia di assaporare intensamente la vita in ogni suo centesimo di secondo… Sognare sempre in grande e catturare l’istante, non solo con lo sguardo e con la mente, ma proprio con l’anima: pochi come Maurizio sono in grado di riuscirci e di condividerlo con gli altri, con scatti che parlano più di mille parole.

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