Intervista a Susy Galluzzo

Susy Galluzzo è nata in Calabria ma vive a Roma da molti anni. È laureata in Giurisprudenza e svolge la professione di avvocato. Ha iniziato a scrivere il suo primo libro, Quello che non sai edito da Fazi, dopo la scomparsa della madre.

Questo libro, quello che non sai, è dedicato alla madre di Susy Galluzzo.

Attraverso la scrittura è riuscita a elaborare il lutto.

Qual è il suo rapporto con la morte?

“Sono fermamente convinta che sia una trasformazione e l’inizio di una nuova esistenza. Non credo che ci “spegniamo” improvvisamente, ma che, invece, intraprendiamo un nuovo percorso con un occhio a chi resta.”

Le capita mai di parlare, come succede alla protagonista del libro “Quello che non sai”, a un suo caro che non c’è più?

“Parlo sempre con mia madre che è scomparsa nel 2014. La sua perdita mi ha portato a scrivere questo libro. La cornice del romanzo, che è il diario di Ella a sua madre, contiene tanti messaggi e pensieri che ho rivolto alla mia in questi anni. Il dialogo non si è mai interrotto, continuerà per sempre.”

Quanto è importante il dialogo all’interno di un nucleo familiare?

“E’ molto importante e dovrebbe essere scontato tra persone che condividono lo stesso sangue e, per lungo tempo, la stessa casa e le stesse abitudini. E’ molto comune però che proprio con i familiari non si riesca a raggiungere uno scambio quotidiano e sincero, che proprio loro siano ignari di ciò che veramente ci accade.

Credo che ci siano degli imbarazzi e dei blocchi che si superano invece nelle amicizie sincere.”

L’amore di cane verso una persona quanto, secondo lei, è importante per stare meglio?

“Ho due bulldog francesi (uno dei quali si chiama Duccio, come il cane di Ella).

Vivere con un cane o, comunque, con degli animali, osservarli e godere delle loro attenzioni mi spinge a dire che sono degli esseri superiori. Godere del loro amore e della loro capacità di percepire ogni nostra minima emozione è un privilegio e decisamente è fonte di benessere.”

Il dialogo fra madre e figlia sembra essere incentrato a raccontare il non detto quando la madre era in vita. È così?

“Nel caso di Ella, il diario è lo strumento con cui lei riesce a rimproverare la madre per la scelta che le ha imposto, che in quel momento ha accettato per via del loro forte legame e che però ha distrutto il suo “mondo di prima”.”

Ha saputo parlare del lutto in modo originale e senza apparente sofferenza. Il lettore si lascia trasportare dal racconto senza la minima tristezza. Ha subito un lutto in famiglia anche lei, o questo modo di raccontare è frutto della sua grande sensibilità?

“Il mio modo di raccontarlo nasce, come ho detto, dalla convinzione che chi ci lascia diventi un’anima “libera” e non vada mai via veramente.”

La protagonista racconta il rapporto con sua madre. Quanto è importante il rapporto con sua madre?

“Fortuna immensa fu l’averti avuta. Questa è la frase che ho scritto per lei e che è stata incisa sulla sua lapide. Racchiude tutto.”

Qual è il suo rapporto con la scrittura? Scrive ogni giorno?

“Penso ogni giorno. Immagino scene, mi vengono in mente espressioni, frasi che appunto sul mio diario.”

Ha una “stanza tutta per sé” per poter creare?

“Sì, ho il mio studio, dove i miei cani sono soliti riposare. Ho una parete lavagna su cui scarabocchio, mi diverte molto. Alle spalle della scrivania c’è una porta finestra che dà sul giardino con alberi ad alto fusto. E’ il mio rifugio.”

In una relazione quanto è importante la sincerità?

“Il “non detto” è letale per i rapporti, come dice il mio compagno.”

Qual è il suo rapporto con la sensazione di colpa che alberga in noi ed esce fuori quando sbagliamo?

“E’ un brutto rapporto, ci faccio i conti ogni giorno. Dovrei imparare ad assolvermi o almeno essere più comprensiva verso me stessa.”

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