“MEMORIALE DI UN ANOMALO OMICIDA SERIALE”

ESCE IL 17 FEBBRAIO “MEMORIALE DI UN ANOMALO OMICIDA SERIALE” DELLO SCRITTORE DAVIDE BUZZI, UN ROMANZO RICCO DI SUSPENSE CHE CI OBBLIGA A RICONSIDERARE I LIMITI DELLA NOSTRA COSCIENZA

Esce lunedì 17 febbraio il nuovo libro dello scrittore ticinese Davide Buzzi dal titolo “MEMORIALE DI UN ANOMALO OMICIDA SERIALE”, edito dalla casa editrice toscana 96, Rue de-La-Fontaine Edizioni.

Si tratta del romanzo autobiografico (spoof) di Antonio Scalonesi che, tramite la sapiente penna di Buzzi, si propone al lettore nelle vesti di un memoriale raccontato in prima persona, frutto dell’interrogatorio ad un uomo, Scalonesi appunto, che il 21 novembre del 2011 si presenta presso gli uffici di Lugano della Procura Pubblica del Cantone Ticino, in Svizzera, per confessare di essere un assassino seriale.

l racconto si sviluppa tutto su un supposto dialogo che avviene fra il protagonista dei fatti e il procuratore pubblico, che però non appare mai in prima persona. Il periodo storico dei fatti raccontati va da più o meno attorno al 2004 per il primo assassinio fino al 2010 per l’ultimo omicidio e l’autodenuncia di Scalonesi alle autorità.

Il protagonista parla a ruota libera e cinicamente dei suoi omicidi e (solo in parte) di alcuni aspetti legati alla sua vita, in un linguaggio non sempre educato (anzi) e con fare altezzoso e sdegnoso. A volte mente palesemente, altre stravolge la verità, omette particolari o inventa aneddoti che possano contribuire a buttare fumo sull’intera vicenda. Nel contesto generale del racconto appare quindi molto difficile intravvedere le bugie di Scalonesi in mezzo all’insieme delle verità, seppure il lettore più attento possa riuscire qualche volta a coglierne gli indizi.

Scalonesi è un serial killer, ma non nel modo più stretto del termine, infatti non è ripetitivo nel suo agire e, sebbene in effetti uccida per il piacere di farlo e per poter godere del brivido della caccia, a volte esegue anche alcuni incarichi che riceve da parte di una oscura organizzazione che lo ha scoperto. La polizia invece non lo scoprirà mai, seppure forse in qualche caso potrebbe anche avere avuto qualche sospetto sul personaggio, ma non tanto in merito alla sua attività criminale, bensì più per il fatto che Scalonesi fosse spesso in viaggio e poco sul posto di lavoro. Quindi, come poteva mantenersi senza troppi problemi?

“Quando tempo fa ho iniziato a raccontare questa storia, mai avrei creduto che il tutto si sarebbe trasformato in un volume di oltre trecento pagine – dichiara lo scrittore Davide Buzzi. Scrivere l’autobiografia di un personaggio tragico come Antonio Scalonesi ti obbliga a penetrare tutto il tuo subconscio, fino ad arrivare nel nero più profondo di te stesso. In fondo, chi nel corso della propria vita, almeno per una volta, non ha mai pensato seriamente di ammazzare qualcuno, per vendetta o per arrivare alla soluzione di una diatriba impossibile? Poi, però, la maggior parte delle volte, il raziocinio ci riporta alla ragione, impedendoci di oltrepassare certe barriere. Ma non sempre… A volte purtroppo succede che la sete di vendetta, come anche la curiosità di capire fino a dove si è disposti ad arrivare con le proprie azioni, possono condurre un uomo apparentemente normale e pacifico al di là di ogni confine morale, senza che questi possa provare alcun pentimento per i crimini compiuti.

“Memoriale di un anomalo omicida seriale è il frutto di mesi di lavoro che lo staff di 96, Rue de-La-Fontaine Edizioni ha portato avanti insieme all’autore, Davide Buzzi. Si è trattato – spiega la Casa Editrice – sicuramente di un incontro tra persone esigenti, pignole, attente ai dettagli. Abbiamo realizzato, con l’autore, quello che crediamo sia un romanzo alquanto inusuale e ricco di particolarità. Abbiamo scelto di percorrere la strada più ripida, e siamo certi che Memoriale di un anomalo omicida seriale troverà il giusto consenso tra il pubblico, sia per la struttura, che per la voce d’autore che lo caratterizzano. Davide Buzzi ha avuto l’idea di scrivere questo romanzo facendo raccontare direttamente al protagonista le vicende che lo vedono coinvolto. Crediamo sia stata una scelta audace e siamo soddisfatti del risultato finale. Adesso vogliamo raccogliere i frutti di questo lavoro e contribuire alla diffusione della cultura e della lettura, anche attraverso questa Opera. Grazie a Davide Buzzi per il contributo importante e per la fiducia che ha riposto in noi”.

Una storia, in sintesi, che oltre a essere raccontata tutta in prima persona dal personaggio stesso e ricca di suspense, si svolge in modo assolutamente imprevedibile e riesce a portare il lettore a condividere il suo metodo di pensiero e persino a giustificarlo, creando una disarmonia in noi stessi che ci obbliga a riconsiderare i limiti della nostra coscienza.

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L’autore

Davide Buzzi nasce il 31 dicembre 1968 ad Acquarossa (Svizzera). Cantautore e autore, inizia la sua carriera artistica nel 1982 accanto a Giampiero Albertini e Franco Diogene nel film in “L’oro nel camino”. Nel 1993 pubblica il suo primo cd, “Da grande”, cui seguiranno “Il Diavolo Rosso: Romaneschi” (1998), “Perdo pezzi” (2006), “Non ascoltare in caso d’incendio” (2017) e, nei prossimi mesi, “Radiazioni sonore artificiali non coerenti”.

Nel 2013 pubblica il suo primo libro di racconti dal titolo “Il mio nome è Leponte… Johnny Leponte” e nel 2017 il racconto breve “La Multa”.

Negli anni ottiene importanti riconoscimenti internazionali quali la “Targa Città di Milano” (1997), il “Premio Città San Bonifacio” a Verona (2000) e il “Premio Myrta Gabardi” a Sanremo (2002).

Nel 2012 ottiene due nomination agli ISMA Award di Milwakee (USA) per la canzone “The She Wolf”.

Nel 2013 ottiene una nomination i NAMMY Award di Niagara Falls (USA) per la canzone “The She Wolf”.

Fotografo di formazione, è attivo anche nel campo del giornalismo come membro di redazione del mensile “Voce di Blenio” e, da diversi anni, come inviato speciale di Radio Fiume Ticino al Festival di Sanremo.

La casa editrice

96, Rue de-La-Fontaine Edizioni è una casa editrice che si inserisce nel complesso panorama editoriale italiano con coraggio e decisione. Valuta opere letterarie che rientrino nell’ottica di un lavoro di qualità sia dal punto di vista dei contenuti, che della forma, senza chiedere la tassa di lettura.

Effettua, una volta stipulato il contratto di edizione, la correzione bozze, la realizzazione dell’impaginato e della copertina. Investe sull’opera, crede in un progetto e lo porta avanti soltanto se, insieme all’aspetto qualitativo del testo, sente esserci collaborazione e fiducia da parte dell’autore. Pubblicare un libro non è come andare dal tipografo, pagare e ritirare il libro stampato. Pubblicare un libro è un processo lungo e ricco di difficoltà che richiede grandi competenze da parte dell’editore e dello staff della casa editrice, e una relazione di qualità tra l’autore e l’editore.

 

Come nasce l’idea del libro?

“È una cosa che parte da lontano, oltre 20 anni fa, quando ancora ero un agente del corpo delle Guardie di Confine svizzere. Un paio di volte successe che mi ritrovai a dover eseguire degli arresti assai impegnativi, uno in particolare a Basilea, quando mi capitò di fermare un personaggio pluriricercato per rapina a mano armata e crimini diversi contro le persone.

Quando gli chiesi se fosse armato non fu la sua risposta a colpirmi, ma piuttosto il tono. Disse che se fosse stato armato non si sarebbe lasciato arrestare. Fece questa affermazione senza nessuna animosità o astio. Parlò in tono neutro, come se si stesse discutendo del cattivo tempo trovato in vacanza. Ma il senso era chiaro, se lui fosse stato armato io e i miei colleghi probabilmente saremmo morti.

Non era una questione personale. Semplicemente per questo uomo sparare a un altro essere umano era una questione senza importanza.

Con il tempo questa cosa, invece di andarsi a dipanare nella memorie latente, continuava a farsi strada nei miei pensieri. Volevo comprendere. Così ad un certo punto ho cominciato a approfondire il tema legato alla mentalità criminale, leggendo diversi libri sulla questione, biografie di delinquenti, truffatori e altro ancora. Quando mi ritrovai a scoprire il mondo oscuro dei serial killer ho finalmente cominciato a pensare a una storia da scrivere. Io però nasco come autore di canzoni e scrittore di racconti brevi e a quel tempo non ritenevo di avere le capacità necessarie per scrivere un racconto lungo.

Ma otto anni fa una grave e improvvisa malattia, rivelatasi nel breve spazio di una notte, ha cambiato per sempre la mia vita.

Ero incapace di comprendere quello che mi stava succedendo e non accettavo che il destino potesse essere così crudele. Per molto tempo ho vissuto di rabbia assoluta e l’impotenza di cambiare gli eventi mi spingevano a immaginare cose folli.

Fino a che ho deciso di provare a imprigionare sulla carta la violenza che mi divorava la vita. È nato così il primo omicidio di questo killer senza nome, ma che da lì a poco si sarebbe profilato in Antonio Scalonesi. Un poco alla volta si è poi sviluppato tutto il racconto che infine ha portato alla pubblicazione del memoriale”.

Un complimento ricorrente?

“È indubbio che chi ha letto il libro ne è rimasto colpito. Scalonesi è un personaggio seducente che si infiltra nell’animo di coloro che leggono la sua storia. Nel libro lui si rivolge al procuratore e parla in prima persona, questo fatto spinge il lettore a modificare il suo modo di pensare, fino a farlo identificare con il killer. Fino a far sì che il killer siamo noi che stiamo leggendo il Memoriale. Non so se possa essere definito un complimento, ma la cosa che mi sento ripetere spesso è “scioccante”.

Progetti futuri?

“Ho appena terminato di scrivere un nuovo romanzo che spero di vedere presto pubblicato.

Questa volta non stratta di un thriller, ma di un racconto di paese, dove le sorprese quotidiane si accumulano fino ad un imprevedibile disastro finale. Inoltre a breve dovrebbe uscire anche il mio quinto album discografico, “Radiazioni Sonore Artificiali Non Coerenti”, secondo volume de La Trilogia”.

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