Il viaggio della Chimera.

Gli Etruschi a Milano tra archeologia e collezionismo

Milano e il mondo etrusco: un profondo legame che viene illustrato in una mostra concepita e realizzata dal Civico Museo Archeologico di Milano e dalla Fondazione Luigi Rovati, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Milano.

L’esposizione mette in luce il legame fra Milano e la civiltà degli Etruschi istituitosi a partire dalla metà dell’Ottocento con la costituzione del nucleo più antico delle Raccolte Archeologiche milanesi e rinsaldato nel dopoguerra, quando Milano ospitò la grande mostra svoltasi a Palazzo Reale nel 1955. Questa la data spartiacque che segna l’avvio di una feconda stagione per l’etruscologia a Milano: dalla Fondazione Lerici del Politecnico di Milano alle campagne condotte dall’Università degli Studi di Milano a Tarquinia e nell’Etruria padana al Forcello di Bagnolo S. Vito. Un legame solido e virtuoso che continua con i recenti scavi condotti a Populonia e con la prossima apertura al pubblico del Museo Etrusco della Fondazione Luigi Rovati in Corso Venezia 52.

Ci introduce alla mostra l’Assessore alla Cultura Filippo del Corno: L’importanza di questo progetto espositivo consiste nell’aver messo in risalto il rapporto saldo e profondo che lega la città di Milano allo studio, alla ricerca e alla divulgazione della civiltà e della cultura etrusca. “Il Viaggio della Chimera” racconta gli sviluppi di una scienza, l’etruscologia, che ha reso possibile la scoperta di reperti di straordinaria bellezza e ha contribuito a far luce su un aspetto cruciale della storia d’Italia, e rappresenta un ponte ideale verso la prossima apertura a Milano di un importantissimo Museo, dovuto all’impegno di una Fondazione privata, dedicato alla Cultura etrusca.
Gli Etruschi a Milano – racconta la Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio Antonella Ranaldi – nella mostra “Il viaggio della Chimera” al Museo Archeologico e il futuro istituendo museo della Fondazione Rovati sono un ritorno, o meglio, una rivincita degli Etruschi, sconfitti dai Celti sul Ticino, che tornano oggi a Milano e si mostrano nella immaginifica Chimera, nelle sembianze multiple di leone, di capra e di serpente.
Ci porta una suggestione Marco Edoardo Minoja, Direttore Cultura del Comune di Milano: È doveroso che Milano omaggi gli Etruschi, vera civiltà europea e al tempo stesso prima vera rappresentazione di una cultura capace di unificare la penisola italiana, dalle sponde del Po fino alle regioni più meridionali dello stivale.
Claudio Salsi, Direttore Area Soprintendenza Castello, Musei Archeologici e Musei Storici, sottolinea come questa mostra metta in luce un rapporto complesso e sfaccettato, che si esplica non solo nella presenza considerevole di materiale etrusco nelle collezioni civiche ma anche nell’apporto rilevante dato dalle campagne di scavo delle università lombarde, ma anche dello stesso Museo Archeologico cittadino, e dalla Fondazione Lerici sia nell’Etruria vera e propria, sia in quella padana e campana.
Lucio Rovati, Presidente della Fondazione Luigi Rovati, osserva: è motivo di soddisfazione avere instaurato con il Civico Museo Archeologico e la Soprintendenza per la Città Metropolitana di Milano una proficua collaborazione che ha portato alla realizzazione di questa esposizione, per noi prima importante tappa nel percorso che porterà all’apertura del nuovo Museo Etrusco di Milano.

LA MOSTRA
La mostra si sviluppa in cinque sezioni, con l’esposizione di più di duecento reperti provenienti dai maggiori musei archeologici italiani, dalle collezioni del Civico Museo Archeologico di Milano e dalle collezioni della Fondazione Luigi Rovati.

Sezione 1 – Le origini del collezionismo etrusco a Milano: un contributo all’etruscologia e alle Civiche Raccolte
Il percorso prende inizio dal Cratere Trivulzio, in prestito dai Musei Vaticani, acquistato sul mercato antiquario di Milano nel 1933 a seguito di una sottoscrizione cittadina per essere donato a papa Pio XI che lo destinò al Museo Gregoriano Etrusco. Accanto alle raccolte private confluite nelle collezioni del Civico Museo Archeologico quali quelle di Amilcare Ancona (1839 –1890) e di Emilio Seletti (1830-1913) è esposta parte della collezione di Pelagio Palagi (1775-1860), a lungo attivo a Milano prima di trasferirsi a Bologna dove la raccolta è ora conservata. È inoltre esposta una selezione di oggetti etruschi appartenuti al mercante d’arte Giulio Sambon (1836-1921) confluiti per sottoscrizione cittadina nel 1911 al Museo Teatrale della Scala e dal 2004 alla Soprintendenza. I reperti riuniti in questa prima sezione sono legati dal tema della raffigurazione umana nell’arte etrusca e introducono il visitatore all’immagine e all’identità dei defunti.

Sezione 2 – Milano e il dopoguerra. La Grande Mostra del 1955
La riscoperta degli Etruschi nel dopoguerra passa da Milano: nel 1955 Massimo Pallottino apre a Palazzo Reale la “Mostra dell’Arte e della Civiltà Etrusca”, punto di partenza di un rinnovato interesse per lo studio di questa cultura che confluirà in una serie di campagne di scavo scientifiche. La centralità della mostra del 1955 è qui sottolineata dalla presenza di reperti di grande importanza che furono esposti a Palazzo Reale, quali il busto femminile del VII secolo a.C. proveniente dal Tumulo della Pietrera, conservata nel Museo Archeologico Nazionale di Firenze, considerata la più antica statua etrusca. La sezione è arricchita da documenti dell’epoca come la rassegna stampa originale proveniente dal Museo Antichità Etrusche e Italiche dell’Università Sapienza di Roma.

Sezione 3 – Le università di Milano e le ricerche archeologiche: le prospezioni Lerici, gli scavi a Tarquinia, Capua e Populonia
La sezione è collegata alla precedente attraverso il tema del mondo animale, con le sue creature reali e fantastiche che popolavano l’immaginario che il defunto incontrava nel suo viaggio ultraterreno. Il vaso con raffigurazione della Chimera – che dà il titolo alla mostra – proveniente dal Civico Museo Archeologico di Milano è affiancato ai materiali pertinenti ai corredi delle tombe scavate dalla Fondazione Lerici e ora in deposito presso lo stesso Museo, che diede avvio a un nuovo capitolo dell’archeologia etrusca applicando metodi di indagine geofisica alla ricerca archeologica, in particolare nelle necropoli di Cerveteri. Importanti campagne di scavo, qui rappresentate, sono anche quelle condotte dalle università milanesi a Capua, Populonia e soprattutto a Tarquinia di cui è esposto in mostra l’eccezionale deposito rinvenuto sulla Civita.

Sezione 4 – Una chimera: Etruschi a Milano e in Lombardia
Questa sezione vede protagonisti gli scavi sul territorio regionale, che hanno evidenziato la presenza etrusca in Lombardia. In mostra un piccolo nucleo di materiali proveniente dalle ricerche svolte dall’Università degli Studi di Milano a Forcello di Bagnolo San Vito (Mantova), il principale abitato etrusco-padano a nord del Po, risalente al VI-V secolo a.C.
I contatti tra Etruschi e comunità indigene non furono solo commerciali ma anche culturali come testimonia l’adozione dell’alfabeto etrusco da parte dei gruppi locali, pur modificato nelle varianti regionali. Diverse sono le testimonianze epigrafiche presenti in mostra, tra cui l’indicazione del toponimo Mesiolano in alfabeto celtico cisalpino.

Sezione 5 – Il collezionismo contemporaneo: il futuro Museo Etrusco di Milano
Il ricco percorso espositivo si conclude con l’ultima manifestazione della passione per l’arte e la cultura etrusca: è qui presentata in anteprima una piccola selezione di reperti della Fondazione Luigi Rovati, che confluiranno nel Museo Etrusco presso lo storico palazzo in Corso Venezia 52, di prossima apertura. Saranno qui presentate testimonianze di scrittura etrusca come la paletta di bronzo con una dedica a Selvans, divinità dei boschi, dei terreni e anche dei confini, ma anche splendide oreficerie e oggetti di alto artigianato.

 

Il viaggio della Chimera
Gli Etruschi a Milano tra archeologia e collezionismo
fino al 12 maggio 2019
Milano, Civico Museo Archeologico
Corso Magenta 15

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