Uno spot per promuovere la lingua italiana nel mondo

In tempi di Brexit, il Consolato Italiano di Londra lancia un ponte di amicizia tra Italia e Regno Unito attraverso uno dei più forti strumenti di attrazione, stile e comunicazione che il nostro Paese possiede: la propria lingua.

Amore per la lingua – In occasione delle celebrazioni della Festa della Repubblica, il Consolato italiano di Londra ha presentato ufficialmente uno spot promozionale dedicato alla lingua italiana. Un minuto e quarantacinque secondi dedicati alla nostra lingua, per invogliare tutto il caleidoscopio di nazionalità che vivono in una delle città più cosmopolite al mondo a studiare e amare il nostro idioma. Nello spot è proprio la nostra lingua a essere protagonista che, personificata da una giovane ragazza, si rivolge direttamente agli ammiratori di tutto il mondo con una semplice domanda: “E voi, cosa aspettate a studiarmi?”.

Autore: Jim Linwood Licenza: CC BY 2.0

Una sorta di duplice invito, rivolto sia a chi non conosce ancora la nostra lingua e vorrebbe saperne di più, sia ai tanti connazionali che hanno scelto la capitale inglese come propria terra d’adozione, per riannodare i fili dell’amore e dell’orgoglio di essere conterranei di Dante, Pirandello e Carducci.

L’autore – Dietro il video promozionale c’è la mano di un giovane artista italiano  apprezzato soprattutto al di fuori dei nostri confini nazionali: si tratta di Luca Vullo, quarantenne siciliano di Caltanissetta, autore, regista e produttore di cinema e teatro, oltre che performer e coach di comunicazione.

Quello di Luca Vullo è un nome abbastanza noto al di fuori del Bel Paese, per il suo particolare percorso artistico che lo ha portato a scandagliare da vicino il mondo degli italiani all’estero. Prima del video dedicato alla nostra lingua, il regista siciliano ha infatti realizzato almeno tre lavori dedicati all’italianità, che lo hanno fatto conoscere nel mondo dell’arte e della comunicazione, portandolo tra le realtà più prestigiose: dal Festival di Cannes alle principali università inglesi, fino alla maggiore piattaforma internet di distribuzione di film, serie televisive e altri contenuti d’intrattenimento, ossia Netflix.

Dallo zolfo al carbone – La prima opera da segnalare è quella del 2008, quando Vullo, all’epoca poco più che trentenne, realizzò “Dallo zolfo al carbone”, un suggestivo documentario (girato con un budget di soli 15mila euro) incentrato sul fenomeno migratorio scaturito dal Patto italo-belga del 1946, con l’emigrazione di migliaia di minatori e contadini siciliani verso le miniere di carbone in Belgio. Un ritratto storico-sociale che non lesina le difficoltà di quel periodo, in qualche modo collegabili a quelle che oggi tanti italiani incontrano a Londra. Per tante storie di successo, come quella dello stesso Vullo, non mancano infatti le difficoltà e i veri e propri drammi.

La voce del corpo – Il vero salto di qualità Luca Vullo lo fece nel 2011, quando uscì “La voce del corpo. Potenza e magia della gestualità siciliana”, un documentario incentrato sull’abilità, italiana in generale e siciliana in particolare, di comporre discorsi articolati senza proferire parola, ma solamente usando la mimica del viso e del corpo. Un successo straordinario, che lo portò nei templi dell’educazione inglese: Oxford, Cambridge e The King’s College University. Oltre che a girare il mondo per provare a spiegare i segreti e la magia della gestualità italiana.

Influx – Il successo di “La voce del corpo” ha portato il regista italiano alla corte di Netflix, con cui ha prodotto “Influx”, lavoro presentato al Festival di Cannes. “Influx” è uno straordinario affresco che racconta il nuovo flusso migratorio italiano verso Londra, attraverso gli occhi e la voce di chi ha scelto la capitale inglese come luogo in cui vivere. Tra loro non mancano i nomi noti, apripista di migliaia di altri connazionali.

Fonte: Wikimedia Autore: Sdrawkcab Licenza: CC BY-SA 3.0

Sono tanti infatti gli italiani che si sono trasferiti a Londra anche per avere migliori opportunità nella loro carriera sportiva. In passato Vialli, Zola e Casiraghi hanno ottenuto un grande successo al Chelsea e recentemente Antonio Conte ha portato la sua italianità al servizio del club londinese. Ma non solo nel calcio: la capitale inglese è anche la patria del rugby e nei London Wasps sono riusciti a fare grandi cose due nostri compatrioti: Cittadini e Festuccia. Per non parlare del tennis, l’anno scorso il torneo di Wimbledon ha registrato il record d’italiani iscritti, nove, numero che si potrebbe ripetere anche quest’anno. I tennisti italiani attualmente presenti nell’elenco dei favoriti per la vittoria finale al prestigioso torneo sono addirittura cinque: Fognini, Cecchinato, Berrettini, Seppi, Sonego.

La prima al Consolato – Proprio da “Influx” prende forma lo spot a favore della lingua italiana, nata su spinta dell’Ufficio scolastico del Consolato Generale di Londra, all’interno delle iniziative messe in campo per celebrare il 2 giugno. Alla presentazione ufficiale ha preso parte anche  l’Ambasciatore Raffaele Trombetta, che ha salutato la collettività italiana presente. Gli onori di casa sono invece stati affidati al Console Generale Marco Villani, secondo cui “la promozione della lingua italiana è uno dei principali strumenti di cui disponiamo per veicolare il nostro Paese all’estero. Abbiamo optato per un video perché siamo ormai consapevoli della necessità dell’utilizzo di strumenti efficaci e attuali, come la produzione di un filmato creativo, per la promozione dello studio della lingua italiana all’estero. Lo spot, che è stato girato interamente a Londra, nasce proprio dall’interesse sempre più crescente per l’italiano, fattore di sviluppo culturale ed economico per l’intero Paese”.

L’italiano nel mondo –  A livello mondiale, la lingua italiana è infatti la quarta più studiata, come stabilito da una recente indagine realizzata da Ethnologue, pubblicazione cartacea ed elettronica del SIL International, che per tutto il 2018 ha scandagliato migliaia di lingue, fornendo per ognuna il numero dei parlanti, le regioni di diffusione, i dialetti e le affiliazioni linguistiche. Dall’inchiesta, ripresa dai principali quotidiani del nostro Paese, emerge che l’italiano è dietro solamente a inglese, spagnolo e cinese, ma supera il francese e il tedesco. Un dato incoraggiante per la nostra cultura, se si considera che l’italiano, osservando sempre i dati raccolti da Ethnologue, è solo al 21esimo posto per numero di parlanti, anche a causa della ridotta area in cui l’italiano è lingua madre. Un’area che, con circa 67 milioni di parlanti, equivale di fatto ai confini del nostro Paese.

L’appeal e il fascino del nostro idioma, però, pare avere una platea di appassionati molto più ampia e in continua espansione.

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