Università Cattolica del Sacro Cuore SEMINARIO DI STUDIO

Università Cattolica del Sacro Cuore

SEMINARIO DI STUDIO

dei Docenti di Teologia e degli Assistenti Pastorali

“La terza missione dell’università: cultura, società, futuro”

Pensare e vivere l’Università Cattolica in “uscita missionaria”

Matera, 9 – 12 settembre 2019

INTRODUZIONE AI LAVORI

A cura di S. E. Mons. Claudio Giuliodori

Assistente Ecclesiastico Generale

dell’Università Cattolica del Sacro Cuore

Ritrovarsi qui a Matera per la sesta edizione del Seminario di studio dei Docenti di Teologia e degli Assistenti Pastorali è già di per sé un fatto straordinario e carico di significati. Essere accolti nella capitale europea della cultura, mentre si celebra un anno ricco di eventi di rilevanza mondiale, ci fa sentire immediatamente partecipi di una pagina non secondaria della storia del nostro Paese e del Continente. Di questa realtà non vogliamo essere spettatori ma pienamente partecipi e, per quanto è nelle nostre capacità e competenze, anche protagonisti. Il nostro Ateneo, fin dalla proclamazione di Matera Capitale europea della cultura, si è posto in ascolto del messaggio che arrivava da questa terra martoriata ma ricca di tradizioni, di valori culturali e di grandi potenzialità, che sono un vero patrimonio dell’umanità. Ci siamo resi disponibili ad interagire con le proposte culturali e a fare da interfaccia promozionale soprattutto per Milano e il Nord del Paese. Come Ateneo dei cattolici italiani siamo inoltre realmente a servizio di tutto il Paese e più di ogni altra istituzione accademica siamo punto di riferimento per tanti giovani del Sud che ci scelgono per investire sul loro futuro, che ci auguriamo li possa vedere sempre meno costretti ad emigrare. Sono certamente una grande risorsa per il Paese, ma soprattutto devono esserlo per la loro terra.

È in questo quadro che si comprende la scelta di condividere con la comunità di Matera e della Basilicata il nostro appuntamento annuale. E sono diverse le ragioni per cui non potevamo sottrarci al piacere e alla responsabilità di condividere questo anno della cultura. In primo luogo perché siamo una università che nella produzione di cultura, soprattutto per e con le nuove generazioni, ha la sua ragion d’essere. Tutto ciò che è fermento vivo di cultura ci interessa e ci interpella. E quanto sta avvenendo qui a Matera costituisce uno dei segni di maggiore vitalità culturale del Sud, di tutto il nostro Paese e non solo. In secondo luogo questa terra è oggi l’emblema del riscatto e della rinascita realizzate attraverso l’impegno di tutta una comunità che ha saputo porre le condizioni per passare con coraggio e creatività dalla vergogna, che ha generato rifiuto e umiliazione,

allo splendore di luoghi che oggi attraggono e affascinano il mondo intero. Ma una terza ragione lega in modo ancora più stringente quanto sta accadendo qui a Matera con il nostro impegno nel contesto dell’Ateneo dei cattolici italiani. Lo pone bene in evidenza il tema stesso che sarà oggetto dei nostri lavori: la terza missione dell’università.

L’università non può essere, ed è certamente un rischio che corre, un luogo accademico chiuso, ripiegato su se stesso e separato dalla realtà. La terza missione infatti ricorda che l’università è il cuore pulsante di ogni autentico sistema di sviluppo sociale. E non è solo un ambito che si aggiunge a quelli della didattica e della ricerca, ma un vero e proprio volano che consente alle nuove generazioni, attraverso una qualificata preparazione professionale e una solida formazione morale, di essere la linfa vitale per il rinnovamento e lo sviluppo di una comunità. L’innesto vitale del sistema universitario nelle pieghe della vita sociale consente all’accademia di aprirsi al territorio divenendone risorsa preziosa e concreta e alla comunità di investire su processi di formazione culturale senza dei quali è difficile generare autentico e profondo rinnovamento.

Questo riconoscimento dato a Matera, che è frutto per molti aspetti di un rinnovato dialogo tra territorio e sistema culturale, incluso quello accademico, ci offre un contesto particolarmente idoneo, e direi quasi ideale, per lo svolgimento dei nostri lavori. Lo è a tal punto che la mezza giornata che dedicheremo alla visita dei Sassi non sarà un intermezzo estetico ma il momento forse più espressivo di come un impegno poliedrico di tutti i soggetti sociali può determinare l’avvio di processi virtuosi di sviluppo dove i fattori storici, culturali, economici, religiosi ed educativi concorrono al vero bene comune. La vicenda dei Sassi di Matera dice molte più cose di qualunque manuale sul rapporto tra l’uomo e l’ambiente, la vita sociale e la cultura, la fede e la visione della realtà. Come afferma Eliana Di Caro, nostra laureata originaria della Basilicata e giornalista del “Sole24Ore” nel suo bel volume su questa Città e la Basilicata: “Il viaggio può cominciare da qui, dai Sassi, dove risiede l’energia del cambiamento”1.

Un tale contesto costituisce pertanto uno sfondo ideale per trattare il tema della “terza missione” dell’università. In una società che sta vivendo forti e rapidi cambiamenti, o meglio, come ha ben evidenziato Papa Francesco, che sta affrontando un cambiamento epocale, le università rappresentano i sensori più efficaci per capire i cambiamenti e per affrontarli. Nell’Evangelii gaudium il Pontefice tratteggiava già gli elementi di questo scenario: «nuove culture continuano a generarsi in queste enormi geografie umane dove il cristiano non suole più essere promotore o generatore di senso, ma che riceve da esse altri linguaggi, simboli, messaggi e paradigmi che offrono nuovi orientamenti di vita, spesso in contrasto con il Vangelo di Gesù. Una cultura inedita palpita e si progetta nella città» (n. 73).

Alle università non mancano gli strumenti per affrontare la complessità del tempo presente soprattutto se, oltre ad essere luoghi di ricerca e di formazione, sapranno relazionarsi in modo nuovo al territorio. La terza missione diviene così uno strumento

formidabile per dare ancora più consistenza e rilievo al ruolo degli atenei senza snaturarne la funzione e l’identità, anzi rafforzandone la capacità di esser volano dinamico dello sviluppo assieme a tutti gli altri soggetti preposti al buon funzionamento della vita sociale. Questa responsabilità è ancora più grande se pensiamo alla formazione delle nuove generazioni che devono acquisire competenze, teoriche e pratiche, tali da poter contribuire efficacemente all’analisi e alla soluzione delle problematiche e, più in generale, ad orientare in modo positivo i processi di cambiamento, che vanno guidati e non subiti.

Di questa rinnovata attitudine che deve sempre più caratterizzare l’impegno degli atenei aveva parlato con grande efficacia Papa Francesco a Bologna il primo ottobre del 2017 offrendo una specie di manifesto della terza missione nell’ottica della speranza. «Quanto sarebbe bello – affermava il Pontefice – che le aule delle università fossero cantieri di speranza, officine dove si lavora a un futuro migliore, dove si impara a essere responsabili di sé e del mondo! Sentire la responsabilità per l’avvenire della nostra casa, che è casa comune. A volte prevale il timore. Ma oggi viviamo una crisi che è anche una grande opportunità, una sfida all’intelligenza e alla libertà di ciascuno, una sfida da accogliere per essere artigiani di speranza».

Con questi sentimenti di fiducia e di speranza apriamo il nostro Seminario che prende spunto anche dall’Esortazione apostolica pubblicata al termine dei lavori del Sinodo dedicato ai giovani, da cui è tratto il sottotitolo dato a queste giornate di lavoro seminariale. Tra le indicazioni operative troviamo una particolare attenzione alle università, e in particolare a quelle di matrice cattolica. Declinando la missione propria dell’università con l’appello rivolto alla comunità cristiana ad essere “Chiesa in uscita” ne deriva una prospettiva affascinante e stimolante anche per comprendere il senso più profondo della terza missione, le sue finalità e i suoi strumenti. Al fine di attuare un concreto «rinnovamento e rilancio delle scuole e delle università “in uscita” missionaria» il Pontefice indica alcune linee operative quali: «l’esperienza del kerygma, il dialogo a tutti i livelli, l’interdisciplinarietà e la transdisciplinarietà, la promozione della cultura dell’incontro, l’urgente necessità di “fare rete” e l’opzione per gli ultimi, per coloro che la società scarta e getta via. E anche la capacità di integrare i saperi della testa, del cuore e delle mani» (Christus vivit, n. 222).

Apriremo il nostro seminario con quattro interventi particolarmente qualificati proprio sul tema “La terza Missione dell’Università: contenuti, obiettivi e percorsi” che ci consentirà di tastare il polso alla terza missione, cosi come si presenta oggi. Partiremo dallo sguardo della Chiesa, grazie all’intervento di S. E. Mons. ZANI, che anche per il suo ruolo, è tra i più attenti osservatori di quanto accade nel mondo universitario in seno alla Chiesa ma non solo. Interverrà poi il Prof. Franco ANELLI, Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, che non manca mai di dare il suo prezioso contributo ai lavori dei nostri seminari e che oggi ci aiuterà a capire come la terza missione viene oggi declinata nel nostro Ateneo. Non potevamo però non allargare l’orizzonte proprio su

questa terra e sulla sua università. Ringrazio pertanto anche la Prof.ssa Aurelia SOLE, Rettore dell’Università degli Studi della Basilicata, che ci aiuterà a vedere come viene percepita e declinata la terza missione in questo particolare territorio. Infine ascolteremo con grande interesse e gratitudine il contributo del Prof. Alberto DE TONI, Rettore dell’Università degli Studi di Udine e Presidente della Fondazione CRUI che già, anche in occasione di incontri nazionali promossi dalla C.E.I. abbiamo avuto modo di ascoltare su queste tematiche.

La seconda sessione di lavoro, martedì mattina, sarà dedicata all’approfondimento della terza missione cosi come si è sviluppata in Università Cattolica fin dalla sua nascita. Ripercorreremo tratti salienti di “una storia che sa di futuro” per capire come il patrimonio di quasi un secolo di vita costituisca oggi una straordinaria risorsa per uno sviluppo ancora più incisivo della terza missione. Con la moderazione del prof. Don Pier Davide GUENZI, nostro Docente di Teologia e Presidente dei Teologi Moralisti Italiani e del prof. Giovanni MARSEGUERRA, Delegato del Rettore per l’Offerta Formativa ci aiuteranno in questa riflessione il prof. Mario TACCOLINI, Prorettore Università Cattolica, il prof. Mons. Claudio STERCAL, nostro Docente di Teologia e il Prof. Ernesto DIACO, Direttore dell’Ufficio Nazionale per l’educazione, la scuola e l’università. Non mancherà ad arricchire questa riflessione il contributo e la testimonianza di alcuni ex-alunni.

Dopo il pomeriggio di martedì interamente dedicato alla visita guidata ai Sassi di Matera, riprenderemo i lavori con la terza sessione in programma per mercoledì mattina. Protagonista sarà la teologia che non può restare indifferente di fronte a quanto sta avvenendo in ambito culturale e sociale. Molte questioni che segnano la convivenza umana, dallo sviluppo vorticoso delle nuove tecnologie, alle nuove e inedite sfide ambientali, al fenomeno delle migrazioni con tutte le sue implicazioni sociali e culturali, interpellano la visione religiosa della storia e alimentano la domanda su Dio e la sua opera di salvezza. I nuovi scenari richiedono ai teologi un coraggioso sforzo di rinnovamento nei linguaggi e nei paradigmi con cui leggere e narrare il Mistero della salvezza. Su questo Mistero l’uomo moderno non ha smesso di interrogarsi, ma lo fa con sensibilità e forme certamente nuove a cui non si può rispondere con schemi e formule del passato. Lo ha posto molto bene in evidenza papa Francesco già nel proemio della Costituzione apostolica Veritatis gaudium2 su cui ci siamo soffermati nel seminario dello scorso anno, ma anche di recente nell’intervento fatto alla Facoltà teologica di Napoli dove ha rimarcato la necessità di avviare processi generatori di autentico rinnovamento nell’ambito della riflessione teologica, che deve avvenire nella storia e nella concretezza dei problemi che le persone sperimentano sulla propria pelle, spesso in modo drammatico.

La teologia, afferma Papa Francesco: «deve sintonizzarsi con lo Spirito di Gesù Risorto, con la sua libertà di andare per il mondo e di raggiungere le periferie, anche

quelle del pensiero. Ai teologi spetta il compito di favorire sempre nuovamente l’incontro delle culture con le fonti della Rivelazione e della Tradizione. Le antiche architetture del pensiero, le grandi sintesi teologiche del passato sono miniere di sapienza teologica, ma esse non si possono applicare meccanicamente alle questioni attuali. Si tratta di farne tesoro per cercare nuove vie. Grazie a Dio, le fonti prime della teologia, cioè la Parola di Dio e lo Spirito Santo, sono inesauribili e sempre feconde; perciò si può e si deve lavorare nella direzione di una “Pentecoste teologica”, che permetta alle donne e agli uomini del nostro tempo di ascoltare “nella propria lingua” una riflessione cristiana che risponda alla loro ricerca di senso e di vita piena» (FRANCESCO, Discorso tenuto alla Pontificia facoltà teologica dell’Italia meridionale, Napoli, 21 giugno 2019).

Siamo ben consapevoli che queste indicazioni costituiscono un forte richiamo e una precisa indicazione anche per il lavoro dei teologi impegnati in Università Cattolica. Non si tratta solo di offrire agli studenti una formazione teologica essenziale e rigorosa, ora la sfida più grande si gioca sul versante del dialogo tra i saperi, della ricerca di nuovi linguaggi, delle risposte che la teologia può dare ai nuovi interrogativi che scaturiscono dai cambiamenti sociali. Quello che abbiamo avviato come teologi dell’Università Cattolica è un laboratorio che ogni giorno si arricchisce di spunti e stimoli su cui possiamo e dobbiamo lavorare assieme e tra di noi e con tutti i docenti delle varie discipline – e sono tanti – che sono interessati al dialogo con la teologia.

In questo seminario ci soffermeremo soprattutto sul rapporto tra teologia e innovazioni scientifiche analizzandone le implicazioni e le prospettive. Dopo l’introduzione del prof. Don Luca PEYRON, Docente di Teologia nel nostro Ateneo e nell’Università di Torino, interverrà il Prof. Adriano FABRIS, Docente di Filosofia ed Etica della comunicazione all’Università di Pisa. Seguiranno i contributi del prof. Roberto DIODATO, filosofo del nostro Ateneo e del prof. Don Raffaele MAIOLINI, Docente di Teologia. Questa sessione, in continuità con quanto già trattato lo scorso anno, riprende e sviluppa i temi del rapporto tra la teologia e i nuovi scenari culturali e scientifici. Questa prospettiva «impone alla riflessione teologica di essere un permanente laboratorio di ricerca sviluppando un metodo dialogico e interdisciplinare» – come afferma il nostro Prof. Guenzi nell’intervista apparsa su Avvenire mercoledì 4 settembre – e «comporta una permanente disposizione della teologia a porre in assetto il suo sapere specifico con le forme di comprensione dell’humanum emergenti nel contributo di altri saperi» (cfr. p. 18).

L’ultima sessione, giovedì mattina, è interamente dedicata a toccare con mano come la terza missione viene oggi concretamente declinata in alcune esperienze del nostro Ateneo con particolare attenzione a quanto si sta facendo nel Sud del nostro Paese e nel Sud del mondo. Moderata dalla prof.ssa Antonella SCIARRONE, Prorettore dell’Università Cattolica e Presidente Educatt e dal prof. Don Paolo BONINI, Docente di Teologia e Assistente pastorale, dopo gli interventi di S. E. Mons. Stefano RUSSO, Segretario generale della C.E.I., del prof. Silvano PETROSINO, Docente di Filosofia

nell’Università Cattolica e del prof. Mario Marco MOLTENI, Delegato ai rapporti con le imprese e alla “terza missione” seguiranno diverse comunicazioni e testimonianze di responsabili, docenti e assistenti che sono concretamente impegnati nella realizzazione di alcuni progetti (Dott. Mario GATTI, Dott. P. Enzo VISCARDI, prof. Alessandro SGAMBATO, prof.ssa Ivana PAIS, prof.ssa Paola BIGNARDI, Prof. Paolo VERRI).

Un sentito ringraziamento a tutti coloro che hanno collaborato per rendere possibile la realizzazione di questo Seminario qui a Matera. In primo luogo all’arcivescovo S. E. Mons. Antonio Giuseppe CAIAZZO, per l’accoglienza e il sostegno anche logistico-organizzativo, al Sindaco di Matera Dott. Raffaello Giulio DE RUGGIERI e al Presidente della Fondazione Matera Basilicata 2019 Dott. Salvatore ADDUCE. Un ringraziamento a tutti i relatori che interverranno e alla segreteria del Centro pastorale.

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