UN COVID MANAGER: BUREAU VERITAS AFFIANCA LE IMPRESE NELLA SFIDA AL RISCHIO PANDEMIA

UN COVID MANAGER: BUREAU VERITAS AFFIANCA

LE IMPRESE NELLA SFIDA AL RISCHIO PANDEMIA

La pandemia cambia radicalmente la percezione di rischio all’interno delle aziende e impone a queste la costruzione di una figura di riferimento per i dipendenti, capace di trasmettere consapevolezza dei rischi e, nel contempo, spingere verso l’attuazione di comportamenti virtuosi e sicuri. È in questa ottica che il gruppo Bureau Veritas Italia sta attuando uno sforzo di formazione e di affiancamento delle imprese, proprio per innalzare gli standard di sicurezza e mutare decisamente la percezione del rischio e la sua gestione da parte delle aziende certificate.

I numeri parlano chiaro: secondo un rapporto svolto prima del marzo 2020 da ANRA, la maggioranza delle aziende italiane (51%) era sprovvista di un piano – sia strutturato che in forma embrionale – di crisis management. Tra quelle che invece, ne avevano già predisposto uno, solo il 14% aveva preso in considerazione l’ipotesi di una pandemia. Ciò nonostante che in epoca pre Covid fosse stato denunciato con sempre maggiore insistenza dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Un trend che non riguarda solo le imprese italiane. Tra il 2018 e il 2020, prima che la pandemia si profilasse all’orizzonte, l’attenzione delle aziende era concentrata su altre tipologie di rischio, rispetto a quello biologico-sanitario. Nell’edizione 2020 del European Risk Manager Report, le preoccupazioni espresse dagli intervistati si dirigevano verso: attacchi cyber, il perdurare o l’inasprirsi dell’incertezza economica a livello mondiale e il non avere a disposizione talenti-chiave (availability of key skills) per resistere alla concorrenza. E, in prospettiva, gli effetti del climate change e i possibili cambiamenti nelle abitudini dei clienti.

La pandemia ha cambiato, sia pure in modo molto graduale, il quadro di riferimento: scorrendo i dati presenti nel COVID-19 Risks Outlook del World Economic Forum, pubblicato a maggio 2020, le preoccupazioni dei risk manager hanno cominciato a mutare, con il prolungarsi o l’arrivo di un’altra ondata, la pandemia veniva posta solo al settimo posto (35,4%), dietro il timore di “prolungata recessione globale” (66,3%), la possibilità di fallimenti in serie e di nuovi necessari consolidamenti (52,7%), gli attacchi informatici e le frodi (50,1%), la mancata ripresa di interi settori industriali (51,1%), l’interruzione delle catene di approvvigionamento (48,4%) e le restrizioni al commercio e allo spostamento delle persone (42,9%).

Solo nei mesi successivi – e su questo si sono accesi i riflettori di Bureau Veritas che ha messo a diposizione delle imprese una task force operativa – è emersa l’importanza in azienda di una persona competente, formata e responsabile per quanto riguarda la gestione del rischio in ogni suo aspetto, da quello normativo a quello più prettamente sanitario. Un manager chiamato a svolgere funzioni di coordinamento per l’attuazione delle misure di prevenzione e controllo anti-contagio in azienda, ma anche a essere il punto di contatto per le strutture del Sistema Sanitario Regionale.

Un manager in grado di gestire il rischio e l’emergenza in ambito sanitario e biologico è diventato di primaria importanza. E non solo per quelle aziende che normalmente si confrontano con questo tipo di problematiche (come l’industria chimica o farmaceutica), ma anche nella costruzione di un sistema di gestione della sicurezza delle persone e del business che sia davvero funzionante e dunque efficace, al di là e non solo durante l’eccezionalità dell’evento pandemico, ma anche in vista della campagna vaccini e, in futuro, della gestione coordinata del rischio sanitario come priorità fra quelli che minano maggiormente il settore produttivo e dei servizi e, dunque, la vita di un’azienda.

BUREAU VERITAS ITALIA

Sul mercato italiano dal 1839

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