A Trinitapoli come in America con la Tap Room del Birrificio Decimoprimo

La Tap Room è il corollario naturale del birrificio, così stigmatizza Patrizia Sarcina all’indomani dell’inaugurazione a Trinitapoli della sala degustazione del Piccolo Birrificio Indipendente Decimoprimo. La responsabile marketing e il mastro birraio Michele Cognetti, insieme anche in questa avventura oltre che nella vita, hanno investito molto in una operazione importante dal punto di vista economico ma anche di rigenerazione urbana. Presenti al taglio del nastro una folta rappresentanza della squadra di governo cittadina, dal sindaco Francesco di Feo al presidente del consiglio comunale Nicoletta Ortix, dagli assessori Marta Patruno, Emanuele Losapio, e Maria Iannella, ai consiglieri, oltre ai rappresentanti della polizia municipale con in capo il comandante. Il primo cittadino ha applaudito l’iniziativa commentando: “la città ama chi ama la città”. Ed effettivamente i ragazzi del Piccolo Birrificio Indipendente Decimoprimo Michele Cognetti e Patrizia Sarcina dimostrano di amare profondamente quello che fanno e la loro città, prima con la determinazione di impiantare proprio qui, a Trinitapoli, il loro stabilimento di produzione, che in 6 anni ha riscosso notevoli successi e apprezzamenti in tutto il mondo facendo incetta di premi, e ora rilevando un vecchio supermercato con l’intenzione di rigenerazione e riqualificazione urbana di una zona non proprio centrale della cittadina casalina.

Grandi spazi stile industrial, arredi ricercati, ampie vetrate, cura di ogni singolo dettaglio (tavoli e sedie nei colori ricordano le etichette delle birre Decimoprimo), e impianto di dimensioni importanti: una superficie di 800 mq in tutto, compresi gli uffici amministrativi del birrificio. In più una sala “inaspettatamente” all’aperto che darà un respiro mitteleuropeo, accogliendo i clienti anche d’inverno, magari sotto la carezza di un morbido pile. Tap, dall’inglese rubinetto, dà l’idea della funzione, ma qui non si spillano solo birre alla spina, questa non è solo un’appendice di un sito produttivo. Il trend di questa tipologia di locale è iniziato diversi anni fa negli Stati Uniti, ma si sta diffondendo anche in Italia. È certo che la Tap Room di Trinitapoli sia un unicum nel suo genere e la prima a queste latitudini.

Alla base c’è sicuramente una forte componente comunicativa, ecco perché room, camera. Questi ampi spazi diventano la vetrina dell’azienda e luoghi in cui realizzare un “marketing esperenziale”. È il luogo per eccellenza dove entrare in contatto con i prodotti del birrificio. Rigorosamente da non confondere con pub e beershop, qui tutto è sviluppato intorno al marchio e alla sua rappresentazione liquida, la birra appunto. La tap costituisce insomma la massima espressione del produttore, ma per i ragazzi del Birrificio Decimoprimo è anche di più. Qui non si degustano solo diverse referenze, ben 11 le vie al bancone per l’assaggio di birre anche sperimentali, ma anche la cucina ruota intorno a questo mondo straordinario di una bevanda tanto antica quanto naturale. La birra, infatti, la ritroviamo anche come ingrediente dei piatti di ascendenza internazionale seppur rivisitati in chiave locale. Due grandi chef a monte di questo lavoro di ricerca e sperimentazione, il consulente Antonio Bufi, chef de Le Giare di Bari, un anarchico della cucina con i suoi abbinamenti insoliti ma efficaci che ben si destreggia tra erbe spontanee, radici, frutti spesso dimenticati e ingredienti esotici e Giuseppe Carlucci, il “resident chef”, con un curriculum di tutto rilievo e notevoli esperienze all’estero in Paesi come Hong Kong, al seguito del blasonato Enrico Bartolini per le sue aperture di ristoranti in giro per il globo, e come l’Inghilterra alla corte di sir Gordon Ramsay, anch’egli pluristellato Michelin. Assieme a loro anche Michele e Patrizia nella elaborazione e definizione dell’identità culinaria del menu firmato Tap Room, pronta ad essere raccontata agli avventori.

Lo spazio consentirà ai visitatori di vivere al meglio “l’esperienza birra” tra assaggi, idee e racconti. In quest’ottica una chicca è il tavolo del birraio, unico tavolo tondo dell’intera tap room, un tavolo sharing, diremmo “social”, da condividere tra persone che non si conoscono durante le serate, che si presta ad essere utilizzato anche per mini corsi per appassionati e mini degustazioni. Ma le sorprese non finiranno, la zona lounge, ora arredata con divani di design, diventerà una osteria.

“La Tap Room – ci riferisce Michele Cognetti – è pensata come contenitore non solo culturale, una sorta di grande loft in cui tutto si mescola e fermenta come le idee, esattamente come il malto d’orzo per la birra. Essa si appresta a diventare punto di riferimento per grandi eventi enogastronomici, in cui ospiteremo anche birrifici amici. Per l’inaugurazione un piccolo assaggio di ciò che sarà: Pino Camporeale e Angela Ferrari hanno deliziato con la loro musica il pubblico della ‘prima’”.

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