TRILOGIA MALOSTI

Dal 12 al 14 marzo al Teatro Torlonia secondo spettacolo della TRILOGIA MALOSTI:

Valter Malosti porta in scena la protagonista di Senso che si compiace nel rivivere le emozioni della propria giovinezza e,

con audacia e immodestia, racconta come un turbamento erotico l’abbia portata al crimine, senza alcun pentimento.

TRILOGIA MALOSTI

SENSO _ dal­ 12 al 14 marzo

ANNA KARENINA reading _ dal 15 al 17 marzo

Le prime degli spettacoli del 12 e 15 marzo saranno precedute da un

incontro con  la giornalista e critica teatrale Katia Ippaso

Dal 12 al 14 marzo al Teatro Torlonia continua la TRILOGIA MALOSTI dedicata a tre donne, tre affascinanti e misteriose figure letterarie di fine Ottocento, narrate e descritte dalla penna di Henry James, Camillo Boito e Lev Tolstoj, alle quali dà corpo e voce Irene Ivaldi. Per il secondo appuntamento Valter Malosti porta in scena la protagonista di SENSO, dall’opera di Camillo Boito, nota al grande pubblico grazie alla versione cinematografica diLuchino Visconti del 1954. È il diario di una passione forte come la morte, trasposto qui in uno spettacolo da camera, dove gli spettatori sono invitati ad ascoltare i racconti della contessa Livia Serpieri come fossero ospiti di un immaginario salotto ottocentesco. Irene Ivaldi interpreta la contessa che a trentanove anni, con un conturbante e sconvolgente monologo interiore, narra la storia d’amore e di odio vissuta vent’anni prima. La relazione scandalosa vissuta con il tenente Remigio Ruz, cinico ufficiale dell’esercito nemico, esplode in un drammatico e atroce colpo di scena. In una spudorata confessione al pubblico Livia rievoca i turbamenti del passato. Una raffinata operazione di autocoscienza sullo sfondo dell’Italia Risorgimentale, che fonde tormento, amore, vita e morte. Chiude la trilogia ANNA KARENINA, primo studio in forma di reading, dal 15 al 17 marzo. Un fitto dialogo tra voce e violoncello compone e intesse la traiettoria della vita di Anna Karenina, bella, giovane, brillante, ma sottoposta alle ferree regole di convivenza della società pietroburghese. L’incontro con il giovane Vronskij, – ricco, intelligente, nobile –, è deflagrante per il futuro della donna poiché, per lui, Anna rifiuta l’offerta di divorzio che il marito le offre e rinuncia a vedere il figlio che ama. Anna appare come un uccellino in gabbia, che vorrebbe scappare al di là delle sbarre, ma si accorge di non poter volare. Una moderna eroina che desidera che il suo sentimento non venga contaminato dalle convenzioni che regolamentano i rapporti ordinari. Prigioniera di se stessa, dà voce al suo pensiero con frasi sincopate, urlate, singhiozzi, singulti, sbuffi più veloci di un treno in corsa. Un destino tragicamente segnato, una morte determinata dalla mancanza di libertà, dal muro di ostilità che conducono alla disperazione.

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