TORNA IL FESTIVAL OPERA PRIMA: dal 5 al 12 settembre a Rovigo l’edizione XVII del Festival, dedicata alla rinascita come simboleggiato dalla carta 17 dei tarocchi “le stelle”

TORNA IL FESTIVAL OPERA PRIMA: dal 5 al 12 settembre a Rovigo l’edizione XVII del Festival, dedicata alla rinascita come simboleggiato dalla carta 17 dei tarocchi “le stelle”

Giunge alla sua diciassettesima edizione il Festival Opera Prima, storicamente diretto dal Teatro del Lemming e rilanciato nel 2018, dopo quasi dieci anni di vuoto, dall’Associazione Festival Opera Prima.

Il Festival Opera Prima verrà realizzato grazie al sostegno e al contributo di: MiC – Ministero della Cultu-ra, Comune di Rovigo – Teatro Sociale, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, ASM SET srl, Fondazione Rovigo Cultura e Teatro del Lemming.

Il festival si terrà dal 5 al 12 settembre 2021 e quest’anno sarà dedicato al tema della rinascita: proprio per questo, a differenza degli scorsi anni, saranno molte le proposte dedicate al pubblico dei più giovani.

“Nonostante le restrizioni e le difficoltà imposte anche quest’anno dall’emergenza sanitaria, abbiamo voluto, senza alcuna indecisione, essere presenti in città con il nostro Festival.” afferma Marina Carluccio, presidente dell’associazione Festival Opera Prima “Sentiamo infatti che Opera Prima può essere un‘occasione importante per tornare a condividere collettivamente l’arte e la cultura, nel rispetto della sicurezza e della salute dei cit-tadini, senza per questo rinunciare a creare un momento di festa, di comunità, di incontro tra artisti e spet-tatori nel qui ed ora dell’evento. In questo lungo periodo di “resistenza”, a cui è sottoposta l’intera comunità, abbiamo pensato al Festival come ad un momento di “rinascita” a cui pure occorre rivolgersi per cominciare a pensare e immaginare il futuro.”

Alla “rinascita” rimanda infatti l’immagine del Festival legata, come per le ultime edizioni, all’iconografia dei tarocchi: la carta 17 è la carta delle “Stelle”, la carta che simboleggia la speranza di un rinnovamento e l’attesa di una nuova alba.

Anche quest’anno Opera Prima si conferma naturalmente luogo di esplorazione e ricerca dei nuovi linguaggi della scena, a partire dalle nuove creatività giovanili, e al contempo si propone anche come luogo di incon-tro, confronto, dialogo, scontro di idee, di pensieri e di pratiche. Il Festival vuole inoltre configurarsi, come è accaduto nelle ultime edizioni, anche come un ponte fra le generazioni. Come racconta Massimo Munaro, coordinatore artistico del Festival, “Ad alcuni maestri della scena è stato chiesto di segnalare una rosa di nomi da cui il Festival ha individuato uno o più giovani artisti. Il Festival ha indetto poi un Bando d‘invito, da cui oltre 500 proposte giunte da tutto il mondo: attraverso questa call sono stati individuati altri cinque gio-vani gruppi. Quest’anno inoltre non abbiamo voluto rinunciare, nonostante le difficoltà, alla presenza di arti-sti internazionali, che resta una cifra importante del nostro Festival. La prima parte di Opera Prima offre im-portanti occasioni di incontro e riflessione sulla storia e sul presente della scena teatrale, mentre la seconda (gli ultimi quattro giorni) rappresenta il cuore del festival con i tanti spettacoli proposti.”

Gli artisti storici presenti quest’anno saranno Pippo Di Marca, con la presentazione del volume Sotto la tenda dell’avanguardia e la proiezione dell’omonimo documentario; Masque Teatro con Luce, una perfor-mance per pochi spettatori a replica; Compagnia Sosta Palmizi, con uno spettacolo per adulti e bambini dal titolo Esercizi di fantastica (recentissimo vincitore del premio come migliore spettacolo al Vimercate Ragazzi Festival); Roger Bernat, con lo spettacolo storico Numax Fagor Plus. Novità di quest’anno l’apertura dei gruppi storici al panorama europeo, con la presenza dell’artista catalano in passato più volte ospite dei maggiori festival di teatro europei.

Ad inaugurare il festival, il 5 e 6 settembre, sarà invece il Teatro del Lemming che presenterà al pubbli-co Ante Lucem, un’opera da camera su “Sette romanze su poesie di Aleksander Blok, op 127” di Dmitrij So-stakovic. Ad anticipare il lavoro, lunedì 6 settembre sarà ospite del festival il critico Oliviero Ponte di Pino che guiderà un incontro pubblico dal titolo A che serve il teatro: Musica e Teatro, cui saranno presenti anche Massimo Munaro, regista del Teatro del Lemming, e Carlo Serra, filosofo della musica.

Per quanto riguarda gli artisti segnalati, saranno quest’anno ospiti al Festival il duo Nardinoc-chi/Matcovich, segnalato da Pippo Di Marca, che presenterà lo spettacolo Arturo, un lavoro autobiografico sul superamento del lutto pensato per un pubblico di adulti e ragazzi (recente vincitore del Premio Scena-rio Infanzia); e Olimpia Fortuni e Gennaro Lauro, segnalati da Sosta Palmizi, che presenteranno al fe-stival due soli di danza, rispettivamente Soggetto senza titolo e Mondo.

Accanto ai gruppi storici e alle loro segnalazioni, la commissione artistica del Festival, su un bando a cui hanno partecipato oltre 500 artisti da tutto il mondo, ha scelto: il coreografo italo-danese Fabio Liberti che presenta Don’t kiss, un’azione di danza urbana che tratta in modo estremamente poetico il tema dell’omosessualità; il coreografo svizzero-americano Joshua Monten, con Game Theory, un lavoro ironico per adulti e bambini ispirato al tema del gioco; la giovane regista Giulia Odetto (finalista della 4a edizione della Biennale College) con Onirica, un lavoro sul tema del sogno che mescola sapientemente video e teatro; Miriam Selima Fieno e Nicola Di Chio, con un lavoro di teatro documentario, presentato qui ancora in forma di Studio, che mira a spiegare la guerra ai bambini (From Syria: is this a child?); la giovane regista Paola Di Mitri con un altro studio di teatro documentario dal titolo Vita Amore Morte Rivoluzione.

Accanto a questi gruppi, sarà ospite del festival la compagnia di Valencia Teatro de lo Inestable, con un’opera in prima assoluta italiana, dal titolo El rastre de aquella nuit.Il lavoro rappresenta il capitolo conclu-sivo di una Trilogia sulla commistione tra teatro/video/arte plastica, iniziata con il lavoro Family(es), in cui Jacobo Pallares, regista del gruppo, si era avvalso della consulenza di Alex Serrano, fondatore di Agrupacion Senor Serrano.

Anche quest’anno, infine, il Festival si chiuderà con un concerto: domenica 12 settembre sarà infatti presen-te il pianista siriano palestinese Aeham Ahmad, noto a livello internazionale per le sue esibizioni pubbliche nel campo profughi di Yarmouk durante la guerra civile in Siria, che gli sono valse il soprannome di pianista di Yarmouk.

A completare la programmazione saranno eventi e laboratori dedicati ad adulti e bambini: Sarah Zambello e Susy Zanella, autrici dell’albo illustrato Il Nuvolario (finalista del premio Andersen come miglior libro di divulgazione), realizzeranno un laboratorio per bambini di creatività ed espressione artistica sul tema delle nuvole; il collettivo rodigino MOMEC ripresenterà, dopo il successo dello scorso anno,Terzo Tempo, un evento per un solo spettatore alla volta che mira a sollecitare una memoria partecipata; il Teatro del Lemming, infine, presenterà l’ultimo volume del regista della compagnia, Massimo Munaro, dal titolo La Te-tralogia del Lemming. A chiudere la proposta laboratoriale sarà invece un maestro della danza contempora-nea italiana, Giorgio Rossi, coreografo fondatore di Sosta Palmizi, che offrirà alla città un laboratorio di danza gratuito ed aperto a tutti, senza necessità di esperienza pregressa.

“Uno sguardo, inedito per noi, è quello che quest’anno si rivolge all’infanzia, con eventi che hanno come og-getto o che sono direttamente dedicati al pubblico dei più giovani.” afferma sempre Munaro ” Pensiamo in-fatti che possa esserci un futuro solo dando spazio e attenzione, spesso negati nella quotidianità, alle nuo-vissime generazioni, sulle cui spalle ricadrà inevitabilmente l’eredità di questo mondo: da loro, dai bambini, parte la possibilità di un cambiamento e di una reale rinascita. E anche su questo noi adulti abbiamo oggi molte ragioni di riflessione e di cambiamento. Perché all’opposto della sacralizzazione del mercato e della lo-gica del capitalismo, il teatro ci ricorda che l’abitare dell’uomo non si risolve nel sottomettere e nell’appropriarsi, ma nel coltivare e nel custodire.”

Per informazioni pratiche contattare l’ufficio del Festival al numero 0425070643 o via mail all’indirizzo opera-primafestival@gmail.com

www.festivaloperaprima.it

Related Posts

di
Previous Post Next Post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

0 shares