Teatro Alighieri – Ravenna Giovedì 29 giugno 2023, ore 21 Prima Nazionale MARAT/SADE. LE DUE RIVOLUZIONI Uno spettacolo di Nerval Teatro, diretto da Maurizio Lupinelli, con il gruppo di attrici e attori diversamente abili di Ravenna

Teatro Alighieri – Ravenna

Giovedì 29 giugno 2023, ore 21

Prima Nazionale

MARAT/SADE. LE DUE RIVOLUZIONI

Uno spettacolo di Nerval Teatro, diretto da Maurizio Lupinelli,

con il gruppo di attrici e attori diversamente abili di Ravenna

RAVENNA – Debutta al Teatro Alighieri di Ravenna il prossimo 29 giugno, alle ore 21, all’interno della programmazione di Ravenna Festival, “Marat/Sade. Le due rivoluzioni”, uno spettacolo di Nerval Teatro con il gruppo di attrici e attori diversamente abili del progetto Il teatro è differenza. In scena, accanto a loro, Maurizio Lupinelli ed Elisa Pol di Nerval Teatro, Marco Cavalcoli (già Premio Ubu 2022 come Miglior Attore), Carlo Garavini e Miriam Russo. La regia dello spettacolo è di Maurizio Lupinelli, che porta a compimento un percorso pluriennale di laboratorio con un grande spettacolo corale, che giunge all’indomani dei molti lavori realizzati con il parallelo Laboratorio Permanente di Rosignano Marittimo (tra cui Sinfonia beckettiana, Attraversamenti e Amleto. L’incontro mancato).

Il laboratorio Il teatro è differenza è un progetto di inclusione sociale attraverso il teatro, esportato a Ravenna nel 2019 sulla falsariga del Laboratorio Permanente toscano attivo dal 2007. L’esperienza romagnola si svolge in stretta collaborazione con il Comune di Ravenna (Assessorato alle Politiche Sociali) e coinvolge gli utenti di tre cooperative sociali cittadine: La Pieve, San Vitale e Selenia. Un laboratorio che non si presenta come un’esperienza sporadica, bensì come una attività di lungo respiro strutturata nel corso dell’intero anno e che coinvolge, per una settimana ogni mese, circa 25 partecipanti tra i 25 e i 70 anni con disabilità fisiche o psichiche e che saranno i protagonisti dello spettacolo.

Marat/Sade. Le due rivoluzioni chiude il primo ciclo ravennate, curato da Maurizio Lupinelli ed Elisa Pol, e si fa ponte per l’avvio di una nuova fase di lavoro che partirà con l’autunno. È simbolico che anche l’avvio del Laboratorio Permanente di Rosignano Marittimo avesse avuto il proprio battesimo della scena proprio con un Marat, seppure in una differente versione che aveva inaugurato nel 2008 il Teatro La Cucina di Olinda a Milano.

Liberamente ispirato al testo Marat/Sade. La persecuzione e l’assassinio di Jean-Paul Marat di Peter Weiss, nell’elaborazione affidata al ravennate Eugenio Sideri, a sessant’anni dalla prima pubblicazione dell’opera del drammaturgo tedesco, lo spettacolo vede anche il coinvolgimento di un’ulteriore piccola comunità della città, ovvero un gruppo proveniente dall’esperienza della non scuola del Teatro delle Albe e dalle associazioni teatrali del territorio. Complessivamente 14 giovani attrici ed attori al centro di una importante sfida formativa sia teatrale che sociale ed umana.

Lo spettacolo è prodotto da Ravenna Festival e Nerval Teatro, con il sostegno di MiC – Ministero della Cultura, Comune di Ravenna/Ass. Politiche Sociali, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Otto per Mille della Chiesa Valdese, Romagna Acque – Società delle Fonti S.p.A, La Ruota Magica ODV, con il contributo delle donatrici e donatori della raccolta fondi A ciascuno la sua parte promosso da IdeaGinger, con la collaborazione di Ravenna Teatro e delle Coop. Soc. La Pieve, San Vitale, Selenia di Ravenna.

INFO E PRENOTAZIONI I biglietti per la serata del 29 giugno sono in prevendita su www.ravennafestival.org. Per info e prenotazioni: tel. 0544 249244, email tickets@ravennafestival.org.

TAPPE FUTURE DELLO SPETTACOLO

Dopo il debutto a Ravenna sono previste tre ulteriori tappe di presentazione di Marat/Sade: a Castiglioncello (LI) il 4 luglio, a Bergamo e Milano (primi di ottobre 2023).

All’indomani del debutto al Teatro Alighieri, il gruppo partirà alla volta di Castiglioncello ospite del festival Inequilibrio, organizzato da Fondazione Armunia, dove Nerval Teatro ha la residenza artistica. La sera del 4 luglio è in programma una speciale apertura pubblica del processo creativo che ha portato allo spettacolo: una condivisione con gli spettatori di materiali artistici che segna anche l’incontro, per la prima volta, e la condivisione del palcoscenico tra i due gruppi di lavoro, quello romagnolo e quello toscano. Terminata la stagione estiva, lo spettacolo arriverà in Lombardia nei primi giorni di ottobre: dapprima a Bergamo, nell’ambito delle celebrazioni di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023, in collaborazione con Teatro Caverna, e subito dopo a Milano, ospite di Olinda Onlus e del Teatro La Cucina. Per le date in Lombardia sarà attivato uno speciale coinvolgimento di giovani attrici e attori provenienti dalla non-scuola milanese e dalla non-scuola bergamasca.

MARAT/SADE è ambientato all’interno del manicomio di Charenton dove il Marchese de Sade, rinchiuso durante l’epoca napoleonica, decide di allestire una rappresentazione teatrale sull’assassinio di Jean-Paul Marat. Gli attori del Laboratorio sono i pazienti del manicomio che, con il permesso del direttore, si dispongono a mettere in scena il dramma. Si assisterà allo scontro fra lo scettico intellettuale disincantato, esegeta del male di de Sade in contrapposizione all’utopia visionaria del rivoluzionario Marat. L’azione scenica si svolge su due diversi livelli: il primo è il dramma in sé, il secondo è costituito dalle continue interruzioni e dai battibecchi che si svolgono tra gli attori, il regista de Sade e il direttore del manicomio.

Con circa una cinquantina di attori in scena, MARAT/SADE rappresenta uno spazio scenico democratico, poetico, dove i corpi possono mostrarci la ferocia del gesto e nello stesso tempo la sua disarmante bellezza, una festa dionisiaca, una catarsi, una collettività che si fa teatro, in un ribaltamento continuo tra potere e libertà, tra ferocia e grottesco, mettendo in cortocircuito il binomio tra malattia e reclusione, tra detenzione e libertà.

«Per me la scena deve essere un luogo in cui lasciarsi attraversare dal perturbante, deve dire ciò che non si può dire, deve mostrare la verità, deve avere l’urgenza della rivelazione, di rovesciamenti, piani continui tra realtà e finzione e viceversa, visti dagli occhi di queste persone speciali, con le loro voci che sembrano provenire da altri mondi, con i loro corpi vivi e poetici, in una drammaturgia che possa proiettare sulla scena il proprio vissuto anche personale, carico di ricordi ed emozioni».

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