TEATRI SENZA FRONTIERE  CONCLUSA LA X EDIZIONE NELLE FAVELAS DI SAN PAOLO, BRASILE

TEATRI SENZA FRONTIERE 

CONCLUSA LA X EDIZIONE NELLE FAVELAS DI SAN PAOLO, BRASILE

 

15-30 settembre

E’ di ritorno dal Brasile la carovana di “sognAttori” del progetto “Teatri Senza Frontiere” della rete nazionale di teatro per ragazzi “Utopia”. 

Dal 15 settembre quindici giorni di spettacoli nelle scuole e nelle strutture di assistenza sociale tra le favelas di San Paolo, lamiere, case di cartone, grattacieli, nelle nuove “favelas di cemento” e le vecchie baracche. Tra le opere dell’associazione “Menino Deus” di padre Luigi Valentini, da 49 anni in Brasile al servizio dei bambini e degli ultimi, e i centri di assistenza per famiglie, donne sole, bambini, adolescenti, anziani amici dell’organizzazione.

Luoghi, asili nido, strutture che diventano isole di pace per i bambini soli mentre i genitori lavorano, per ragazzi con situazioni familiari difficili, il 70%, per giovani di strada, per anziani abbandonati. Si studia insieme, si mangia, si gioca, si prova a educarli e rieducarli e da dieci giorni si fa anche teatro. Erano in trecento ad assistere allo spettacolo finale “Il Diluvio” del laboratorio teatrale tenuto in questi giorni in una delle opere di Menino Deus, dieci giorni dove, nonostante la difficoltà della lingua, i ragazzi hanno sperimentato il linguaggio universale del teatro, la sua potenza comunicativa, la sua grande valenza didattica e pedagogica in situazioni così complesse come la città di San Paolo tra voci, colori, samba ma anche miseria, violenza e droga.

<Quando realizziamo questi progetti è come se avessimo due valigie, una che riportiamo a casa e una che lasciamo. Quella che riportiamo è piena dei sorrisi dei bambini ma anche delle loro lacrime,  di abbracci, sguardi, della miseria frutto di un’ingiustizia, di tanto credo che le persone che abbiamo incontrato hanno messo per poter proteggere gli ultimi della terra, i bambini delle favelas. Quella che lasciamo a loro è una valigia piena della nostra esperienza, quella fare laboratori che permette di lasciare la traccia di una possibilità: attraverso il teatro si può conoscere sè stessi, i propri sogni>, afferma il presidente di Utopia Maurizio Stammati.

<Si è conclusa bene la X edizione di Teatri Senza Frontiere. Siamo andati a fare spettacolo anche nella periferia estrema della città, anche dove logisticamente sembrava impossibile. Idealmente è come se lo avessimo fatto per tutte le periferie del mondo, per quelle che abbiamo visitato e quelle dove non siamo andati, per i bambini di strada dell’Etiopia, per i ragazzi che respirano la colla di Manaus, per i bambini dei campi rom dell’Albania, per i bambini delle zone rurali e profonde del Ghana, per gli slam di Nairobi e come se lo avessimo fatto per tutti quanti contemporaneamente, dedicandolo a tutte le periferie di questo mondo al contrario>, racconta Marco Renzi, referente del progetto.

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