Si può immaginare una economia diversa? Quando «meno» non significa decrescere

Si può immaginare una economia diversa?
Quando «meno» non significa decrescere

Esce, pubblicato da Edizioni Terra Santa, Meno è di più. Le Regole monastiche di Francesco e Benedetto per ridare anima all’economia, alla finanza, all’impresa e al lavoro, del giornalista Francesco Antonioli, firma di Repubblica e per vent’anni del Sole 24 Ore.
Con l’iniziativa «
The Economy of Francesco» (rinviata da marzo a novembre a causa della pandemia di Covid-19), papa Bergoglio convoca ad Assisi cinquecento giovani economisti e imprenditori sotto i 35 anni, invitati a scrivere un «patto» per cambiare l’attuale economia e dare un’anima all’economia di domani. Occorre correggere i modelli di crescita, incapaci di garantire il rispetto dell’ambiente, l’equità sociale, la dignità dei lavoratori, i diritti delle generazioni future. Antonioli, che è giornalista, impegnato su temi che spaziano dall’economia civile alla spiritualità ed è docente di Comunicazione economica e finanziaria allo Ied, si domanda: «Il welfare sta arretrando, gli Stati hanno sempre meno soldi, e per il calo demografico il sistema pensionistico è ai limiti dell’implosione in Occidente. La tecnologia, poi, sta cambiando i parametri (anche se mai, sul lungo periodo, ha determinato la perdita di posti di lavoro). Per questo, adesso, si parla di innovazione inclusiva. Ci sono territori da valorizzare con una morfologia industriale da ridisegnare, mentre va ridotta la forbice delle diseguaglianze, certo economica, ma anche della conoscenza. Può bastare come quadro?».
Il testo è ricco di spunti e di originali suggestioni, apre uno sguardo sul significato dei valori e delle spinte ideali per la vita economica. Ma lo fa ritornando all’antico, a due santi carismatici, a due «manager ante litteram», inventori di prototipi finanziari e di organizzazione aziendale cui si ispira la nuova «economia civile», una teoria che è responsabilizzante e parla a tutta la società: alle imprese, ai consumatori, ai decisori pubblici.
Scrive Antonioli:
«Si può fare di più anche non potendo partecipare a The Economy of Francesco? Sì. Benedetto, patrono d’Europa, e Francesco, patrono d’Italia, per esempio, possono dire qualcosa di importante all’economia e a ciascuno di noi. Per non perdere la memoria, bisogna conoscerli un po’ di più. È quanto mi propongo di fare in queste pagine. Giusto qualche riflessione, magari anche un po’ provocatoria. Benedetto e Francesco hanno una marcia in più, valida nel tempo, che ci deve far andare oltre le cartoline devozionali. Sono meno interessati all’avere di più. Sono più orientati all’essere. Meno è di più? La domanda apre uno sguardo sul significato dei carismi, dei valori e delle spinte ideali per la vita economica e civile e cita la riflessione sul tema degli economisti Luigino Bruni e Alessandra Smerilli».
«Meno non significa affatto decrescerericorda Antonioli –. Vuol dire arretrare, questo sì: nell’indifferenza, nell’individualismo, nella conflittualità, nella bulimia del consumismo e della ricchezza. Ma per essere più. Più civili, più realizzati, più umani, più felici. Sì, meno è di più. Occorre creatività, e anche un po’ di follia, occorre essere affamati di futuro. E tutto questo, non è forse proprio nelle corde della iniziativa The Economy of Francesco?».

L’Autore
Francesco Antonioli (Torino, 1963) è giornalista e scrive per La Repubblica. Ha lavorato a Il Sole 24 Ore per quasi vent’anni. È stato all’Avvenire, all’Ansa e a Raidue. È nel Comitato scientifico del Centro studi e ricerche sul giornalismo «Gino Pestelli». Insegna Comunicazione economica e finanziaria allo Ied (Istituto europeo di Design) e segue progetti per Torino Social Impact, piattaforma per la impact economy.

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