Rapsodie digitali – Summer camp I bambini raccontano il patrimonio culturale di Ostia Antica

Rapsodie digitali – Summer camp

I bambini raccontano il patrimonio culturale di Ostia Antica

Apprendere, approfondire e imparare a narrare ciò che si è imparato. Sono le tre fasi della scuola estiva di Rapsodie Digitali che vedrà protagonisti 25 bambini dai 9 ai 12 anni. Impegnati, dal 5 al 16 luglio, nel progetto di digital storytelling del patrimonio culturale di Ostia Antica promosso dall’associazione culturale Affabulazione, in partenariato con Teatro del Lido di Ostia, Parco Archeologico di Ostia Antica, INFN – Laboratori Nazionali di Frascati, grazie al sostegno di Poste Italiane.

Due settimane di impegno. Nel corso della prima i ragazzi saranno portati ogni giorno a conoscere un aspetto degli scavi di Ostia antica, l’acqua e le costruzioni idrauliche, per esempio. Una volta visti, insieme a un archeologo del Servizio Didattico di Ostia antica, gli acquedotti romani e come riuscissero ad alimentare abitazioni, fontane e ninfei con tubature in piombo (le fistule) poste sotto gli assi stradali, i ragazzi saranno pronti a divertirsi con veri e propri esperimenti di fisica svolti con l’aiuto dei fisici dell’INFN. Il tutto sotto la fresca ombra dei pini marittimi di Ostia antica.

La prima settimana passerà veloce in compagnia di altri temi seducenti: l’acustica, con la visita e gli esperimenti condotti nel teatro di Ostia antica; l’universo, prima inoltrandosi nei Mitrei di Ostia per osservare i mosaici con i simboli dei pianeti per poi aggiornarsi sulla geografia astronomica dei giorni nostri. Una domus riccamente affrescata accoglierà i ragazzi per la giornata dedicata al colore, il suo uso nella pittura antica giunta fino a noi ma anche il rapporto tra la vista umana e le componenti della luce. Toccherà infine alla percezione dello spazio: quello dell’organizzazione urbanistica di Ostia antica, con i suoi quartieri dedicati alle attività portuali in prossimità del Tevere e le residenze più prestigiose appena dietro le spiagge, e quello che la fisica misura e analizza in tutte le taglie, dal micro al macro.

La seconda settimana vedrà tirare le somme, con l’entrata in scena del Teatro di Ostia Lido. Sotto la guida di attori e registi i ragazzi si impadroniranno delle tecniche di narrazione e li sperimenteranno con gli argomenti storici e scientifici appresi durante la prima settimana. Davanti al green screen metteranno in scena i contenuti del percorso narrativo Rapsodie digitali, diventando essi stessi protagonisti di pillole video realizzate ad hoc.

Rapsodie digitali è una narrazione partecipata del Parco Archeologico di Ostia Antica, in cui i cittadini più giovani non sono solo fruitori ma anche produttori e disseminatori digitali di contenuti culturali” sostiene Mariachiara Guerra, architetto e project manager “Il progetto è nato dalla convinzione che l’educazione sia la prima forma di rigenerazione urbana e che il patrimonio culturale sia soprattutto patrimonio della comunità: è in questa prospettiva condivisa che ha lavorato un team multidisciplinare di archeologi, ricercatori, attori e registi.

Secondo Cristiano Petretto, direttore artistico dell’associazione Affabulazione, Rapsodie Digitali è un progetto che definisce perfettamente la mission dell’associazione Affabulazione, in quanto unisce e invita a dialogare il teatro, la storia, l’arte, la scienza e le nuove tecnologie, dando modo alle nuove generazioni di approcciarsi alla conoscenza attraverso tecniche innovative e stimolanti.”

Vorrei essere uno di quei bambini per partecipare a laboratori didattici divertenti come Rapsodie Digitali,” afferma Alessandro D’Alessio, Direttore del Parco archeologico di Ostia antica “Prima si va alla scoperta di una meravigliosa città antica e dei fenomeni fisici che i romani avevano impiegato per realizzare strutture urbane estremamente funzionali. Poi si continua al Teatro del Lido, impadronendosi di capacità tecniche digitali e di narrazione, strumenti oggi indispensabili per dialogare con il mondo contemporaneo. C’è da divertirsi talmente tanto che non mi stupirei se questi ragazzi scegliessero, tra qualche anno, una di queste tre professioni, archeologo, fisico o divulgatore”

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