Presentato a Napoli il progetto della Sezione Tecnologica Romana. Realizzata in collaborazione con il Museo Galileo, la Sezione aprirà presso il Museo Archeologico Nazionale nell’autunno 2022.

Presentato a Napoli il progetto della Sezione Tecnologica Romana.

Realizzata in collaborazione con il Museo Galileo,

la Sezione aprirà presso il Museo Archeologico Nazionale nell’autunno 2022.

La conferenza stampa si terrà oggi, lunedì 29 novembre, alle ore 12 presso l’Auditorium del Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

Il Museo Galileo e il Museo Archeologico Nazionale di Napoli danno vita ad una collaborazione per attività di ricerca e valorizzazione della cultura scientifica del mondo antico.
L’accordo firmato oggi tra i due musei
prevede, oltre alla curatela scientifica per l’allestimento della Sezione Tecnologica Romana, due linee di ricerca, entrambe finalizzate a porre in evidenza i temi di rilievo per la storia della scienza e delle tecniche all’interno delle collezioni del MANN.

Il percorso espositivo della Sezione Tecnologica Romana si articolerà su diversi livelli di comunicazione: i reperti archeologici di età romana – per la maggior parte di area vesuviana e selezionati dai depositi del MANN (affreschi, meridiane, strumenti di misura e di precisione) – dialogheranno con le ricostruzioni dei principali macchinari antichi. Proiettate su grandi schermi accanto a ciascuna macchina, le animazioni 3D prodotte dal Museo Galileo racconteranno i principi che governano il funzionamento di macchine e dispositivi e le ragioni per cui quelle tecnologie vennero introdotte. La Sezione avrà un’impostazione marcatamente didattica, rivolta a giovani e scuole.

Il progetto scientifico è curato da Giovanni Di Pasquale (storico della scienza antica, Museo Galileo) e da Laura Forte (Funzionario Archeologo del MANN).

Gli apparati multimediali sono realizzati dal Museo Galileo, che ha inoltre elaborato i progetti in base ai quali verranno realizzati da Opera Laboratori le ricostruzioni delle macchine.

Nell’immaginario collettivo l’antichità è un’epoca di straordinaria fioritura artistica e architettonica, letteraria e filosofica”, commenta Giovanni Di Pasquale. “La presunta marginalità delle conoscenze scientifiche, l’incapacità di porre in relazione scienza e tecnica e l’ampia disponibilità di schiavi hanno costituito i pilastri della resistentissima tesi della ‘stagnazione tecnologica’ del mondo antico. L’allestimento della Sezione Tecnologica Romana, frutto della collaborazione tra il MANN e il Museo Galileo, permette di confutare questa ipotesi. Epoca in cui tutto venne inventato dal nulla, l’antichità ha visto la presenza di personaggi capaci di costruire e usare strumenti e macchine per portare a compimento sfide apparentemente impossibili. La documentazione archeologica proveniente dalla Campania dimostra che torchi oleari e vinari, gru, ruote idrauliche, macine, strumenti e apparati tecnici venivano utilizzati con successo già nel primo secolo d.C.”.

Come è noto – dichiara il Direttore del MANN, Paolo Giulierini – ben poco delle conquiste dell’arte del mondo antico sarebbe stato possibile senza una corretta padronanza delle tecnologie, basti pensare al processo di costruzione di un tempio, dalla cavatura delle pietre fino all’innalzamento delle colonne. Le straordinarie scoperte di Pompei hanno accelerato sempre di più il processo di ricongiungimento tra musei d’arte e musei tecnologici, perché (caso unico insieme al mondo egizio) hanno restituito tutti gli oggetti della vita quotidiana che nel passato erano stati tenuti in disparte, in oscuri depositi. Ne è conseguita spesso un’idea falsata della società antica. In realtà già Amedeo Maiuri intorno agli anni Trenta del Novecento ebbe la felice intuizione di dar vita a una Sezione Tecnologica nel Braccio Nuovo del Museo, poi dismessa, dedicata alle scienze e alle discipline applicate, dall’idraulica all’agricoltura, all’astronomia. Oggi il MANN, consapevole che la società antica non può essere raccontata senza ristabilire tale connubio, ha avviato il progetto di riallestimento di quella che fu la Sezione Tecnologica, affidandosi alla collaborazione con il Museo Galileo, già avviata sin dai tempi della mostra ‘Homo Faber’ (1999), dedicata alle conoscenze scientifiche in area vesuviana.”

Ufficio Stampa Museo Galileo

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