IL PREMIO RENATO SIMONI 2022 VIENE CONFERITO ALL’ATTORE MASSIMO DE FRANCOVICH Verona, 2 luglio 2022 LXIV° edizione

IL PREMIO RENATO SIMONI 2022 VIENE CONFERITO ALL’ATTORE MASSIMO DE FRANCOVICH

Verona, 2 luglio 2022

LXIV° edizione

Nato nel 1958 per volere del Comune di Verona e del Comune di Milano il “Premio Renato Simoni di fedeltà al teatro di prosa” ha visto salire sul palco del Teatro Romano, nelle sue 63 passate edizioni, i nomi più importanti della scena italiana. Artisti che hanno dedicato tutta la loro vita, o la maggior parte di essa, al teatro di prosa sotto qualsiasi forma, attività e funzione ad esso inerente. Dopo il blocco che si è reso necessario a causa della pandemia e l’edizione straordinaria del 2021, il Premio Simoni ritorna dunque oggi al Teatro Romano nella sua formula tradizionale. La giuria, presieduta dal Sindaco Federico Sboarina e composta dai critici di teatro Claudia Cannella, Roberto Canziani, Masolino D’Amico, Rodolfo Di Giammarco e Katia Ippaso, ha scelto di premiare Massimo De Francovich.

La premiazione avverrà sabato 2 luglio, sul palco del Teatro Romano alle ore 21.00, prima dello spettacolo “Il mercante di Venezia” con protagonista Franco Branciaroli.

“E’ una gioia riportare a casa il Premio Simoni che torna al Teatro Romano dopo le complesse vicissitudini di questi anni di pandemia – dichiara il direttore artistico dell’Estate Teatrale Veronese Carlo Mangolini – . Ed è una gioia ancora più grande per la scelta di Massimo De Francovich, attore dai trascorsi nobili, dotato di una riconoscibilità, uno sguardo complessivo sul teatro, una serietà e una continuità di lavoro perfettamente aderenti alle caratteristiche del Premio, dedicato ad artisti che hanno passato la vita in teatro. Ringrazio la giuria per il prezioso apporto e per una scelta che punta i riflettore su un artista discreto, che ha vissuto la sua carriera in una sorta di dedizione totale al lavoro di grandi registi, Luca Ronconi in primis”.

Dopo gli studi all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico, Massimo De Francovich esordisce in teatro con Vittorio Gassman in Ornifle di Jean Anouilh. Nel corso della sua lunga carriera lavora con alcuni fra i più importanti nomi del panorama teatrale: Franco Zeffirelli, Edmo Fenoglio, Evi Maltagliati, Tino Buazzelli, Mila Vannucci, Lucia Catullo, Vittorio Sanipoli, Carlo Bagno, Giancarlo Sepe, Giuseppe Patroni Griffi, Valeria Moriconi, Egisto Marcucci, Giancarlo Cobelli, Guido De Monticelli, Piero Maccarinelli, Carmelo Rifici, Serena Senigaglia, Furio Bordon, Giuliana Lojodice, Luca Zingaretti, Franco Branciaroli, Antonio Calenda, solo per citarne alcuni. Nel 1990 inizia il suo lungo rapporto artistico con Luca Ronconi, partecipando a molti suoi spettacoli fra i quali Strano interludio di O’Neill, Gli ultimi giorni dell’umanità di Kraus, L’uomo difficile di von Hofmannsthal, Re Lear di Shakespeare, Verso Peer Gynt da Ibsen, I fratelli Karamazov di Dostoevskij, Candelaio di Giordano Bruno, Phoenix di Marina Cvetaeva, Baccanti di Euripide, Memoriale da Tucidide, Pericle e la peste di Enzo Siciliano, Professore Bernhardi di Schnitzler, Il ventaglio di Goldoni, Inventato di sana pianta di Broch. E per concludere Lehman Trilogy di Stefano Massini, opera assurta agli onori della cronaca per il recente trionfo al Tony Award, gli Oscar del Teatro, dove ha ottenuto 5 premi su 8 candidature. Per il grande schermo è stato interprete di Pasolini, un delitto italiano di Marco Tullio Giordana, Le mani forti di Franco Bernini, Il manoscritto del principe di Roberto Andò, La Grande bellezza di Paolo Sorrentino. Fra il 2008 e il 2010 interpreta il Vecchio in Romanzo criminale – La serie per la regia di Stefano Sollima e nel 2009 recita nella fiction Boris. Fra i numerosi riconoscimenti, il premio Armando Curcio nel 1990, i premio UBU e il premio Le Fenici nel 1991, il premio E. Flaiano e la Sacher d’oro di Nanni Moretti nel 1994, il premio Salvo Randone nel 2000 e nel 2006 ancora il premio UBU, il Premio della Critica Italiana, il Premio Veretium di Borgio Verezzi, il Premio Olimpici del Teatro. Nel 2019 gli viene conferito il premio Ennio Flaiano alla carriera.

Queste le motivazioni della giuria: “Si narra che Vittorio Gassman avesse scelto proprio lui, tra i molti che avevano appena concluso la formazione in Accademia, perché era un giovane alto. Sei decenni di carriera in palcoscenico gli sono serviti a dimostrare che, per fare l’attore, il fisico conta, certo, ma contano anche il talento, la sensibilità, la curiosità. Dal debutto teatrale del 1957, Massimo De Francovich – che aggiungiamo questa sera all’albo d’oro del Premio Simoni – ha lavorato con tutti i maggiori registi italiani. E li ha conquistati. Con la misura e con l’efficacia. Ma è stato soprattutto Luca Ronconi ad affidargli personaggi da lui poi portati alla perfezione: lo scrittore in “Strano Interludio”, il criticone in “Gli ultimi giorni

dell’umanità”, il grande inquisitore nei “Fratelli Karamazov”, il professor Bernhardi nell’omonimo testo di Schnitzler. Da ultimo, il patriarca della “Lehmann Trilogy”. Sapiente, serrato, incisivo, sempre di un passo indietro rispetto al gigionismo di tanti colleghi, De Francovich ha fatto del rigore, della serietà e della precisione, il proprio stile. Anche quando si è impegnato in lavori più leggeri. Alla caratura dell’interprete, De Francovich ha inoltre aggiunto lo sprone esplorativo. Grazie a lui, e alla sua determinazione, la drammaturgia borghese e impervia di Italo Svevo è stata conosciuta e apprezzata sui palcoscenici del nostro Paese, che ignorava l’originalità teatrale del romanziere triestino.”

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