Persone naturali e strafottenti di Giuseppe Patroni Griffi

Altra Scena

presenta

Persone naturali e strafottenti

di Giuseppe Patroni Griffi

con Marisa Laurito

Guglielmo Poggi – Giancarlo Nicoletti – Livio Beshir

Regia Giancarlo Nicoletti

DAL 14 AL 19 GENNAIO 2020

“La rivincita di Patroni Griffi, quarant’anni dopo”: così la critica più autorevole ha salutato il ritorno in scena, nel nuovo allestimento per la regia di Giancarlo Nicoletti, di Persone naturali e strafottenti, l’opera più controversa e fra quelle di maggiore successo di Giuseppe Patroni Griffi. Una tragicommedia cruda, poetica ed esilarante, fra situazioni grottesche, cinismi, ironia tagliente e surrealismo, in perfetto equilibrio fra Eduardo e Ruccello, e ancora attualissima nella sua geniale spudoratezza.

Un cast unico, non convenzionale e proveniente dai mondi teatrali più variegati è il cuore pulsante di un’operazione destinata a far parlare di sé: Marisa Laurito accetta la sfida di dare voce e corpo al ruolo che fu di Pupella Maggio, segnando il suo ritorno alla grande drammaturgia d’autore e inaugurando una nuova stagione della sua lunga carriera; Giancarlo Nicoletti, presta la sua attorialità unica e la sua esperienza di uomo di teatro a 360° al travestito Mariacallàs e la giovane rivelazione del cinema italiano Gugliemo Poggi interpreta quel Fred che fu creato da un esordiente Gabriele Lavia. Completa il cast il poliedrico Livio Beshir, protagonista di numerose fiction e lavori cinematografici.

Prima nazionale al Teatro Vittoria di Roma, dal 14 al 19 Gennaio, all’interno della stagione 2019/20.

SINOSSI – Quattro solitudini, un appartamento e una notte di Capodanno a Napoli. Donna Violante, la padrona, ex serva in un bordello, discute e litiga con Mariacallàs, un travestito, in bilico fra rassegnazione, ironia, squallore e cattiveria. E ancora, Fred e Byron che sono alla ricerca dell’ebbrezza di una notte: l’uno, uno studente omosessuale alla ricerca di una vita libera dalle paure, l’altro, uno scrittore nero che vorrebbe distruggere il mondo per vendicare le umiliazioni subite. Quattro persone naturali e strafottenti, che, per un gioco del destino, divideranno la loro solitudine con quella degli altri, mentre fuori la città saluta il nuovo anno, fra accese discussioni, recriminazioni, desideri repressi, liti e violenze sessuali.

Teatro Vittoria – dal 14 al 19 Gennaio 2020

PERSONE NATURALI E STRAFOTTENTI

di Giuseppe Patroni Griffi

con Marisa Laurito –Guglielmo Poggi – Giancarlo Nicoletti – Livio Beshir

DISEGNO LUCI Daniele Manenti COSTUMI Giulia Pagliarulo

AIUTO REGIA Giuditta Vasile MAKE UP Vincenzo Verdesca

DIRETTORE DI SCENA Claudia Tagliaferro

DATORE LUCI Tommaso Natale

ORGANIZZAZIONE Cinzia Storari

FOTO Luana Belli

UFFICIO STAMPA Rocchina Ceglia

DISTRIBUZIONE Stefano Pironti – Chiediscena

PRODUZIONE Altra Scena in collaborazione con Sycamore T Company

REGIA Giancarlo Nicoletti

TEATRO VITTORIA – ATTORI & TECNICI _ Piazza S. Maria Liberatrice 10, Roma (Testaccio)

Botteghino: 06 5740170 – 06 5740598 Vendita on-line e info: www.teatrovittoria.it Come arrivare: Metro: Piramide; Bus: 170, 781, 83, 3 Comunicazione: uffstampa@teatrovittoria.it e info@teatrovittoria.it

NOTE DI REGIA – C’è, in questo testo del 1973, un sottobosco di attualità così tangibile e una poetica di fondo così lucida e disincantata, da farne a tutti gli effetti un testo ancora fortemente contemporaneo, e perciò di teatro necessario. Emarginazione, violenza, distanze socio-culturali, violenza sessuale e psicologica, la ricerca continua di un altro che non esiste: la drammaturgia di Patroni Griffi è cruda e ironica, scandalosa e poetica, verbosa e visionaria. Ne viene fuori una tragicommedia dal sapore post-eduardiano e pre-ruccelliano, col respiro di un periodare socio – poetico, che fra cinismi, grettezze e turpiloqui ci restituisce lo squarcio di un’altra Napoli – non più la cartolina buona per i turisti, ma tutta la sbordante umanità di un “vascìo”, che diventa, immediatamente, un altro mondo, un’altra realtà, una dimensione fuori dal tempo e dallo spazio. Un non luogo dove, fra la comicità e il grottesco, si discute – immensamente e inconsciamente – del mondo, degli esseri umani, del sesso e della razza. Tutto questo fra i fuochi della notte di Capodanno, mentre un uomo bianco ha un’emorragia di sangue del sedere, poiché penetrato con forza da un nero: una fotografia definitiva e profetica delle paure intime dell’Occidente nazionalista di oggi.

Da questo sudore di corpi costretti coattivamente alla ricerca della propria felicità o del proprio illusorio, riscatto, entro le mura di uno spazio vitale / non vitale, l’intuizione di farne uno spettacolo concreto, dal gusto e sapore quasi cinematografico, che si serva della realtà per declinarla in astrazione, in un’esperienza di teatro diretto, e non filtrato dalla convenzionalità rappresentativa. Con il fine ultimo di mettersi accanto all’autore, e non davanti, in un rapporto di dialettica e relazione: per tradurre, declinandola nel contemporaneo, una drammaturgia così sofisticata e imponente, e troppo spesso sottovalutata.

“In quanto al noioso, non se ne parla: di noioso non c’è nulla, non c’è che uno scoppiettante e continuo scambio di battute feroci, di giudizi lapidari di ogni personaggio verso gli altri e verso il mondo, di fuoriuscite d’anima. Ma ”Persone naturali e strafottenti”, come si vede nella leggerezza della regia di Nicoletti, non consiste di queste battute. Consiste della sua struttura del tutto inedita nel dramma

borghese: una struttura aperta, senza linee di svolgimento verso una o altra direzione, arresa alla sua «naturale» libertà di sviluppo e di linguaggio.

Vi è in Patroni Griffi una spudoratezza che conserva intatta la sua forza; vi è la strafottenza del titolo, che si tocca con mano non solo nei dialoghi, ma anche nei fatti; vi è quel dolore di fondo, buio a sé stesso, riservato, e solo alla fine manifesto: è il palmo della mano che Violante aveva dischiuso per ricevere denaro da Byron e che, dopo averlo rifiutato, mantiene aperto — quello straziante palmo della mano tesa in avanti per ricevere qualcosa che in quella travagliata notte di Capodanno non si può ricevere.”

Franco Cordelli. Corriere della Sera

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