Palermo diventa il primo porto italiano vetrina dell’archeologia e della cultura

Palermo diventa il primo porto italiano

vetrina dell’archeologia e della cultura

Prima pietra per la realizzazione di un parco urbano con un lago, un auditorium e un parco archeologico all’interno di uno scalo marittimo. Nuovo terminal aliscafi e 200 posti di lavoro: decolla il piano di rilancio della Sicilia sul mare

Per la prima volta un porto italiano diventa la vetrina e al tempo stesso la “visione” in anteprima dei tesori archeologici, culturali e ambientali del Paese. È il porto di Palermo che a tappe forzate, sbloccando progetti impantanati nella burocrazia anche da decenni, non solo ha inaugurato oggi il nuovo modernissimo terminal aliscafi per le Eolie e Ustica e una nuova banchina, ma è stato specialmente teatro della posa della prima pietra di una struttura integrata e multifunzionale che non ha precedenti nel panorama dell’intera portualità europea. Quello che oggi si chiama Molo Trapezoidale e che sino a pochi mesi addietro era per molti aspetti una delle vetrine del degrado del porto, diventerà un vero e proprio parco urbano-portuale, ospitando su un’area di 26.000 metri quadri un laghetto urbano di oltre 8000 metri quadri, ma anche un auditorium, un anfiteatro panoramico da 200 posti, e un Parco archeologico che, con la liberazione delle aree del Castello a Mare, si candida a diventare sito Unesco, inserito nel “Percorso Arabo-Normanno”, già parte della Heritage List.

Palermo è stata ed è – sottolinea Pasqualino Monti, Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale della Sicilia occidentale – una grande capitale anche della cultura, un eccezionale melting pot, che il porto, chiave di ingresso preferenziale alle bellezze della Sicilia, si appresta a riportare agli antichi splendori”. Per completare questi lavori, che “regaleranno” alla città 200 nuovi posti di lavoro, con un investimento di 25 milioni e mezzo, il porto prevede di impiegare un anno e mezzo. E per la prima volta la previsione a Palermo diventa credibile, visto che “il nuovo metodo” inaugurato dal Presidente Monti si è rivelato la chiave di volta per sconfiggere la burocrazia.

Tra progetti ancora in corso e altri ultimati, l’AdSP ha impegnato e speso un importo di 296,8 milioni di euro. Nel porto di Palermo le somme sono state destinate ai lavori (attualmente al 70%, termine gennaio 2021) di escavo dei fondali del bacino Crispi 3 e il connesso consolidamento della diga foranea per un valore del progetto di 39 milioni e 300 mila euro; al bacino di carenaggio (39 milioni), al bacino da 150 mila TPL (81 milioni), alla riqualificazione del Molo Trapezoidale (25,5 milioni); alla ristrutturazione dell’esistente Stazione Marittima (18 milioni) i cui lavori termineranno il prossimo giugno. Nel porto di Termini Imerese le opere destinatarie delle somme sono: il completamento del molo foraneo di sottoflutto (20 milioni) e di sopraflutto (19 milioni); i lavori di dragaggio (35 milioni) e quelli di consolidamento della diga foranea (20 milioni).

Palermo, 30 ottobre 2020

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