Mediterraneo tra sacro e profano con Stefano Saletti & C

Il Mediterraneo – culla di antiche civiltà, che le sue acque univano, offrendo una facile via ai commerci e agli scambi – è oggi testimone di una delle più atroci tragedie della nostra epoca. La musica può aiutare a superare incomprensioni, diffidenze ed egosimi, facendoci capire che apparteniamo tutti ad un’unica grande cultura, che ha tante sfumature diverse ma una matrice comune.

 

È quel che si propone lo spettacolo-concerto “Cantando il Mediterraneo tra il sacro e profano”, ideato da Stefano Saletti insieme a Barbara Eramo, Gabriele Coen e Arnaldo Vacca, che lo porteranno mercoledì 23 marzo alle 18.00 nell’Auditorium “Ennio Morricone” dell’Università di Roma “Tor Vergata” (Macroarea di Lettere e Filosofia, via Columbia 1) per la stagione dei concerti dell’Associazione Roma Sinfonietta.

 

Da anni presenti sulla scena italiana e internazionale nell’ambito della musica world, jazz e della canzone popolare, il polistrumentista Stefano Saletti (oud, bouzoukim chitarra e percussioni), la cantante Barbara Eramo, il sassofonista Gabriele Coen e il percussionista Arnaldo Vacca presentano un percorso di musica e parole che parte dal sud dell’Italia e arriva a toccare le sponde degli altri Paesi che si affacciano sul Mediterraneo.

 

Come antichi naviganti, gli spettatori vengono trasportati in un immaginario viaggio nel tempo alla ricerca degli elementi che uniscono e differenziano i popoli che si affacciano sul Mare Nostrum. Perché il Mediterraneo è un crocevia antichissimo. Da millenni tutto vi confluisce, complicandone e arricchendone la storia: merci, navi, idee, modi di vivere. Qui sono nate le tre grandi religioni monoteistiche. Da qui Roma ha dominato il mondo facendo propri miti e costumi che venivano dalla Grecia e dall’Oriente.

 

Attraverso le musiche e i canti di Stefano Saletti, Barbara Eramo, Gabriele Coen e Arnaldo Vacca, il racconto prende vita cercando di restituire il senso di questo grande mare, abbandonandosi al fascino della parola, ma anche circoscrivendone rigorosamente il significato, i limiti e i confini. Il sacro e il profano, il mito e la natura s’intrecciano nelle storie di quegli uomini vissuti da sempre davanti al mare, esperti dei venti e custodi di un sapere antico che affonda le sue radici nelle acque del Mediterraneo. Si susseguono canti di lavoro del Sud, cantigas spagnole di pellegrinaggio, musica della diaspora sefardita e canti in sabir, la lingua franca usata nei porti del Mediterraneo, che permetteva a mercanti e marinai europei, africani e asiatici di comunicare. E poi gli strumenti del Mediterraneo, l’oud, il bouzouki, la darbouka e il bendir, chiamati a descrivere in musica testi in siciliano, calabrese, aramaico, ebraico, sabir, greco antico e turco.

 

Mauro Mariani

Ufficio Stampa dell’Associazione Roma Sinfonietta e dell’Associazione Musica d’Oggi

tel. 335 5725816

mauromariani.roma@tiscali.itStefano Saletti

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