L’UOMO TIGRE

L’ Argot Studio chiude la sua stagione artistica #Argot30 Il Folle Volo 30 anni di viaggio: stagione 1984 – 2015 con un importante debutto nazionale. Dopo l’evento speciale Una sera delitto una sera castigo che ha visto coinvolti Sergio Rubini e Pier Giorgio Bellocchio, dedicato ai trent’anni di storia del noto spazio di Trastevere, torna all’ Argot Studio Francesco Giuffrè che firma la regia dello spettacolo teatrale L’Uomo Tigre, ispirato all’omonimo cartoon adattato per la scena e fortemente voluto dalla stretta collaborazione artistica tra Francesco Giuffrè e Alfredo Angelici.tigre stampa1

Ed ora che la missione è compiuta, come vive la sua quotidianità un Eroe? La nostra storia comincia da qui. 

Dalle pitture rupestri a Star Wars, l’uomo ha sempre raccontato storie, affascinato un pubblico, cercato risposte, e ogni volta lo ha fatto attraverso le medesime figure, simboli e percorsi. Perché dietro a Teseo smarrito nel labirinto, dietro alla Passione di Cristo, dietro alla vendetta di Edmond Dantès, dietro a Luke Skywalker e Han Solo si cela sempre lo stesso, irrinunciabile personaggio principale, fedele ritratto del proprio pubblico: l’uomo.

L’uomo Tigre è un manga, un cartoon, un personaggio cult degli anni 80: un orfano senza futuro diventato il lottatore più forte del mondo. Dapprima scorretto, diviene poi un campione di lealtà per amore dei bambini. Nell’ultima puntata della serie originale, il protagonista sconfigge l’ultimo dei sicari di “Tana delle Tigri”, Grande Tigre, e con esso il Male. Ed ora che la missione è compiuta, Dal giorno dopo. Oggi molti si sentono protagonisti di una vita che non riescono a vivere. Tigri in gabbia. Questa vicenda dalle tinte tragi-gotiche racconta di una rinascita dopo una discesa nel sottosuolo. In ogni senso. Quando ci si autocondanna agli inferi, dopo aver perduto la dignità, ci si sporca di tormento e di meschinità. Come si torna ad essere “straordinari”?  A quale sacrificio. Quali sono le forze che agiscono e segnano il percorso che porta dalla fiducia all’incertezza fino ad arrivare al ristagno? C’è una tigre in gabbia, misera e mortificata. Le sbarre rendono pericolosi . Tigre è un lottatore. E se un lottatore smette di combattere allora qualcosa di grave sta accadendo. …Ed ora?…. come si passa dalla “pensione anticipata”  ad una rinascita?  Oggi il “male” non esiste, è “liquido”, muta continuamente forma e sostanza ed è irriconoscibile. Lottare senza sapere chi sia il nemico, non ha più senso. Si finisce per dargliela vinta. Oggi gli eroi romantici dai grandi sentimenti non hanno motivo di esistere. “Credere ancora in loro è da ingenui” . Lo spettacolo “ L’Uomo Tigre “ è la storia di un risveglio.                                                                                                                      Alfredo Angelici

Siamo disposti a lottare per ciò che riteniamo davvero importante? Oppure ci basta che il nostro giardino sia pieno di fiori mentre intorno tutto si degrada e sbiadisce? Questo è il ragionamento, semplice, dal quale nasce l’idea dello spettacolo. Quindi ecco che L’UOMO TIGRE, emblema del lottatore senza macchia e senza paura, del lottatore leale che si oppone al male, nella nostra storia è solo la caricatura di ciò che è stato tanti anni prima ed è costretto a esibirsi in un circo come un fenomeno da baraccone. Sopravvive dunque. Rinchiuso in una casa-circo senza poter mai uscire FUORI. Perchè? Perché FUORI il mondo va talmente bene che non c’ è bisogno più di lottare, non c’è più posto per lui. Questa la favola che gli racconta Ruriko, la fidanzata di un tempo per tenerlo legato a lei per cercare di viversi il loro antico amore. Con loro vive anche Daigo, il fedele amico e allenatore di un tempo dell’UOMO TIGRE, ora presentatore del circo e ancora eterno secondo che cova il desiderio di un riscatto, di vedere almeno un volta la luce del protagonista. Ed è propio uno scontro tra luce e ombre che scaturisce dalla storia. Attraverso degli incontri onirici che TIGRE ha con il se stesso di un tempo. L’eterna lotta tra luce e ombra dunque, tra coraggio e vigliaccheria, tra riscatto e ristagno. I rapporti tra i personaggi sono l’emblema della società odierna, TIGRE è ognuno di noi, con le nostre debolezze e con le nostre frustrazioni, con la voglia di farcela e con la paura di provarci. Daigo è la parte nera, la nostra frustrazione, il meschino che vuole diventare Re per un giorno, Ruriko è l’autorità che seda il lottatore che abbiamo dentro le viscere attraverso la favola che tutto va bene, che non c’è appunto, più bisogno i lottare.

Francesco Giuffrè

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Teatro Argot Studio

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biglietti: 12 euro, 10 euro (ridotto) + tessera associativa (3 euro)

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tutti i giorni ore 21:00 – domenica ore 17:30 – lunedì riposo

 

 

 

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