L’ISOLA DEL GIAPPONE

Nell’ambito della XXV edizione del Festival L’Isola del Cinema sezione ISOLA MONDO

l’Ambasciata del Giappone in Italia, l’Istituto Giapponese di Cultura e l’Ente Nazionale del Turismo Giapponese

presentano

L’ISOLA DEL GIAPPONE

giovedì 4 luglio 2019 dalle ore 19.30

Arena Groupama

ISOLA TIBERINA P.za San Bartolomeo all’Isola

info e biglietti: L’Isola del Cinema +https://www.isoladelcinema.com/

Cinema e cultura del Sol Levante ancora una volta protagonisti all’Isola Tiberina. Undicesima edizione per il tanto atteso appuntamento con l’estate giapponese a L’Isola del Cinema sezione Isola Mondo, sinergia tra Ambasciata del Giappone, Istituto Giapponese di Cultura e Ente Nazionale del Turismo Giapponese (JNTO). Il film che sarà proiettato in anteprima italiana, BORN BONE BORN (Senkotsu, 2018) di Toshiyuki Teruya, ambientato in una remota isola di Okinawa, offre l’opportunità per un focus sugli splendidi paesaggi e la peculiare civiltà dell’arcipelago delle Ryukyu. Oltre a filmati, materiale e informazioni turistiche presso lo stand curato da JNTO, in programma una dimostrazione di karate nello stile di Okinawa, culla della disciplina. Sarà possibile, inoltre, cimentarsi nella calligrafia ed entrare a pieno titolo nella nuova era di “bellezza e armonia”, Reiwa, scrivendone i caratteri, indossare uno yukata, tradizionale kimono leggero, e immergersi nell’atmosfera di un festival estivo giapponese.

BORN BONE BORN

regia di Toshiyuki Teruya

tit. originale Senkotsu, Giappone 2018 / bluray / 111’

Italian Premiere

Sottotitoli in italiano e in inglese

L’occasione dell’anniversario della morte della matriarca Emiko e della cerimonia del senkotsu (lavaggio rituale delle ossa) fa ritrovare sull’isola la scombinata famiglia Shinjo: il vecchio padre Nobutsuna, sua figlia Yuko, single ma in avanzato stato di gravidanza, e il primogenito Tsuyoshi, irritabile e talvolta duro nei giudizi. E una volta che il rituale inizia, il film entra in un territorio inesplorato e commovente, sicuramente insolito, ma

universalmente umano dove la vita passa di padre in figlio come un dono. © 2018 “Senkotsu” Production Committee

APPROFONDIMENTI SUL FILM

Una famiglia che ritrova l’unità grazie alla cerimonia rituale del lavaggio delle ossa della matriarca, deceduta 4 anni prima. Questo il tema centrale del film che mantiene i toni della commedia fino alle scene finali ma che offre anche momenti forti e drammatici, e di profondo rispetto per l’universo del sacro e per gli antenati.

Cremare i morti, seppellirli con riti funebri a seconda di luoghi e credenze religiose è pratica universalmente diffusa nel mondo e non dovrebbe sorprendere che si possa pensare a un film che tratti anche di questo argomento, come del resto ci ha insegnato Yojiro Takita con Departures (Okuribito, 2008). Ma se Departures inizia con una vena umoristica innescata da un malinteso nella lettura di un annuncio di lavoro, per assumere toni più seri e profondi man mano che ci si addentra nelle dinamiche dei rapporti familiari e del difficile dialogo padre-figlio, in un crescendo di emozioni e commozione, in Born Bone Born i toni della commedia permangono fino alle battute finali, intercalati da alcuni momenti di grande turbamento e scene dolorose di disarmante schiettezza, senza filtri, come schietta è la realtà della vita (e della morte). Toshiyuki Teruya, regista e sceneggiatore del film – conosciuto in primis come attore comico del Duo Garage Sale col nome d’arte Gori, e anche come doppiatore e musicista okinawaiano – ammette in un’intervista al mensile Tokyo Weekender che neanche lui era a conoscenza della cerimonia del senkotsu praticata nel villaggio di Aguni; il rito si compie a distanza di 4 anni dalla morte dei defunti, di fronte a un corpo semi-mummificato o ridotto a sole ossa che i familiari provvedono a lavare in segno di rispetto e di gratitudine per il dono della vita ricevuto, oltre che per dare un ultimo saluto al congiunto. Nell’intervista Teruya racconta che, alla richiesta di girare un film sul remoto villaggio di Aguni aveva cominciato a scrivere una sceneggiatura su un marito infedele che cercava di nascondere alla moglie un tradimento in una comunità che conta meno di 800 persone; e che, nel compiere ricerche nell’area destinata all’ambientazione del film, è venuto a conoscenza della cerimonia del senkotsu, ne è rimasto affascinato e ha deciso di modificare il suo progetto iniziale per arrivare alla stesura di Born Bone Born. Può sembrare un rito che incute paura o disgusto ma in realtà ho capito che si tratta di mostrare apprezzamento agli antenati, in particolare ai genitori che ti hanno

traghettato in questo mondo. E’ una cosa bella” dichiara il regista a Tokyo Weekender.

In Giappone la pratica di cremare i morti è diffusa con percentuali che sfiorano quasi il 100%. Considerata in passato una barbara usanza buddhista, venne proibita nel 1873 ma solo due anni dopo – vista la carenza di spazio e i problemi sanitari – venne riabilitata; in poco tempo le cremazioni superarono le sepolture, ma in alcune zone del Giappone si sono conservate le pratiche funebri tradizionali. (Per approfondimenti: Christopher T. Nelson, Dancing with the Dead: Memory, Performance, and Everyday Life in Postwar Okinawa, Duke University Press Books, 2008).

Uno di questi luoghi in cui si sono cristallizzati riti atavici è la regione di Okinawa, in passato conosciuta come Regno delle Ryukyu, una delle zone più spirituali del Giappone, dove il culto degli antenati riveste un’importanza particolare. Molto probabilmente originaria proprio di questa area, la pratica del senkotsu fu avversata nella seconda metà del XX sec. in quanto considerata antiquata e antigenica, e poi abbandonata del tutto nella capitale Naha e in molte zone circostanti, ma è incredibilmente sopravvissuta in remote aree della regione, tra cui il villaggio di Aguni dove, sebbene la cremazione sia

divenuta la prassi, non mancano genitori che chiedono ai figli di essere sepolti (anziché cremati) per poi poter procedere al rito del lavaggio delle ossa, sebbene non sia certo una scelta facile da portare a termine per i familiari che, talvolta, (si dice) cercano conforto nell’alcool per trovare la forza di affrontare quel doloroso e crudo momento.

Il film Born Bone Born inizia con il funerale di Emiko. Quattro anni dopo la sua famiglia e i parenti più stretti si riuniscono per la cerimonia del senkotsu. Il padre Nobutsuna (Eiji Okuda), incapace di sopravvivere al dolore dopo la perdita della moglie, riversa il dispiacere nell’alcool e sembra quasi incapace ormai di provvedere a se stesso; suo figlio Tsuyoshi (Michitaka Tsutsui) cerca di tenere nascosti i suoi problemi coniugali per salvare le apparenze, mentre la figlia Yuko, ancora single, si presenta al cospetto dei familiari quasi al termine di una gravidanza che ha generato scandalo e pettegolezzi nella piccola comunità degli abitanti di Aguni. E sebbene l’atmosfera fin qui descritta potrebbe sembrare deprimente, il film scorre con il ritmo di una commedia per precisa volontà del regista che, consapevole di trattare un argomento un po’ scabroso, ha voluto realizzare un dramma familiare comico sulla fine di una vita e l’inizio di un’altra, da cui il titolo inglese Born Bone Born.

“Essendo un comico, credo di riuscire meglio a dirigere film non troppo seri” ha commentato Teruya, il cui intento è stato quello di realizzare un lungometraggio meditativo e divertente, alternando lacrime e risate.

Dopo la premiere all’Okinawa International Movie Festival nell’aprile 2018, Born Bone Born è stato presentato fuori concorso alla 40esima edizione del Moscow International Film Festival e sarà

presentato in prima visione italiana il 4 luglio a Roma nell’ambito della XXV edizione dell’Isola del Cinema, sezione Isola Mondo.

TOSHIYUKI TERUYA (Gori)

Nato nel 1972 a Naha (Prefettura di Okinawa), studia Cinematografia e Teatro presso il Nihon University College of Arts. Meglio conosciuto col nome d’arte Gori o Gorie Matsuura, è un attore comico, membro del gruppo Garage Sale, popolare personaggio televisivo e spesso ospite di variety show, doppiatore, regista e musicista. Ha recitato in numerose serie televisive (Churasan, Oniyome nikki, Ohitorisama, Jidan Kōshōnin Gotakeshi, Nobunaga no Chef) e film (Nin x Nin: Ninja Hattori-kun, the Movie del 2004, Check It Out, Yo! del 2006, Sakuran del 2007, Utatama nel 2008 e Goemon nel 2009). Nel 2006 e nel 2007 cura la regia di due episodi di una serie televisiva Detective Bogie e Bogie the Hero, prodotta dalla Yoshimoto Kogyo Co. Col nome Gorie è apparso in veste di cantante indossando i panni di una giovane studentessa liceale in un gruppo tutto al femminile, collaborando

all’incisione di tre singoli a fianco a Jasmine Ann Allen Joann Yamazaki. Ha diretto nove film, tra cui Furimun of the South Island (Minami no Shima no furimun, 2009) e il cortometraggio Born, Bone, Born (2016, 20’)

presentato all’Okinawa International Movie Festival 2016 commedia che si snoda tra lacrime e risate incentrata su una famiglia che si ritrova sull’isola di Aguni per la cerimonia rituale del lavaggio delle ossa, tema sviluppato più ampiamente due anni dopo nel lungometraggio Born Bone Born (2018)

L’appuntamento con il Giappone all’Isola Tiberina non sarà solo all’insegna del cinema, ma anche della cultura e delle arti marziali, e, in linea con il tema del venticinquennale del festival, focalizzato su turismo e territorio.

FOCUS SU OKINAWA

Grazie alla partecipazione dell’Ente Nazionale del Turismo Giapponese (JNTO), uno speciale focus sarà dedicato alle isole di Okinawa, in cui è ambientato il film in programma. Situate a sudovest delle isole principali che compongono l’arcipelago giapponese, hanno mantenuto intatte la loro ricca cultura e le loro tradizioni millenarie anche dopo l’annessione al resto del Giappone, avvenuta alla fine dell’Ottocento.

Non lontano dal centro di Naha, capoluogo della regione e sede del principale aeroporto, è possibile ammirare l’imponente castello di Shuri, simbolo dell’allora glorioso Regno delle Ryukyu. I principali gusuku, vestigia delle antiche fortezze, sono stati inclusi nel Patrimonio UNESCO nel 2000.

Tra i pilastri della cultura di Okinawa vi sono lo Eisa, danza tradizionale legata al culto degli antenati accompagnata dal suono di tamburi, il Karate, disciplina marziale tra le più praticate al mondo, e il Kusuimun, una cucina sana a base

di alimenti locali che si dice costituisca il segreto della longevità dei suoi abitanti.

Le isole, immerse in un clima subtropicale e accarezzate dalla calda corrente Kuroshio proveniente dalle Filippine, riservano ai visitatori un clima piacevole durante tutto il corso dell’anno. La natura selvaggia e incontaminata e l’incontro di acque cristalline con sabbie bianchissime compongono un mandala di colori e sensazioni che sanno di infinito.

Da non perdere è anche l’arcipelago delle Yaeyama, ultimo e remoto lembo meridionale di Giappone nonché paradiso per gli amanti delle immersioni, del kayak e, in generale, degli sport all’aria aperta.

I viaggiatori alla ricerca di veri e propri luoghi dell’anima troveranno ciò che cercano sull’isola di Agunishima, dove bar e ristoranti cedono il passo a una natura primordiale.

Sito del JNTO: https://www.turismo-giappone.it/

KARATE 空手

Il karate, nato come tecnica di difesa, è volto a proteggere sé stessi da pericoli e

violenza. Costituisce fondamentalmente una tecnica di combattimento che permette di difendersi con il solo uso di gambe e braccia, senza l’utilizzo di armi, avvalendosi di tecniche quali pugni, colpi inferti con il palmo della mano o con il gomito, calci con i piedi o con le ginocchia. Alla base della disciplina vi è il principio secondo si debba ricorrere a tali tecniche solo in caso di attacco, mentre viene fortemente scoraggiata l’attitudine ad attaccare di propria iniziativa. Il karate-dō, “via del karate”, si prefigge una formazione ed educazione che possano giovare ad uno sviluppo amichevole e

pacifico del territorio ed è questo il termine con il quale il karate è identificato nelle scuole e in altre istituzioni pubbliche. Ad Okinawa, culla del karate e considerata la sua mecca a livello internazionale, viene tramandato fin dall’antichità come “arte marziale dei saggi”. Diffuso in tutto il mondo, il karate trae infatti origine dalla fusione di arti marziali tradizionali delle isole di Okinawa e dell’antica Cina. Praticato esclusivamente a mani nude, da qui il significato dei due caratteri da cui è composto il termine, è adatto ad adulti e bambini e si concentra sulla costante ricerca dello sviluppo armonico del corpo umano, senza tralasciare varie tecniche di autodifesa. Durante l’evento potrete assistere a una dimostrazione a cura dei maestri di karate dello stile Uechi-ryū, Yukinobu Shimabukuro, 9° dan, istruttore con sessant’anni di esperienza, di base in Francia e attivo in Belgio, Spagna, Portogallo, Olanda e Russia, rappresentante dell’Uechi-Ryu Soke Group in Europa, e Dominick Hubacz, 5° dan, che pratica da oltre trent’anni e assiste il maestro Shimabukuro nella promozione della disciplina.

SĀTĀ ANDĀGĪ サーターアンダギー

I sātā andāgī, letteralmente “zucchero fritto”, sono dolci tradizionali tipici delle isole di

Okinawa simili alle nostre frittelle. Gli ingredienti per realizzarli sono farina, zucchero e uova che, dopo essere stati ben amalgamati, vengono fritti. Questi deliziosi dolcetti, il cui consumo è considerato di buon auspicio, saranno offerti durante l’evento (disponibilità limitata).

Le peculiari atmosfere e i suggestivi paesaggi delle isole di Okinawa si condensano per una notte su una piccola isola nel cuore di Roma e vi aspettano a L’Isola del Cinema.

PROGRAMMA

19.30 APERTURA PIAZZETTA GIAPPONE

AREA ANTISTANTE LARENA

STAND DEDICATO AD OKINAWA E ALTRE METE TURISTICHE DIMOSTRAZIONE DI KARATE DI OKINAWA (DUE SESSIONI) STAND DEDICATO ALLA CULTURA GIAPPONESE

CON PROVE DI YUKATA E CALLIGRAFIA

(FINO ALLE 21.30 CIRCA, INGRESSO LIBERO)

INFO E BIGLIETTI: Isola del Cinema 0690214524 dal lunedì al venerdì, ore 10:00 -18:00 segreteria@isoladelcinema.com

www.isoladelcinema.com http://www.it.emb-japan.go.jp www.jfroma.it

 

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