LE DUCHESSE D’AMALFI E I LORO CARNEFICI

Sabato 6 luglio (ore 20) Teatro India

Progetto Dèmoni e Demòni (Progetto Speciale MIBAC)

Restituzione pubblica della prima parte

a cura di Marco Lucchesi

LE DUCHESSE D’AMALFI E I LORO CARNEFICI

da John Webster

a cura di Marco Lucchesi

Prospettiva drammaturgica e interpretazione di: (In ordine alfabetico):

Elisa Armellino, Emanuela Cappello, Giulia Celletti, Silvia D’Anastasio,

Greta D’Antonio, Alessandro Di Feliciantonio, Silvio Impegnoso, Stefano La Cava,

Marco Lo Chiatto, Ortensia Macioci, Anita Martorana, Carlotta Saccani, Piergiorgio Savarese, Tiziano Taliani

Attori e attrici della Scuola di Teatro e Perfezionamento Professionale del Teatro di Roma

Fioriture narrative Greta D’Antonio, Piergiorgio Savarese

Consulenza musicale Marco Schiavoni

Ingresso libero su prenotazione

https://www.eventbrite.it/e/biglietti-le-duchesse-di-amalfi-e-i-loro-carnefici-john-webster-64668539342?aff=affiliate1

Sabato 6 luglio (ore 20) al Teatro India in scena LE DUCHESSE D’AMALFI E I LORO CARNEFICI da John Webster,restituzione pubblica della prima parte del Progetto Dèmoni e Demòni (Progetto Speciale MIBAC) a cura di Marco Lucchesi, con gli attori e le attrici della Scuola di Teatro e Perfezionamento Professionale del Teatro di Roma.

Questa prima tappa di lavoro si ispira ad uno dei classici del teatro elisabettiano, La duchessa di Amalfi, un’opera di grande modernità che porta in scena un crudele rapporto vittima-carnefice, rintracciando le ossessioni e la violenza della società nel testo di Webster, drammaturgo inglese contemporaneo di Shakespeare. La trama racconta una efferata storia di sangue e odio accaduta nello scenario della costiera amalfitana, alla fine del XV secolo in una delle maggiori famiglie nobiliari d’Italia: la duchessa Giovanna D’Aragona, vedova del duca di Amalfi, si innamora del plebeo Antonio Bologna, amministratore della sua proprietà, che sposa clandestinamente e da cui ha tre figli, all’insaputa dei suoi due fratelli, Ferdinando, suo gemello duca di Calabria, e il Cardinale; quando la notizia arriva alle orecchie dei due spietati fratelli, si scatenerà una spirale di feroce e sadica violenza. Così, il dramma di una nobildonna uccisa dalla folle gelosia dei suoi fratelli per aver rivendicato la sua libertà, trova nell’opera di Webster gli echi di una vertiginosa incursione nelle ambiguità dell’esistenza. Attraverso questo viaggio vorticoso tra le rovine dell’anima, Marco Lucchesi propone agli attori e alle attrici del laboratorio il capolavoro di uno dei più importanti e controversi autori del teatro inglese, da sempre attratto dai lati oscuri della realtà: «Un anno di lavoro intorno ai temi della parola e delle sue implicazioni, del senso, dei significati e della loro possibile rinegoziazione, dell’integrazione funzionale di questi strumenti e dell’applicazione strutturale di queste nuove attitudini, della traduzione costante e incessante che accompagna questo nostro lavoro. L’utopia di un parola memorabile e quindi condivisibile, finalmente, naturalmente. E poi, il tempo. Le qualità del tempo, e l’opportunità, e la consunzione, e la dissipazione di esso» – così racconta Marco Lucchesi l’esperienza e le finalità del laboratorio della Scuola del Teatro di Roma, che ha permesso agli allievi di tracciare una mappa di nuovi punti di vista per immaginare una prospettiva drammaturgica in grado di sostenere alcune di queste riflessioni. «La Duchessa d’Amalfi di Webster, prima prospettiva del progetto Dèmoni e Demòni, cui seguirà il lavoro sul Faust di Edoardo Sanguineti, ha fornito un materiale ricco di spunti e di argomenti che alcuni dei partecipanti hanno saputo e potuto tradurre scenicamente condividendone i risultati».

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